FORUM: Uscire dall'omosessualità
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
sono sempre ciro.... in passato da bimbo, da adolescente odiavo mio padre, lui era assente, sempre in viaggio, tradiva e tradisce ancora mia amdre...poi essendo napoletano l'immagine stereotipata del maschio la respiravo ogni giorno tra le strade, a scuola, nei vicoli dove cercavo a malapena di imitare gli amici maschi. ma il confronto era troppo arduo, il mio ambiente sociale, la mia cultura, la mia storia familiare gia'mi aveva etichettato come gay. nonostante piccolissimo 6-7 anni capivo che ero visto in modo diverso senza che facessi nulla di strano. il mio primo peccato secondo la gente consisteva nell'essere l'ultimo di 3 sorelle dopo tanti anni di attesa, con un padre latitante la sentenza era gia'emessa in grembo forse dovevo nascere per forza diverso..e cosi'mi sno identificato subito per cio'che vedevano e volevano fossi. crescendo mi convinco che sno gay. e vivo come tale finche'dopo tante delusioni e deprovazioni viste in prima persona e vissute di quel mondo mi accorgo che DIO e'sempre stato al mio fianco e inizio a redimermi, a diventarci amico. intraprendo una crescita spirituale ed oggi a 29 anni dopo 4anni di consapevolezza di me stesso e di ''amicizia''con DIO SNO PIU'SERENO. prima di tutto ho cercato e sto riuscendo a perdonare mio padre e con lui tutto il mio passato e le persone che mi hanno condannato senza saperlo..oggi ho 29anni, non sno guarito ma sicuramente vedo con gli occhi del cuore con l'anima e l'aiuto di DIO il mondo omosex per ci'che e'...perdizione, illusione, amarezza. spero di non cedere mai piu'alle tentazioni del male....ciao a tutti e scusate se sno stato prolisso ;)
- 21 gennaio, 2010
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- Per Ciro. Ciao carissimo e pace a te. volevo solo dionarti la mia fraterna vicinanza in questo tempo doloroso della tua vita e starti vicino. Non farti scandalizzare dal fatto che chi ha vissuto certe condizioni familiari si ritrovi a vivere certe difficoltà. Purtroppo c'è un bisogno d'amore che quando viene a mancare, lo si mendica in altro modo; come vedi le storie di tanti lo confermano. Non fermarti a questo ma continua a camminare nella consapevolezza che tu insieme al Signore e alla sua Grazie potrete camminare verso la vera pienezza. Non lasciarti scaraggiare da certi stereotipi, molto diffusi soprattutto al sud, sull'idea del vero maschio che tante volte rischiano di destabilizzare. Tu sei Ciro, con la tua storia, con la tua sensibilità ed è con tutto questo che realizzerai il meraviglioso Progetto della tua vita. Ti abbracio forte Ciro....forza. In Gesù. Fr MAx
- 21 gennaio, 2010
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- Ciao a tutti, volevo rendervi partecipe delle mie sensazioni. Allora continuo il mio percorso con la convinzione che le mie attrazioni derivino dalla distanza che sento rispetto agli altri uomini. Sono d'accordissimo co fra max quando dice che gli stereotipi non servono a nulla. Anzi forse sono proprio quelli che contribuiscono. Il punto e che finche continuiamo a fissarci sull immagine Dell uomo forte e pieno di se e arrogante, non facciamo altro che crearci degli idoli che alimentano la distanza tra noi e gli altri. Quello che credo. Bisogna fare invece e essere se stessi con gli altri, per smitizzare questa idea che ci siamo fatti. Vabbe comunque quello di cui mi accorgo e che quando sto con altri uomini ho la senzazione di essere in adolescente. Mi accorgo che nel rapportarmi a loro sento la necessita di essere come protetto o affermato. ieri facendo una partita di calciotto mi sono soffermato su questo e l ho visto chiaramente. quello su cui secondo me bisogna lavorate e la nostra autostima. Non sentirsi inferiori significa accettare le nostre debolezze senza farcele pesare troppo. avere rapporti di amicizia con altri uomini, cercando il dialogo aiuta a renderci conto che anche loro hanno delle debolezze, e quindi che non siamo inferiori, ma uguali a loro. Lavorare su questo e molto difficile perché ci mette davanti alle nostre paure e ci espone al confronto. Ma con l aiuto di Dio non ci sentiamo da soli, e questo deve darci forza nella battaglia. Coraggio, tutto abbiamo momenti di caduta, ma non tiriamoci indietro. Che Dio sia con noi. Un abbraccio.
- 21 gennaio, 2010
- Achrandos ha detto...
- Innanzitutto vorrei ringraziarvi per le vostre risposte e sono felice che grazie al mio post anche Michael abbia scritto! Sento di dover chiarire alcune cose che ho scritto nell’ultimo post in maniera molto caotica. So che l’omosessualità, come insegna l’APA, di per se non è una malattia. Di per se appunto, poi bisogna vedere cosa ci sta dietro. E so che il paragone con il cancro non regge! Ma nella parola cancro leggete difficoltà, sofferenza. Ciò che voglio dire è che qualsiasi processo di guarigione, fisico, psichico e spirituale, presuppone paradossalmente la serena accettazione del proprio problema. Se voglio risolvere il mio raffreddore, devo ammettere che ce l’ho, così se voglio risolvere la mia difficoltà a pregare, devo ammetterla e confessarla, non solo sacramentalmente, perché qualcuno possa aiutarmi. Lo stesso dicasi dell’omosessualità: se io non ammetto a me stesso di essere tale, anche se a me pace di più dire avere l’omosessualità, non posso assolutamente affrontarla. È proprio l’esserne cosciente, che ti da la forza per combatterla! “Riconosco la mia colpa il mio peccato mi sta sempre dinnanzi, contro di te, contro te solo ho peccato!” A me a volte capitava di non riuscire a riconoscerla quella colpa, o meglio razionalmente sapevo di aver sbagliato, ma con il cuore no. E non perché ne fossi contento, ma perché non riuscivo ad ammettere che quel tizio che si era lasciato umiliare e usare e che aveva fatto altrettanto in quel parco potessi essere proprio io!!! Il mio cuore non riusciva ad accettare quella triste realtà. Era come se un altro si fosse impossessato del mio corpo, ma in realtà ero proprio io! È solo ora che sto ammettendo al mio cuore che quello ero io, che sto chiedendo aiuto in primo luogo al Signore, cosciente di essere nulla, ma che in Lui tutto posso, che sto diventando più sereno. Si io sono debole e povero, ma Lui, è proprio lì che si rivela. È in quei postacci che ho sperimentato l’amore gratuito di Dio. Io ero lì a peccare, a tradirlo, a dargli l’ennesimo bacio di Giuda, è Lui lì pronto ad afferrarmi, a sollevarmi, a fasciare le ferite che io stesso mi ero provocato! È lì che ho sperimentato la veridicità del salmo 138: “Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti!” Si è negli inferi che io lo incontrato. Certo non è necessario scendere negli inferi per incontrarlo! Ma io non posso negare che Lui è sceso nei miei inferi e da lì mi sta sollevando. È solo confidando in Lui che possiamo vincere. Diceva santa Faustina che bisogna guardare con un occhio la nostra miseria per non inorgoglirci e con un altro la Misericordia di Dio che tutto trasforma e rinnova, Che sante parole, ma quanto difficili per noi! Per noi che siamo abituati a guardare solo la nostra miseria, il nostro schifo, dopo tutto reale! Per noi che siamo abituati ad autocommiserarci! Quanto è più facile starsene buttati sul letto a piangere e crogiolarsi! Quanto difficile alzarsi, rimboccarsi le mani e darsi concretamente da fare! Prego il Signore affinchè guarisca le nostre ferite con il balsamo del suo amore e ci faccia la grazia di non accettare solo con la mente tutto quanto è contenuto in questo sito, (di cui, data la nostra esperienza, siamo sicuri!) ma condividerlo con il cuore e credere che tutto ciò è possibile anche per me, per metterci nell’atteggiamento di Maria, che non può non magnificare il Signore per quanto le è accaduto, a differenza di Zaccaria che, con la mente sa che è possibile quanto gli ha detto l’angelo, ma con il cuore non ci crede e quindi diventa muto. Laudato sii mi Signore! Pace e bene! Ps Scusate la lungaggine, ma dopo tutto il pessimismo del’altra volta, dovevo rimettermi in marcia!
- 21 gennaio, 2010
- max ha detto...
- Per Achrandos. Ogni volta che ascolto consegne come la tua non posso che ringraziare il Buon Dio della Grazia di cui fa dono affinche la sua cratura possa tornare sulla strada della Verità. Ti accompagno con la preghiera carissimo affinchè tu possa scoprire sempre meglio che i postacci dove hai mendicato affetto e riconoscimento altro non erano che luoghi dove la misericordia è venuta e viene ad incontrarti. Se hai bisogno scrivimi. la mia mail è ormai nota. Il Signore ti dia la sua Pace e la sua Forza. FR MAX
- 21 gennaio, 2010
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- Volevo ringraziare Achrandos per la sua testimonianza. Sento che la sua esperienza è molto vicino alla mia, soprattutto quando dice che "gli capitava di non riuscire a riconoscerla quella colpa" nel senso che con la mente anch'io razionalmente so di sbagliare, ma con il cuore no, e quindi sento che le parole del salmo si realizzano solo per metà: riconosco la mia colpa, si razionalmente, ma non riesco a vedere il peccato, non riesco a vedere la mano di Dio in tutto ciò che mi sta accadendo. Io sto negli inferi, ma sto al buio e da solo, non vedo e non sento ancora la mano di Dio. Sento solo come un peso enorme e insopportabile questa egodistonia che ha riempito e domina tutta la mia vita. Vi chiedo di pregare per me e per tutti quelli che si trovano in questa situazione. Giovanni.
- 22 gennaio, 2010
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- Sono ancora Giovanni, scusate ma oggi sono proprio nero. Mi sono riletto alcuni precedenti interventi sul forum e non ho potuto fare a meno di sentire sussultare e stringere il mio cuore nel momento in cui constatavo che a me succede la stessa cosa. Mi riferisco agli interventi di Paride del 17 gennaio sull'adorazione, dell'anonimo del 16 gennaio quando parla di una persona che non si stima e prova un sollievo momentaneo nella resa. Da ultimo l'intervento di MarcoItaly del16 gennaio, quando afferma che è necessario scoprire quali sono le motivazioni che stanno alla base della omosessualità. Sento che è veramente importante questo percorso, perchè anch'io sono alla ricerca di queste motivazioni e meccanismi, ma mi trovo a brancolare nel buio. Sarebbe bello fare questo cammino insieme, o trovare qualcuno che passo passo mi aiuti a farlo.
- 22 gennaio, 2010
- max ha detto...
- Per Giovanni: Carissimo Pace a te. Brancolare nel buio è terribile e difficilissimo da sopportare soprattutto quando sei da solo. Il peso dell'egodistonia di cui parli potrebbe diventare, come qualunque fardello, un peso insopportabile con l'andare del tempo. Non credi che è forse il tempo di APRIRE LE BRACCIA? Probabilmente la tua ragione ti risponderà che l'ha gia fatto; evidentemente non basta. APRIRE LE BRACCIA è il tipico gesto del bambino che quando e felice, quando ha paura, quando ha bisogno, quando comunica usa verso la fonte del suo bisogno: il papà e la mamma. Aprire le braccia è un gesto che coinvolge la ragione ma anche il cuore, come totalità dell'essere, di te. Aprire le braccia è dichiarare la propria vulnerabilità....eccomi, sono così....aiutami! Aprire le braccia è fare spazio all'OLTRE te stesso e il tuo dolore....èccoti, entra nella mia vita, guarda e considera se c'è un dolore simile al mio! Aprire le braccia è SCEGLIERE di non decidere da solo cosa è bene o cosa è giusto fare.....si, mi fido di te! Aprire le braccia e scegliere di andare oltre la paura....come farò?....e se poi...?...cosa dico agli altri...?. APRIRE LE BRACCIA E' SCOPRIRSI NON PIU' DA SOLO .....MA INSIEME. Caro anonimo, vuoi tentare di non bracolare nel buio? APRI LE BRACCIA!!! Gesù ti attente. Io ti attendo. Noi ti attendiamo. Un abbraccio Fr MAx
- 22 gennaio, 2010
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- Grazie Fra Max per le tue parole. Aspettavo una tua risposta, perchè sapevo che tu sempre rispondi sollecitamente. Hai colto nel segno quando mi dici che la ragione in questo momento mi dice che l'ho già fatto, ed è vero, ma nulla è cambiato. Ultimamente mi sento solo. Gesù lo sto cercando da molto tempo ma sembra che non si faccia trovare. E' un po' la stessa situazione del Cantico dei Cantici, quando l'amata sente bussare alla porta dall'amato, ma quando apre la porta, l'amato non c'è più. Consigliami tu che cosa devo fare di concreto per riaprire nuovamente e con fiducia le mie braccia. p.s. non sono anonimo, mi chiamo davvero Giovanni.
- 22 gennaio, 2010
- max ha detto...
- Caro Giovanni, cosa devi fare per lasciarti incontrare da Gesù? Non sarò io a dirtelo. Cio' che posso dirti è solo quello che è accaduto alla Maddalena il mattino di Pasqua quando si reca al sepolcro in lacrime cercando il suo Signore che non è più lì. Il suo dolore le impedisce di vedere il Gesù che Risorto è dinnanzi a lei ma che non riesce a riconoscere. Ad un tratto però Gesù chiama la donna per Nome: ...MAria ....e il cuore della donna si apre alla comprensione e Maria finalmente vede il suo Signore. Il dolore, i nostri parametri, le nostre paure quante volte ci paralizzano impedendoci di andare oltre noi stessi....questo è il vero problema. Allora cosa fare in concreto Giovanni? Credo che la risposta può venire solo da quello che Gesù ha fatto: DARE LA VITA E NON CERCARE LA VITA. Gesti concreti? Mettiti in ascolto, dunque lasciati incontrare da quel Signore che è più grande delle tue paure, delle tue distonie, dei tuoi vittimismi, delle tue inferiorità. Metti da parte per un attimo te e contempla quello che ha fatto per te (così come sei ) e quello che ancora vuol compiere. Dunque SCEGLI di andargli incontro, di aprirgli la porta della tua vita e non troverai il vuoto ma colui che entrerà in casa tua e cenerà con te come si dice nel libro dell'Apocalisse. SCEGLIERE PERò SIGNIFICA ANCHE MORIRE....sei disposto a questo? Scrivimi se hai bisogno (byronmp@libero.it) Ti abbraccio forte Fr Max
- 22 gennaio, 2010
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- Buona notte ragazzi, ho letto un po di commenti è sebbene io stia lottando con tutto me stesso contro me stesso, la paura di non farcela e di mollare è tanta....Ho paura di perdermi nella vita diverse situazioni come l amore, l affetto, anche il sesso....ho avuto qualche esperienza omosessuale, ma da più di un anno ho deciso di prendermi una pausa di riflessione per poter capire ciò che voglio...o forse per paura di accettare ciò che sono; non so ragazzi le ricadute ci sono...con la preghiera sono riuscito ad attenuarle, ma non vi nego che il contatto fisico mi manca...eppure non sono il tipo alla ricerca del sesso strano... il mio contatto msn è megico@hotmail.it se vi va aggiungetemi, l ho appena creato giusto per tentare a conoscere e confrontarmi con qualcuno che come me si trova in questa situazione di disagio.... un caloroso affetto ragazzi...comunque vada..un giorno i nostri sforzi saranno ripagati.... e non dovremmo più vivere costantemente con il terrore che i sensi di colpa condizionino i nostri giorni.. con affetto....un giovane sognatore
- 26 gennaio, 2010
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- Cari tutti, questo sito è drammatico e bellissimo! Le testimonianze sono struggenti! La speranza aleggia anche sulle sofferenze più grandi! Ma per favore, qualcuno non potrebbe aprire una sessione per le mogli di mariti dall'orientamento sessuale confuso, etero-dichiarato e omo-nascosto, e magari con tuttta una serie di aggregati disordinati d'altra natura? Come fa una moglie ad aiutare un marito che nega tutto? che non chiede aiuto? Come si fa a riconoscere l'uomo quando chi vuol essere riconosciuto è il bambino? E chi aiuta la moglie??? Grazie! una di queste mogli
- 27 gennaio, 2010
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- Forza ragazzi!!!! Non mollate! Il percorso è duro, ci saranno varie cadute ma non bisogna mollare, occorre rialzarsi, combattere!!! Mi permetto di dare qualche consiglio per chi è messo in queste situazioni, io sto facendo un cammino umano e spirituale che mi sta portando a cambiare, passo dopo passo, la mia vita, a diventare un uomo anche dentro! Non pensate a cose tanto grandi, a cose impossibili, occorre, giorno dopo giorno, fare piccoli passi, andare avanti in modo da rompere i vecchi schemi mentali che tengono imprigionati in certe situazioni e scegliere nelle situazioni difficili! Innanzitutto occorre partire dal presupposto che la masturbazione e/o il sesso non è IL problema, ma un mezzo con il quale si tenta di prendere ciò che non sentiamo nostro. Se uno punta tutto sul pensiero "non devo masturbarmi" non andrà da nessuna parte (esperienza personale) e inoltre si limita a guardare l'apparenza senza esplorare le motivazioni profonde che portano ad attuare certi comportamenti! Incominciate a cercare quelle situazioni nelle quali vi siete sentiti inadeguati come maschi e cercate di capire le emozioni che avete provato, cosa areste voluto fare e come quella situazione ha inciso nella vostra autostima. Cercate inoltre di dare un nome alle emozioni che provate, non rimanete passivamente sommersi da esse ma chiamatele per nome, identificatele e fronteggiatele. E quando vi vengono in mente delle fantasie omosessuali, invece di cedere subito o cercare di "espellerle" come fossero corspi estranei, domandatevi questo: "Perchè sto provando queste fantasie? Cosa mi è successo appena adesso? Perchè ho bisogno di provare queste emozioni? Mi sento inferiore a qualcuno? Mi sento angosciato? Ho paura?" Date un nome a quello che provate!! Cosi diventa più semplice resistere alle tentazioni, perchè facendo cosi si "sgonfiano". Non è facile come percorso, io sono caduto nuovamente nella masturbazione e video porno due settimane fa ma ho anche capito il perchè, mi sono rialzato e sto continuando meglio di prima il percorso! FORZA!!!!!!!!!!!! MarcoItaly
- 27 gennaio, 2010
- max ha detto...
- Cara moglie, pace ate. Hai ragione; quando si vivono situazioni come queste si è talmente presi da dimenticare te e tutte quelle donne che soffrono e non sanno cosa fare. D'altronde questo blog dedica maggiore attenzione agli uomini che vivono un conflitto con il loro orientamento sessuale. MA penso che sia giusto. Io ti consilgierei di attingere comunque dalle testimonianze delle persone che scrivono. In più ti suggerirei di visitare altri siti e blog (agapo, obiettivo chaire, etc). Ma soprattutto ti chiedo di avere tanta tanta tanta pazienza con tuo marito. Se ruo marito ha scelto di camminare verso una libertà sempre più piena, allora fidati di lui e continua a stargli accanto, non col fiato sul collo, ma stagli accanto. Se invece tuo marito nega tutto e continua a mentire allora aiutalo tu a far verità, quantomeno prendendo la questione in mano ma con la delicatezza, la carità e i modi che solo una moglie sa usare per il proprio marito. Parlatene. Scrivi quando vuoi. Ti garantisco che anche tu puoi fare tanto. Pace a te. fr MAx
- 27 gennaio, 2010
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- un plauso alla moglie ricorati che l'omossessuale e' un bambino che ha paura di crescere. Quindi devi cercare di responsabilizzare tuo marito dargli fiducia e soprattutto cercare di aumentargli l'autostima Potresti anche accenare che nel caso lui in passato e presente avesse avuto fantasie (tutti le abbiamo)per te non sarebbe un problema. fargli conosscere sto blog e letture come quelle di Nicolosi che trattano la terapia riparativa Ti auguro un imbocca al lupo e prega vedrai che il Signore ti indichera' la strada giusta per aiutarlo e a tuo marito la forza e determinazione per uscirne
- 27 gennaio, 2010
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- MarcoItaly grazie ancora per la tua testimonianza diretta i tuoi post mi sono di grande aiuto come anche quelli di framax . Continua a scrivere e Forza per il tuo percorso affronta sta battaglia da "Uomo" SENZA PAURA e coraggio.
- 29 gennaio, 2010
- max ha detto...
- per Eclipse. Ciao carissimo. Spero di sentirti più spesso. Sono certo che avrai tanto da condividere con noi fratelli. Scrivici. Se ti va di parlarne più in privato sai dove farlo (byronmp@libero.it). Per MArcoltaly. Forza fratello. Il Signore ti conceda di cogliere tutte queste novità nella tua vita come un Dono suo; un dono che non è fatto ai migliori o perchè si è migliori ma semplecemente ....UN DONO PERCHè SI E' AMATI. Un abbraccio Fr MAx
- 29 gennaio, 2010
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- Grazie Eclipse e Fra MAX Sono contento che quello che scrivo possa essere di aiuto a qualcuno; da quando ho iniziato questo percorso la mia vita sta lentamente cambiando. Nulla di improvviso, nulla di "rivoluzionario", ma giorno dopo giorno scavando nel mio passato e guardando il presente con occhi diversi si riescono a fare piccoli passi. Per esempio la masturbazione: prima, quello era il mio unico modo per sfogare le tensioni e tentare di recuperare il senso di inferiorità verso gli altri ragazzi che sovente mi attanagliava. Mi masturbavo praticamente ogni giorno, era quasi una droga. Adesso ho scoperto che vivere l'astinenza non è un obbligo o una imposizione; semplicemente, mano a mano che incomincio a capire cosa provo e mediante la preghiera, la masturbazione è come passata sullo sfondo, si è sgonfiata, non ha quel potere che aveva una volta. Quindi tutto risolto? Sono finalmente riuscito a risolvere tutti i problemi?? Assolutamente no, come scrivevo, circa due settimane fa sono ricaduto e anche ieri sera, a causa di un'angoscia mal gestita, stavo per ricadere (e ancora adesso mi domando come abbia fatto a resistere. Ringrazio Dio per questo). Tutto questo per dirvi che nel cammino per uscire da questa situazione, per diventare uomini, non fila tutto liscio: le tentazioni ci sono, le paure/angoscie del passato anche. Dove sta la novità allora? Nel fatto che adesso le riesco a gestire, riesco a capirmi, a gestire la mia vita con maggiore serenità. Le cadute ci sono state e ci potranno essere; a volte resistere (ieri sera) sembra una cosa impossibile ma ci sono riuscito. Non so se a voi è capitato di domandarvi "Ma a che serve questo percorso? Stavo meglio prima?". Anche a me capita a volte (molto meno adesso). Se posso dirvi la mia personalissima opinione: VALE LA PENA FARE QUESTO CAMMINO!!!! Nonostante si possono avere delle giornate veramente dure e occorre metttersi in gioco come mai in tutta la vita, se tornassi indietro incomincierei nuovamente questo percorso!! Se avete dubbi in proposito, domandatevi se prima eravate felici, se prima la vostra vita vi piaceva: io me lo sono domandato e la risposta è stata NO. Adesso posso scegliere di cambiare, di diventare un uomo, di scendere in profondità e di vedere le motivazioni che stanno alla base di tutto questo. Prima, l'unica risposta che trovavo era la masturbazione. Non mollate!! E se cadete, rialzatevi e andate avanti!!!!!!!! MarcoItaly
- 30 gennaio, 2010
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- Ciao a tutti, voglio ringraziare ciascuno di voi per i post pubblicati: ogni volta che li leggo mi vengono le lacrime agli occhi. Voglio anche dire che sarei estremamente felice se mi accettate nel vostro cuore per sentirmi meno solo in una battaglia che purtroppo mi vede diverse volte sconfitto ma che ancora non ha spento la speranza. Per ricambiare del vs affetto cercherò di pregare, nei momenti di "lucidità", e spero anche nei momenti di "lotta", per tutti voi e per chi ancora non si è deciso a liberarsi di questa ossessione... Veramente con tantissimo affetto. Paolo (Umbria)
- 30 gennaio, 2010
- max ha detto...
- Per Paolo. Ciao ..."Cocco"... mi rivolgo a te così perchè essendo Umbro sai cosa vuol dire in perugino ( per chi non lo sapesse è un modo affettuoso per salutare una persona). Il Signore ti doni tutta la sua forza e la sua pace. Paolo carissimo non sei solo, e spero che tu possa iniziare a comprenderlo anche da questo spazio che hai deciso di aprire nella tua vita. Non mollare e ricorda che davvero non sei solo: noi tutti ti stiamo vicini. Tu che come me vivi nella terra di San Francesco (...che grazia!!) attingi alla santità di questi luoghi e a quello che di grande possono offrire alla tua vita sulle orme di Francesco, il quale solo fidandisi di Dio e diventato San Francesco. Se ti va e avessi voglia, fatti vivo; possiamo parlarci e incontrarci visto che siamo corregionali. Negli altri post precedenti trovi la mia mail; se vuoi cantattarmi. Paolo, il Signore Gesù ha dato la vita per te...PENSA QUANTO TI AMA!! A presto. Fr MAx
- 30 gennaio, 2010
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- Grazie per l'accoglienza: il fatto di non essere più "invisibile" agli altri con il proprio "problema" mi è di grandissimo aiuto !!! Voglio lasciare una piccola testimonianza: stavo passando un piccolo momento di "lotta", quando ho deciso di scrivere sul blog. Volete sapere che è successo? La "tentazione" si è subito sgonfiata ! Allora ho pensato questo: la "tentazione" si nutre dello sconforto e della disperazione, con parole suadenti del tipo: "chi te lo fà fare?, Sei solo al mondo, nessuno ti capisce! Goditi il tuo momento solitario!! Lascia stare tutti quei ridicoli sensi di colpa!" ecc. Il fatto che noi siamo qui a scrivere (prima non volevo assolutamente farlo per vergogna, soprattutto verso me stesso) è molto importante perchè ci mette in luce per come siamo: tutti abbiamo le nostre debolezze e non le dobbiamo nascondere per paura di essere giudicati: il nasconderle crea panico, angoscia e ansia; il condividere con gli altri crea solidarietà e aiuto. Di questo aiuto abbiamo bisogno, e tanto !!! Dio vi benedica tutti... Voglio anche dire questa cosa: rileggendo uno dei post meno recenti mi ha colpito molto una parola: "ESODO". Si: noi dobbiamo sentirci in Esodo. Uscire dalla Sodoma degli incontri "non buoni" e non voltarsi indietro cedendo alla tentazione di pensieri (e visioni)impuri col rischio di "rimanere di sale". Ecco: di questo purtroppo ho ancora paura: di voltarmi indietro e spesso lo faccio... Paolo (Umbria)
- 01 febbraio, 2010
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- Io non sono una moglie, ma sono ancora una fidanzata. Leggo spesso questo forum e vi faccio i miei complimenti per come state affrontando questa DURISSIMA BATTAGLIA. FORZA RAGAZZI, NON SCORAGGIATEVI E CONTINUATA A LOTTARE. Io sto cercando di aiutare il mio fidanzato, ma a volte è veramente dura. Lo vedo demotivato e poco convinto, quasi pronto ad arrendersi. Lo amo moltissimo, ma a volte è difficile stargli vicino, ho paura di sbagliare qualsiasi cosa faccio. Volevo esprimere la mia solidarietà alla moglie che ha scritto, so quanto è dura, io continuo a pregare Dio e gli chiedo di darmi la forza per aiutare l'uomo che amo. Un abbraccio pieno di speranza a tutti voi e che Dio ci assiste lungo i nostri percorsi. Con affetto! Speranza
- 01 febbraio, 2010
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- Ciao a tutti, Vi rendo partecipi nuovamente delle mie senzazioni in questo mio viaggio iniziato da poco. Mi e piaciutoquello che ha detto Paolo a propsito della sofferenza nei momenti di difficoltà. Non so se capita anche a voi, ma io noto che quando sono in difficoltà le attrazioni crescono. Più vivo un momento di sconforto, più le mie attrazioni verso gli altri uomini sono forti. Io penso che questo sia dovuto al fatto che quando siamo in difficoltà la nostra autostima cala e di conseguenza il nostro complesso di inferiorità si fa più grande. Van der aardweg nel suo libro dice di distinguere che la sofferenza di un egocentrico riguarda l importanza della persona, cosa che non accade in una persona matura. Io penso che questo sia un punto importante che ci può svelare il nostro egocentrismo per lavorarci sopra. Io personalmente mi accorgo piano piano di quanto sia ripiegato su me stesso, di come per esempio le sensazioni cambino a seconda del punto da cui si guarda. Il nostro egocentrismo e l immagine Dell uomo forte e che non ha debolezze penso siano le cose su cui devo lavorare maggiormente. cercare di stabilire un rapporto di dialogo con un uomo più grande di me mi aiuta per esempio a vedere che anche lui ha le sue debolezze, che in fin dei conti non siamo così diversi... Alle volte e difficilissimo cercare di stabilire un rapporto paritario, perché sono troppo ripiegato ed egocentrico e allora il mio complesso di inferiorità affiorisce. serve tanto coraggio e tenacia. Alle volte e durissima, e ci sono giorni in cui penso che non ce la faro mai a cambiare, giorni in cui mi chiedi se ho sbagliato qualcosa, mi sento insicuro, giorni in cui sento grande sofferenza per questo pensiero... Ma una frase mi piace molto ripetere a me stesso in qst giorni: un uomo forte non e quello che non vuole cadere mai, ma quello che cade e si rialza subito. Ho sempre pensato che essere uomini significasse essere perfetti, ma non e così. Tutti sbagliamo e cadiamo, ma se poi ci rialziamo dando il giusto peso agli sbagli e alle sofferenze, se la finiamo di autocommiserarci e rendere le cose più grandi di quello che sono, per quanto lungo e difficilepossa essere questo cammino continueremo a lottare. Pensare che Dio mi e vicino più nei momenti di caduta mi aiuta tanto. Voglio riporre in lui le mie sofferenze e le mie speranze, perché so di essere meno solo in questa lotta. Forza ragazzi non molliamo, andiamo avanti e accontentiamoci dei piccoli passi senza esaltarci o deprimerci troppo. Forse anche questo non aiuta. Che Dio sia con tutti noi. Un abbraccio Daniele
- 02 febbraio, 2010
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- La vostra attenzione mi ha fatto piangere! E mi son chiesta perché? In questi pochi anni di matrimonio è la prima volta che mi sento presa sul serio, e che qualcuno entra in materia anche sui problemi di mio marito. Ho pensato, e perdonate la formulazione: è possibile che creda all’abiezione solo chi è direttamente in trincea con essa? Benché i media trabocchino di sofferenza umana d’ogni genere, fino ad oggi, né dal mondo della medicina, né da quello religioso mi sono sentita presa sul serio (salvo poche eccezioni che mi esortavano alla pazienza e alla misericordia) come se tra la realtà che tutti sentiamo nominare e la persona che ti sta davanti ci fosse un muro: quello succede solo agli altri, a te non può succedere! Ho pensato la parola “abiezione” e vi chiedo perdono! Di fronte a chi combatte in mezzo a tante sofferenze, forse questa parola manca di misericordia. Questo ha un’origine nella mia storia, perché io l’ho conosciuta. Io non sono migliore di nessuno, men che meno di mio marito! Non posso, né voglio, giudicare nessuno. Spero di non occupare spazio abusivamente, se dico che anch’io sono una scampata. Salvata dalla misericordia di Dio. Da giovane, la mia voglia di mondo mi ci ha fatto cadere dentro, e ho conosciuto l’abiezione a cui ti porta uno strano mix di curiosità, orgoglio e disgusto di sé. Oggi posso dire che le parole del salmo “il Signore ha dato ascolto al mio grido e mi ha tratto dalla fossa della morte!” sono parole vere, succede davvero così! Cosa mi ha aiutata? La misericordia di Dio che si è manifestata in vari modi. Dalla mia esperienza: non rinunciate mai a educare al bene, alla verità, alla giustizia (secondo Dio), e chiamate il male e i peccati con il loro nome! Annunciate la misericordia di Dio, il suo amore per i peccatori, e mostratela in atto. Non fatevi scoraggiare dall’apparente uso che le persone ne faranno, continuate a sperare e a pregare. Così facendo voi seminate un seme di bene che avrà molteplici effetti. In me, quello che i miei hanno seminato, mi ha aiutata a: -avere consapevolezza (più o meno vaga) che se facevo il male quello era male -scoprire quando avevo toccato il fondo e provare a gridare aiuto a Dio (non per tutti è ovvio, vedo persone per le quali sembra che il fondo non sia mai abbastanza basso) -il seme di bene piantato dentro di me ha continuato a urlare la sua esistenza finché non gli ho dato ascolto. Altre grazie: -il Signore mi ha lasciato l’idea (anche se allora confusa) che Lui aveva ragione, per quanto scomodo, incomprensibile, e difficilmente realizzabile, lui sapeva quel che diceva, per cui se peccavo avevo sbagliato e dovevo confessare il mio peccato, è stata una lotta, ma alla lunga ha dato frutto. -Non mi sono mai chiesta se il domani sarebbe stato uguale all’oggi. Sapevo che probabilmente sì, vedevo i miei fallimenti, la mia debolezza era sempre lì, l’opinione di me era ai minimi storici, ma volevo essere dall’altra parte. E questo è stato fondamentale. E dopo questa esperienza della misericordia di Dio, ora sto qua a ripartire da zero con la mia conversione! Ora i miei peccati sembrerebbero “meno gravi”di allora, invece sono gravissimi: orgoglio, giudizio, disattenzione, rabbia, fino a scoprirmi tracce di odio… Ogni giorno tocco la mia miseria, ogni giorno fallisco, ogni giorno scopro quanto bisognosa di misericordia sia io! Mio marito è migliore di me! Non credo che una moglie di un omosessuale, o di un malato sessualmente ferito abbia meno bisogno di aiuti per i suoi dubbi e per i suoi fallimenti, il fallimento è lì, quotidiano, al primo attacco che arriva di sorpresa! E non sempre ogni giorno mi rimetto nelle mani del Signore, anzi! quante volte ho voluto “arrangiarmi io”… Le esortazioni che vi scambiate valgono anche per me! Grazie che ci siete! Coraggio!!! Moglie
- 02 febbraio, 2010
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- Per Fra Max e Eclipse Ringrazio Fra Max della sua risposta e dei suggerimenti. Ora credo anch’io sia giusto concentrare le forze, anche perché mi sto accorgendo di una cosa, quando esco dal vostro blog ho una grande pace, come se il blog fosse accompagnato, come un carisma particolare, e in questo senso penso che sia giusto rispettarlo nella forma in cui si è manifestato. Mio marito di fatto nega tutto, e i vaghi tentativi di affrontare fatti gravi, hanno avuto reazioni violentissime e disastrose, immediatamente si parla di divorzio o separazione e spesso uno dei due se ne va di casa più o meno “spinto” dall’altro. Con la conseguenza (voluta? di sicuro efficace!) che così non si tocca più nessun argomento critico. Io ho sbagliato tantissimo! E continuo a sbagliare! Gli sono stata sul collo, e ci sto ancora spesso, con l’inutile e patetica speranza di proteggermi da qualche nuova ferita. Assolutamente inutilmente, perché tanto lui “draga” uomini e donne anche in mia presenza. E anche con la speranza di capire cosa stava succedendo. mi ci sono voluti ca. 2 anni per avere un quadro abbastanza completo, e l’omosessualità non è neanche il problema più disordinato. All’inizio qualcuno mi ha esortato alla pazienza, ma è talmente massacrata la mia pazienza, anche dai miei pensieri. Quanto a quello che una moglie possa fare, conosco solo il mio fallimento, come moglie e come cristiana. Cosa che non sfugge neanche a mio marito, il quale, con una precisione “micidiale”, me lo fa notare. Troppo spesso sono presa da me stessa. Succede una strana cosa tra mio marito e me, lui è “frutto delle sue ferite”, ciò meriterebbe tanto amore e basta, invece le conseguenze su di me possono far molto male e io mi chiudo. In più è come se lui avesse appreso le “strategie” di chi gli ha fatto male e le riproducesse contro di me, così riesce a suscitare in me tutti i sentimenti distruttivi che lo affliggono. C’è anche una sovrapposizione di rapporti tra chi gli ha fatto male e la mia persona, come se io non fossi io e basta, ma fossi esemplare omologato ai suoi torturatori, così qualunque cosa dica, pianga o faccia è inutile, perché tanto avrò un secondo fine e comunque gli faro del male, e a me questo fa star male oltre a farmi venire un‘irritazione enorme. Se potrò scrivere ancora vi sono grata! Grazie anche a Eclipse! I tuoi suggerimenti mi mettono un po’ in difficoltà. E se il bambino che ha paura di crescere, NON PUÒ??? Mi spiego, se la paura di crescere e aprirsi è bloccata da una ferita talmente grande e incapsulata che è mantenuta parallelamente alla propria vita per tutta l’esistenza senza alcuna “ribellione”? Quanto al rinforzare la sua autostima ho delle difficoltà enormi, perché da un lato lo vorrei fare e vedo che ne ha bisogno, dall’altro (apparentemente) vengono recepite solo le gratificazioni ad un io ipertrofico, ferito e acritico, e a me fa venire il nervoso, detta sinceramente, perché mi sembra di nutrire la parte malata… e poi vado in crisi. Scusate, sono stata invadente! Se ho esagerato, prego dirmelo chiaramente. Un abbraccio a tutti! Che il Signore benedica questo sito, questa vostra lotta e vi assista sempre! Moglie… che continua a pregare… ma che ogni tanto desidererebbe una pausa da tutto sto incubo… Ps: come si fa ad aggiungere un nickname invece del triste anonimus?
- 02 febbraio, 2010
- max ha detto...
- Per le mogli: Carissime donne della pazienza, del dolore, della sopportazione. PAce a voi. La vostra è una presenza preziosa accanto ai vostri mariti ma allo stesso tempo una fonte di grande impotenza. Come i vostri uomini anche voi portatate il bagaglio di una storia condita da ferite e fragilità, comune a tutti noi; in più il dolore e la fatica di un compagno di viaggio che parte per luoghi sconosciuti nei quali dice di non volervi. Io ammiro e lodo la vostra presenza, per quanto ferita e traballante. A voi una parola fratena: SAPPIATE COLTIVARE UN CUORE DOCILE ED ACCOGLIENTE COME IL GREMBO DAL QUALE SI GENERA LA VITA. Siate pazienti come lo si è quando si porta in seno una vita per nove mesi, sapendo che solo nel tempo qualla vita potrà crescere e maturare. MA soprattutto SIATE LIMPIDE E ChiARE: SE C'è UN ARMA VINCENTE in questa situazione è QUELLA DI GIOCARE A CARTE SCOPERTE. Siate il porto sicuro dove il vostro amore possa trovare ristoro; l'aggrassività serve a nulla. Siate donne: cioè complemento dell'altro. L'altro lato dell'invadenza e dell'aggrassività è l'accoglienza. Ma per fare questo ci vuole un grande sostegno, la fonte dove poter attingere quello che potrete dare: è questo non è il vostro marito ma è la treza persona presente e garante della vostra unione: Gesù Cristo:..."imparate da me che sono mite ed umile di cuore" Lc 14. UN abbraccio e forza . Fr MAx
- 02 febbraio, 2010
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- Per Daniele Ciao Daniele, grazie per scrivere anche tu delle tue emozioni e delle tue lotte!! Ti sento particolarmente vicino perchè scrivi cose che anche io vivo quotidianamente, in particolar modo quando dici che vivendo momenti di sconforto le tue attrazioni omoerotiche aumentano. Quanto hai ragione!! Ed è proprio questo il punto! Le angoscie, le paure, la bassa autostima eccetera eccetera eccetera non fanno altro che aumentare la frustrazione verso le situazioni stressanti e l'unico modo che abbiamo per affrontarle (ovvero l'unico che conosciamo) è la maturbazione e le fantasie varie, perchè in quei momenti diventiamo "protagonisti attivi" della nostra vita, ci sembra finalmente di essere capaci di fare. Ma è come un film in televisione, quando la spegni, devi tornare tristemente alla realtà e ti accorgi che non hai risolto nulla. Occorre sbloccare questo circolo vizioso affrontando passo dopo passo le paure che fino a ieri ci hanno soffocato e alle quali rispondevamo solo con la masturbazione; non è facile, nemmeno un pò, ma è tramite queste scelte nuove che potremo diventare adulti e finalmente liberi di scegliere di non essere sopraffatti dalle tensioni. Io finalmente sono riuscito a capire da dove origina il tutto, ovvero la mia paura più grande, più profonda, più radicata in me è quella di non essere accettato, di essere rifiutato dai miei coetanei. Ho ricevuto troppi rifiuti in passato e ne sto pagando ora le conseguenze. La consapevolezza di quale sia la "causa prima" delle situazioni che sto vivendo, mi da l'opportunità di lavorarci meglio, di concentrarmi su questa. Ma dall'altro lato, sto vedendo con maggiore chiarezza i miei limiti e la forza di questa paura cosi radicata. Ho paura perchè la sfida è grande, ma non per questo voglio mollare!!! Ho capito finalmente il perchè di tantissime cose, ho capito il perchè delle attrazioni omoerotiche, delle masturbazioni, del senso di inferiorità. Ora devo trovare la forza di andare avanti, perchè sarebbe molto più comodo tornare a prima ma per la prima volta vedo una Luce nuova e, per quanto difficile potrà essere il mio cammino, tale Luce è sicuramente più vera, più bella e più forte delle tenebre dalle quali voglio uscire. Preghiamo Dio gli uni per gli altri!!!! Un abbraccio a tutti!!!! FORZA!!
- 02 febbraio, 2010
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- Per la moglie "anonimus". Se vuoi inserire un nome, sotto a dove scrivi il commento ci sono varie voci sotto al titolo "Scegli un'identità". Io non so darti un consiglio, cara moglie, perchè non sono il tipo da questi consigli. L'unica cosa sulla quale penso si dovrebbe lavorare per sbloccare la situazione secondo me è tuo marito: fino a quando non ammetterà le sue debolezze e chiederà aiuto, non penso potrà uscire dal "guscio" in cui si è rintanato. Lo capisco comunque, non è facile uscire, sono troppe le paure che ti tengono prigioniero, ma la Speranza c'è sempre e tutti quelli che scrivono su questo blog te lo dimostrano! Si può intraprendere un cammino, basta capire quali sono le debolezze che ci caratterizzano. Capisco anche te, però, e, davanti ad una Fede come la tua, che nonostante tutto rimani al suo fianco e vuoi migliorare la sua vita, non so cosa dire. Semplicemente ti dico GRAZIE perchè non ti fermi alle apparenze, vuoi aiutarlo veramente, stargli accanto nonostante le difficoltà. Prega il Signore che aiuti tuo marito ad uscire dal guscio e a te che ti dia la forza per andare avanti!! Scrivi quando vuoi, se possiamo ti aiutiamo senza nessun problema!!!!!!
- 02 febbraio, 2010
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- Anch'io voglio ringraziare tutti voi. Le vostre parole mi aiutano tantissimo. Sto vicino al mio uomo ormai da due anni. Da due anni combattiamo insieme, ma ultimamente la lotta si sta facendo dura. Cara moglie, mi rispecchio nelle situazioni che descrivi e ti capisco, so quello che provi. Anch'io , a volte ho la sensazione che il mio fidanzato mi lanci addosso tutto il suo dolore. A volte provo una gran rabbia davanti alla sua inerzia, davanti al suo chiudersi in sè, davanti alla sua auto-commiserazione. Ho letto tanti libri, in particolare mi hanno colpito quelli di Nicolosi, magari se li leggi anche tu possono esserti d'aiuto. Se ti va possimo parlare e confrontarci. Le tue perole sulla fede mi hanno colpito moltissimo. Io non faccio che pregare e chiedo a Dio di darmi la fede, la pazienza e la capacità di stare accanto all'uomo che amo. Sento che dio mi è vicino e senza il suo sostegno nn ce l'avrei mai fatta. Grazie a tutti voi per le vostre parole e un grazie a Frata Max che infonde in noi il seme della speranza e dell'amore di Dio. Continuo a pregare per il mio uomo e per tutti voi. Grazie per il sostegno. Con affetto. Speranza
- 02 febbraio, 2010
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- Pietro - l'innamoramento dovrebbe essere una cosa che ti fa patire dentro perchè hai il desiderio di stare sempre con quella persona, ti senti completo solo se sei con lei, non è solo il sesso, che naturalmente rimane la cosa principale, ma è anche la voglia di fare le cose assieme, di condividere tutto, insomma quasi di immedesimarti in lei di volere solo il suo bene perchè capisci che solo in questo modo realizzi anche il tuo, non ti pesa assolutamente qualunque sacrificio che ti chiede, anzi non lo senti proprio il sacrificio perchè e quello che vuoi fare. Ma non vedi che si sono certi amanti che rischiano quasi la vita, o sono disposti a fare migliaia di chilometri per raggiungere la persona amata. Insomma se lo vuoi sapere compiutamente dovresti leggere quei poeti che hanno scritto di questo, o anche molte canzoni che parlano dell'amore per capire che forza è. Naturalmente quasi sempre questa fase di innamoramento pazzo diminuisce, ci sono però delle coppie che rimangono in quello stato quasi per tutta la vita. Ecco io questa cosa penso di averla sperimenatata solo una volta
- 02 febbraio, 2010
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- Sono anonimo del 23 agosto 2oo9 - Pietro - Ho scritto dante cose su di me - ma sono rimasto senza parole - mi aspettavo che qualcuni dicesse quancosa - anche critiche - silenzio completo - qualcuno ha detto qualcosa- vorrei che tanti di voi leggessero tutte le lettere dopo il 23 agosto - che voi - insomma ditemi qualcosa - mi ha dato impressione di parlare ai muri - mi aspettavo almeno delle critiche - vedo che lo fate con tante - Grazie
- 02 febbraio, 2010
- max ha detto...
- Per Pietro. Ciao carissimo, finalmete ti risentiamo!!! Per quanto mi riguarda ti chiedo scusa se non ti sei sentito considerato e accolto nella tua consegna ma non è stato voluto, almeno credo. Sono andato a rileggere la tua storia; molto intensa. MA a cosa servirebbe ora risponderti su cose di cui non sappiamo come siano proseguite? Allora Pietro caro, raccontaci di come stai oggi, di come è andata la tua vita in tutti questi mesi. Sei sposato giusto? con tua moglie come va? Come ti senti? Sai carissimo, a volte capita di sentirsi messi da parte e trascurati e non è una cosa che riempie di gioia. Io da parte mia di chiedo scusa e ti rinnovo il mio povero ascolto e la mia disponibilità. Non sentirti solo. Ci siamo. Un abbraccio Fr MAx
- 02 febbraio, 2010
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- Per la moglie e la fidanzata. Pace a voi. Mi fa molto piacere leggere le vostre storie, provo una grande tenerezza e compassione. Io potrei essere il vostro marito o il vostro fidanzato qualche tempo fà. Io sono il vostro amato e la vostra condanna, sono il bambino che volete crescere e l'uomo che desiderate al vostro fianco, quel diamante grezzo che i vostri occhi hanno visto in me e desiderano tanto veder sbocciare. Quando vi sento parlare sento parlare la persona che amo, la persona che ha creduto in me fin dall'inizio, quando vi sento parlare sento l'amore di Dio, sento la sua infinita tenerezza per me e per i vostri mariti e compagni. Ho ascoltato le vostre storie con le vostre paure e debolezze e mi ritrovo molto. Anch'io sono stato un compagno difficile, cinico, egoista, pauroso, chiuso, introverso. E' grazie all'amore che ho conosciuto nella mia compagna, che non è altro che il riflesso dell'amore di Dio, che sono riuscito a crescere. E' grazie al vostro materno, dolce, fiero, generoso e pieno amore che potete esserci vicine. E poi tocca a noi, tocca a noi crescere, non lo può fare nessun'altro al posto nostro, noi dobbiamo iniziare a proteggervi invece che cercare protezione, e dobbiamo proteggervi sopratutto da noi stessi. Siete brave, vi ammiro molto. Condivido pienamente le parole di Fr. Max. Una sola cosa aggiungo: L'amore è paziente, è benigno l'amore; non è invidioso l'amore, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L'amore non avrà mai fine". Fate di voi il volto dell'amore, il cammino di ogni uomo-donna è comunque scoprire in sè il volto dell'amore. Nella vostra condizione io aggiungerei di farlo in modo veramente gratuito, non solo per far andar bene le vostre storie, cosa comprensibile, ma tendete veramente ad amare l'altra persona, senza aspettarvi nulla in cambio... E comunque vedrete che Dio non dimentica e da 1 fa sempre 100 se investi per lui, se investi per l'amore. Scopritevi dono l'uno dell'altra... con affetto. Marco
- 02 febbraio, 2010
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- Cari amici, ieri sera ho visto la seconda puntata del film Agostino (RaiUno, 1° febbraio 2010). L'omelia di Ambrogio è stata per me rivelatrice, penso possa esserlo anche per alcuni di voi, per cui la trascrivo. La lettera uccide, lo Spirito vivifica. Queste parole di Paolo hanno due significati. Il primo è che la bibbia non va intesa in senso letterale. Dire che Dio ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza, ad esempio, non significa che Dio assomiglia all'uomo fisicamente, in senso materiale. Ma che la nostra vita spirituale, la nostra capacità di amare, la nostra libertà, è questo, questo che rende l'uomo simile a Dio! Ma le parole di Paolo hanno anche un secondo significato. Pensate ai fiumi di montagna: quando incontrano un ostacolo diventano più forti, lo travolgono impetuosi e precipitano, con ancor più violenza. Lo stesso accade con i nostri desideri: ostacolati da una legge diventano più forti e ci precipitano, verso il male, verso la morte. Anche in questo senso la lettera, ovvero la legge, uccide; ma il Signore ci dona anche il suo Spirito, e lo Spirito vivifica, lo Spirito guida il nostro desiderio, lo Spirito ci fa amare il bene, lo Spirito ci rende liberi!
- 02 febbraio, 2010
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- Ciao ragazzi, A distanza di molto tempo mi sono collegato al blog e ho visto che è sempre più viva e forte la voglia di combattere contro questo dilemma. Ho visto nuovi nomi che hanno preso il posto di altri che non leggo da molto tempo, ai quali auguro e spero che siano usciti dal maledetto tunnel. X Achrandos: La psicologia è una grande scienza ma come sai non è esatta. Su un concetto ci possono essere varie sfumature, a volte anche opposte. Ho studiato questa materia al liceo e anche io cercavo risposte in quei libri e m'immedesimavo in quei meccanismi, ma quando ho letto che "l'omosessualità non è da considerarsi una malattia ma può diventarlo se non accettata" allora mi sono sentito stimolato a cercare risposte ed ho trovato questo blog. Ho capito che non è con il libri di psicologia che ci si deve rapportare bensì con se stessi e con gli altri. X Daniele: Quando potevo, ho sempre rifiutato giocare a calcio proprio perchè non mi sentivo all'altezza di competere con gli altri ragazzi. Perciò se lo facevo mi limitavo a mettermi in porta, sperando che la partita si svolgesse dall'altra metà del campo piuttosto che la mia. Purtroppo viviamo in un paese dove il calcio è tutto, dove i discorsi della maggiorparte delle persone si basa su di esso escludendo così dai discorsi le persone che non hanno una fede calcistica così avvilita. Qualunque persona voglia fare due chiacchiere su messenger il mio contatto è saws89@hotmail.it . A presto!
- 03 febbraio, 2010
- max ha detto...
- Ciao ragazzi. San Paolo dice che... TUTTO CONCORRE AL BENE DI COLORO CHE AMANO DIO...Rm 8,28 Denigrare, rifiutare la propria vita, quello che è accaduto, i traumi, i dolori, le umiliazioni... ma anche i contributi che ci vengono offerti dalle scienze umane (es la psicologia) o la teologia (il parlare di e su Dio) possono offrire per il BENE DELL'UOMO, non credo che serva a molto. é perdere un' occasione preziosa. La psicologia aiuta alla GUARIGIONE dell'uomo, la teologia alla sua SALVEZZA: due realtà che dovrebbero entrare IN DIALOGO ED INTEGRARSI per DARE ALL'UOMO LA POSSIBILITA' DI SCEGLIERE... LIBERAMENTE.... A CIO' CHE TI VIENE PROPOSTO. Allora se gurdiamo all'uomo come MISTERO (nella sua essenza) allora scopriremo quanto queste due aree possono incontrarsi e integrandosi portarlo sulla strada della LIBERTà DI SCEGLIERE COSA VOLERE. Ricordiamo una cosa importante: essere liberi da....non significa non passare attraverso il dolore e il sacrificio che è parte integrante della nostra vita. Il potere salvifico del dolore è quello di poter trasformare la nostra vita in altro se accettiamo di entrare in quella sofferenza...; però per far questo ci vogliono a mio avviso due cose: gli strumenti umani che aiutino a entrare in certi dolori dai quali ci si è staccati ( NB:anche se si prova dolore non significa che lo si è accolto!!!) e scoprire che in quel dolore NON SIAMO SOLI ma c'è chi porta con noi quel dolore e ha il potere/Grazia di trasformarlo cioè rendorlo vitale. Non si tratta di trovare la strada per RAGGIRARE IL DOLORE ma di entrarci e scoprire il potere che il DOLORE HA DI TRASFORMARE LA TUA VITA IN QUALCOSA DI NUOVO PER TE E PER GLI ALTRI. Vi abbraccio di cuore in Gesù Cristo ....TUTTI. Fr Max
- 03 febbraio, 2010
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- Ciao sono Chiara ho trovato questo sito per caso e vorrei raccontare la mia storia. Quando avevo 16 anni conobbi al mare un ragazzo austriaco di un anno più grande di me, diventammo grandi amici e passammo tutta l'estate insieme. Con il tempo ci eravamo persi di vista, ma grazie a un social network l'anno scorso ci siamo ritrovati. Lui mi ha fin da subito detto di essere omosessuale e aveva anche una relazione con un ragazzo poco più grande. Quest'estate sono andata 3 mesi nella sua città vicino a Insbruck per studiare il tedesco, lui mi ha ospitata a casa dei suoi genitori che io conoscevo bene. Beh...Alla fine dei 3 mesi ci siamo fidanzati. E' stato tutto stranissimo, fin dal mio arrivo lui era parso turbato e insicuro. Piano piano mi ha confidato il suo malessere. Si credeva gay, ma da quando aveva rivisto me le cose erano cambiate dentro di lui, sentiva che per lui c'era qualcosa di più grande, di diverso. Ha cambiato vita, abitudini, ha deciso e avuto il coraggio di CAMBIARE. A me non importa quale sia stato il suo passato, so solo che adesso stiamo benissimo insieme e che vogliamo sposarci per culminare questo progetto insieme. Lui cel'ha fatta!
- 05 febbraio, 2010
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- anonimo 23 Agosto - Pietro Carissimo fratello max .- verso innizio di aprile 2009 scoprii per caso il blog e incominciai a leggere dall’inizio tutte le storie – per la prima volta nella mia vita sperimentai di non essere solo. E attraverso queste storie ho incominciato a riflettere e a capire da dove potevano aver cresciuto dentro di me questo tipo di debolezze. Dopo avermi confrontato con tanti storie , ho sentito dentro di me come se Gesù parlassi al mio cuore attraverso di voi fino al punto che ho pensato che voi tutti siete degli angeli . Percio non mi sono sentito non accolto ne quanto incominciai a scrivere ne tanto meno adesso. Pero constatavo che alcuni senza fare riferimento , non si comportavano bene verso altri – perchè pur avendo le stesse debolezze in maniera un pò diverso diventavano giudici nei confronti di alcuni in particolari su alcuni persone sposate.- per esempio alcuni dicevano che non era giusto che una persona con tendenze omo decideva all’insaputa della futura mogli di sposarsi . A seguito di cio decisi di scrivere la mia storia, proprio per essere compagno di coloro che venivano “imcopresi” – Pero dopo 6 mesi non ho ricevuto alcun cenno di queste persone . E mi son chiesto il perché non hanno detto nulla .- Non devi sentirti in colpa per nessun motivo , ansi proprio tu ed un altro che non ricordo mi avete dato il benvenuto incoraggiandomi . Continuo a seguirvi sempre – prego per voi e per me – anche se non scrivo .- Dopo la testimonianza di alcune moglie e fidanzate ho sentito una grande spinta a inviare il messaggi dell’innamoramento che naturalmente non sono parole mie ma ti un amico che mi ha inviato tempo fa che io ne rimasi colpiti . pensai anche e chiesi a Gesu in quell’ocassione di darmi la grazia di innamorarmi in questa maniera di lui . Che Dio Benedica queste moglie e fidanzate gli dia tanta Forza e gli gli chiedo perdono se siamo causa di sofferenza . Bene la mia vita e un continuo lottare contro le pulsioni – devo dirti che il nostro blog mi aiuta tanto. . Con mia mogli va tutto bene –ansi ve lo ripeto da quanto ho conosciuto il blog tante cose stanno cambiando . A presto- ciao
- 06 febbraio, 2010
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- Ciao Chiara e ciao a tutti i ragazzi del forum. Sono la fidanzata che ha scritto qualche giorno fà. Questo forum mi aiuta tanto, perchè mi fà sentire meno sola e mi aiuta a capire un pò di più l'uomom che amo. Vedo che tante persone lottano come noi e mi fà sperare che davvero l'amore, il vero amore, possa superare ogni cosa. A volte vorrei poter fare di più, vorrei davvero essere capace di amare nel modo in cui Gesù ci ha insegnato: in modo totale senza aspettarmi nulla in cambio. Ci provo, ma a volte è così difficile e la paura mi schiaccia. In questi momenti prego Dio intensamente e sento che Lui mi è vicino, e così sento la forza di andare avanti, sento questo amore dentro di me che mi spinge ad andare avanti. Vorrei ringraziare Marco per le bellissime parole che hanno davvero commosso il mio cuore. Grazie per i consigli, a volte è così difficile aiutare chi prova tanto dolore. A volte ho la sensazione che il mio uomo scagli questo dolore contro di me e questo mi fà tanto male. Io ho tanti sogni, tante speranze, lui spesso si chiude nel suo cinismo e mi ripete che la felicità nopn esiste, che lui non può essere felice davvero. In questi momenti mi sento così impotente, vorrei poter fare qualcosa di più. Per Chiara: grazie per la tua testimonianza, se ti va raccontaci qualcosa di più. Un caro ed affettuoso saluto a tutti. Ale77
- 08 febbraio, 2010
- max ha detto...
- x ale77. A volte vorrei poter fare di più, vorrei davvero essere capace di amare nel modo in cui Gesù ci ha insegnato: in modo totale senza aspettarmi nulla in cambio. Ciao carissima...quello che scrivi e bellissimo e verissimo e possibilissimo....tutto questo nella misura in cui lascerai che siano i suoi sentimenti a prendere vita nelle tue scelte e nei tuoi gesti verso te stessa e dell'uomo che ami. Gesù ci insegna che l'Amore più alto è quello che non fugge dalla sofferenza ma in essa trova la nuova linfa per una nuva vita. L'amore vero non è quello che fugge ma quello che resta ancorato alla Verità fino a dare la vita. Abbraccia il tuo uomo. Ti abbraccio fr Max
- 08 febbraio, 2010
- alessia ha detto...
- Hai ragione caro frate Max, probabilmente Dio mi sta chiedendo proprio questo. E' solo che a volte nella mia miseria di essere umano, mi dimentico di quanto sia bello donarsi completamente per amore, e soprattutto quanta vera felicità questo possa dare. Spero di migliorare me stessa come donna nel donare questo amore che è fonte di vita. Sento che il Signore mi è vicino e non mi abbandona. Questo mi dà una forza immensa. Proverò a non dimenticarmene e ad avere fiducia in Lui. Durante la messa ho sentito dire che "la fede in Dio e la paura sono inversamente proporzionali. Più aumenta la fede più la paura diminuisce e viceversa" So che Dio mi sta chiedendo "fidati di me" mi dispiace solo che a volte non sono all'altezza di tutto questo, ma nel mio cuore sento tanto amore e so che dentro di me posso trovare la forza e il coraggio di donarlo al mio uomo senza riserve. Continua a starci vicino con le tue preghiere. Un saluto affettuoso a tutti, anch'io vi ricordo nelle mie preghiere. Ale77
- 09 febbraio, 2010
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- Per Pietro Ciao Pietro, bentornato tra noi! Mi dispiace che hai notato un "clima inquisitorio" su questo blog, soprattutto "contro" le persone sposate. Qui siamo tutti persone che espongono le loro debolezze per rendere partecipi gli altri del fatto che non sono soli e per ricevere aiuto e conforto. Se qualcuno ha detto qualcosa tanto da sembrare un giudice non l'ha sicuramente detto con cattiveria; a volte magari diciamo qualcosa che sentiamo particolarmente e magari eccediamo nei termini; ma nessuno è giudice di nessuno qui dentro, siamo tutti qui per aiutarci a vicenda. Scrivi quando vuoi, Pietro! :-) Per Alessia Ciao e bentornata anche a te!! Leggendo il tuo ultimo intervento noto che dici che a volte lui sembra scaricare il suo dolore contro di te. Ora, non conosco la vostra situazione quindi ti posso dare un consiglio di massima, basato sulle mie sensazioni e sulla mia storia: se anche lui ha avuto una madre emotivamente dominante, magari in certi attimi vede in te sua madre e quindi, quando è particolarmente giù o stressato, scarica su di te la sua angoscia. Inoltre, tu sei la sua figura di riferimento adesso, si sente protetto da te e quindi più facilmente tirerà fuori anche il suo dolore. Se posso darti un consiglio: invece di "subire" passivamente tutto ciò restando male, diventa attiva, domanda a lui le motivazioni di questo dolore, domanda da dove nasce, a cosa sta pensando, cosa sta provando. Provate a capire insieme cosa fa scattare questo dolore e perchè lo riversa contro di te. Se non provate a capire cosa stà alla base, quello rimane soltanto uno sfogo temporaneo, che non fa altro che allontanare solo temporaneamente il problema. Un saluto a tutti!!! MarcoItaly
- 09 febbraio, 2010
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- SALVE CONOSCETE UNO PSICOTERAPEUTA ''RIPARATIVO'' IN ROMA CHE NN SIA TROPPO ESOSO MAGARIIII...........GRAZIE. CIRO
- 12 febbraio, 2010
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- Per Ciro: mesi fa avevo contattato il Narth ma purtroppo mi hanno detto che non esistono psicoterapeuti "riparativi", perlomeno a loro affiliati, a Roma e nel Lazio. Il più vicino è a Pisa. Per Pietro: nessuno ti ha voluto attaccare nè tantomeno giudicare. Fiuguriamoci poi fare distinzioni fra sposati o meno. Continua a scrivere e non temere il giudizio degli altri (cosa che tutti soffriamo). Per quanto mi riguarda, ho solo detto che chi sa di essere omosessuale non dovrebbe cercare di guarire forzandosi conuna relazione eterosessuale: in primo luogo perchè coinvolgerebbe un'altra persona e poi perchè rischierebbe facilmente di autoingannarsi soffrendo in fine di più per l'ennesimo fallimento. Ciò non toglieche chi sia già sposato debba fare di tutto per salvare il proprio matrimonio nella più completa sincerità verso se stessi e verso la propria compagna.
- 12 febbraio, 2010
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- Ragazzi forza!!! Evitiamo di piangerci addosso le nostre disgrazie, basta con il vittimismo! Non siamo le persone più sfortunate in questo mondo. Facciamo del nostro dolore un punto di forza, ringraziamolo per averci dato più sensibilità, più profondità, più capacità analitiche però poi lottiamo per uscirne. La virilità si conquista ed a noi è stato chiesto di lottare di più come molti altri lottano per altre mete. E' troppo facile vedere in fotomodello e pensare di unirci a lui per avere poi quelle qualità idealizzate che noi supponiamo possieda ma che poi non ha: torniamo anzi iniziamo a vivere nella complessa realtà del mondo da uomini.
- 12 febbraio, 2010
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- Per anonimo del 12 gennaio. Ciao scrivi una email al narth narth.italia@gmail.com chiedendo a loro questa informazione. Ciao A.
- 12 febbraio, 2010
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- Pietro - In questa lotta sperimento sempre più tangibile l'amore di Dio . attraverso i vostri commenti che rileggo sempre , e mi piace meditarle , perchè mentre li medito , scopro la mia fragilità .- effettivamente appena arriva lo sconforto a seguito di un avvenimento , e poi si ci sente tristi , le fantasie prendono il sopravento. Come se questi animali selvatici che vivono dentro di noi si alimentassero con lo sconforto - tristezza - contrarietà ecc.- bisognerebbe individuarle e dare un nome ( come dice qualcuno). In questi giorni dicevo a qualcuno che se io guardo un film porno – e quando guardo il film gli miei occhi si fissano in quelle immagini - cosa uscirà fuori dalla mia fantasia giorno dopo giorno . Difatti mentre guardo il dvd (film) la mia attenzione più che nelle parole che possono dirsi va nelle immagini , si magazzinono dentro la mia mente – e poi mi devo masturbare pensando tante cose ecc. ecc . Poi nei momenti di sconforto a seguito di qualche contrarietà questi animaletti selvatici prendono vita , nel momento di ammarezza , vengono fuori . L'altro giorno ho guardato con molta attenzione un film apocalisse e ho cercato di : non solo ascoltare e capire il film ma anche di fissare nella mia mente immagine che venivano proiettate dal film . Durante la notte nel risvegliarmi più volte invece di fantasticare fantasie erotiche - la mia mente fantasticava sul quelle immagini proiettati dal film . cosa voglio dire: se io continuo ha guardare film che proiettano immagini non buoni e chiaro che le nostre fantasie saranno più distorte e poi ci saranno delle cadute .- la lotta deve iniziare anche da qui ,cercare di non guardare siti che danneggiano di più la nostra fantasia, guardiamo molti film che parlano di Dio e proiettano immagini forti. Sono certo che questi immagini buoni appena entrono dentro la la nostra testa diranno a quei popoli selvatici “FUORI di qui “ ed prenderanno pian piano dimora .-, cerchiamo di guardare tanti film religiosi non so se sono stato chiaro .-
- 14 febbraio, 2010
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- Pietro.- La vera vita 15 1«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3Voi siete gia mondi, per la parola che vi ho annunziato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. 8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. 9Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. 12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.
- 14 febbraio, 2010
- max ha detto...
- Per Piero. Grazie per gli ultimi interventi. Nel primo a proposito dei film dici il vero; infatti "cio' di cui ti nutri a sua volta ti nutre". Dunque occorre custodirsi da certe immaginie nonsolo per un discorso morale (che ha un suo fondamento teologicoo e antrooplogico) quand'anche di CUSTODIA DI SE'. I film pornografici, la masturbazione fanno parte di quei CIRCOLI FRUSTANTI che autoalimentano il malessere e la solitudine di chi vi ricorre. La ricerca disperata di amore, di considerazione, di riconoscimento che non arriverà mai con questi strumenti, stanca e dispera...! MASTURBARSI, NUTRIRSI DI FILM PORNO, FARE SESSO COMPULSIVO,DISORDINATO, OCCASIONALE,altro non è che nutrire la propria solitudine e la propria frustrazione e allontanarsi dalla Verità dell'amore e della sessualità stessa. Allora la strada di restare unti alla Vite di cui parla il Vangelo equivale a dire SCEGLIERE DI USCIRE FUORI DA UN ISOLAMENTO DISTRUTTIVO E LASCIARSI, COME I RAMI DELLA VITE, POTARE PER PORTARE MOLTO FRUTTO. Carissimo Pietro e ragazzi....OCCORRE CUSTODIRSI ED ESSERE FERMI NEL FUGGIRE DA CERTE OCCASIONI. Se al momento senti di non essere pronto a frequentare certi luoghi perchè rischi di ricadervi, oppure sai che navigare su internet ti conduce ad accedere sempre a Siti POrno....ALLORA FERMATI E ALLONTANATI DA QUESTE FONTI...ne scoprirai i benefici. Un abbraccio a te e a tutti. Fr Max
- 14 febbraio, 2010
- Federico ha detto...
- Ciao a tutti, è un pezzo che non scrivo nulla, spero che stiate tutti bene, rigrazio fra Max per la sua presenza i mezzo a noi, essendo lui un consacrato porta qi nel forum e nei nostri cuori Cristo, di questo suo "SI" e quindi di questa sua disponiblità nel farci Luce dobbiamo esserene grati al Padre. Detto questo passo al mio quesito che vorrei rivolgere proprio a te fra Max. Quando mi capita di vedere un uomo attraente che ha delle partiolari caratteristiche che attirano la mia attenzione, invece di fuggire tendo a rimanere li e a "combattere" contro quello sbagliato modo di vedere, mi spiego meglio: ieri sera stavo guardando un programma televisivo e c'era un ballerino che ha catturato la mia attenzione, ovviamente era molto mascolino e bello esteticamente, in primo impatto, nel primo istante sento come se mi prendesse un colpo, come una scarica emotiva, poi mi sono detto "calma e razionalizza non cedere assolutamente a questa emotività" e così cercavo di guardarlo il piu possibile proprio per studiare gli elementi del suo fisico perfetto e mi sonno detto " a questo ragazzo è piu facile farsi amare perchè è bello" contemporaneamente a questo processo di razionalizzazione di quello che stavo guardando provavo attrazione emotiva-sessuale che non controllavo cioè la subivo passivamente, e qui la domanda: ho peccato? Se non avessi guardato non avrei provato quella attrazione o meglio quella spinta ad adorare quel ragazzo. Mi pare anche di ricordare che man mano che lo guardavo la attrattiva sessuale diminuiva, così sono andato su intenet per cercare qualche foto di lui per finire di esorcizzare la mia attrattiva verso quel ragazzo. Alla fine quella fiammella di attrazione si è spenta e sono tornato a fare quello che stavo facendo prima con serenità, senza alcun desiderio sessuale. Dopo qualche ora mi è venuto il dubbio però di averlo adorato e desiderato, cioè di averlo preferito a Gesù e questo pensiero mi ha tormentato perchè poi mi venivano pensieri in mente del tipo "se non guardavi è vero che non combattevi il modo sbagliato che hai di vedere l'uomo ma non avresti provato l'attrazione sessuale e la tendeza ad adorare, ti sei esposto alla tentazione!!!!" Dunque non so cosa pensare oggi ho fatto la Comunione e ho avvertito comnque pace, sai cosa c'è fra Max? In queste piccolezze mi spiace tantissimo offendere Gesù, proprio in queste piccolezze! Non riesco ad accettare che una parte di me ha fame di mondo quando ho assaporato le delizie della Grazia, per questo soprattutto quesi piccoli desideri terreni feriscono Gesù! Ti ringrazio in anticipo. Viva Gesù, Viva Maria!!!
- 15 febbraio, 2010
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- DONA LA PACE A NOSTRI CUORI O SIGNORE Medjugorje Ave Maria. Pregate, pregate, pregate. Non è una semplice ripetizione, la Nostra Mamma Celeste non ci vuole dire pregate, ah! ancora non avete capito pregate! e una terza volta ma allora siete proprio sordi PREGATE!BASTA! In questi tre piccoli verbi, è racchiuso una carezza d'amore verso di noi. La Nostra Mamma Celeste ci dice pregate, iniziate con 7 Pater, 7 Ave e 7 Gloria; prima di iniziare invocate lo Spirito Santo con il Cuore, dite il Credo e poi iniziate. Iniziate così, con poco..DOVE VOGLIO ARRIVARE? In qualche modo ovunque siamo cerchiamo la PACE; ma questa pace mi fa veramente volare? Nel secondo mistero della gioia si contempla: LA VISITA DI MARIA AD ELISABETTA "In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse IN FRETTA una città di Giuda.." dal Vangelo secondo Luca Raggiunse in fretta? Ma cosa vuol dire qanche nel Vangelo bisogna andare di fretta? C'è anche qui agitazione? NO Maria la NOSTRA MAMMA CELESTE era ed è in un CONTINUO SLANCIO D'AMORE. La Mamma Celeste in un Messaggio ci dice: NON VI DICO DI CORRERE MA DI VOLARE! IN QUESTA VITA LEI VUOLE CHE NOI VOLIAMO! Consacriamoci al Suo Cuore Immacolato di Maria. Lei dice: ABBANDONATEVI TOTALMENTE A ME. Vi prego non fraintedetemi so cosa avete dentro; quante volte si è stati fragili; quante volte si voleva cambiare una volta per tutte..e invece..CORAGGIO! Il mio più grande desiderio rimarrà sempre fino all'eternità: IL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA! CHE ESPLOSIONE DI GIOIA! GIOIA GIOIA GIOIA Vi benedico con la Benedizione Materna. La Mamma Celeste ci ha detto benedite sempre! Ave Maria
- 15 febbraio, 2010
- max ha detto...
- Per Federico. Ciao carissimo e grazie per quello che ci hai consegnato. L'episodio dell'attrazione verso il ragazzzo in tv e la relativa descrizione del processo di razionalizzazione che hai fatto.....direi che è un buon esercizio. Di fronte a un immagine che per svariati motivi hai erotizzato non ti sei fermato a quello che hai vissuto e questa è un ottima cosa. In questo modo hai cercato di leggere realente cosa si nasconde dietro l'attrazione per quel tipo di ragazzo che ti attira. Fare questa lettura delle attrazioni compulsive omoerotiche aiuta ad andare oltre e a cercare il vero bisogno che abita il tuo cuore. LA cosa migliore sarebbe condivierlo con qualcuno e verbalizzarlo; ti farebbe molto bene. Se puoi fallo. Ripsetto al peccato puntualizzo alcune cose. Il PECCATO è un atto o un desiderio contrario alla legge dell'amore; è scegliere di rompere la relazione con chi ti ha dato la vita, un dargli le spalle, una disobbedienza a chi sà ciò che è bene per te, per scegliere te come autore di ciò che è bene.. Questo modo di ragionare e agire FERISCE LA NATURA DELL'UOMO, PONENDOLO IN UNA CONDIZIONE CONTRARIA A QUELLA PER CUI è STATO PENSATO DA SEMPRE DA DIO: ....SCEGLIE DI ALLONTANARSI DA DIO PER STARE DA SOLO SOLO. La varieta dei peccati può essere grande. Li puoi distinguere secondo L'OGGETTO, oppure secondo la VIRTU' da cui scegli di allontanarti. Il peccato può rigurdare Dio, il prossimo o se stessi. Il peccato può essere distinto in quello di pensieri, parole , opere,omissoine. In quanto a GRAVITà il peccato si distingue in MORTALE E VENIALE. E' mortale quando c'e: -MATERIA GRAVE,(uccido qualcuno) -PIENA AVVERTENZA,(sto che sto scegliendo il male)) -DELIBERATO CONSENSO (scelgo in libertà agire ). QUESTA CONDIZIONE TENDE A UCCIDERE LA CARITà E UCCIDE L'AMORE E LA COMUNIONE CON DIO E PORTA ALLA MORTE INTERIORE SE LASCIATO COSì Ma ci sono i sacramenti che vengono incontro a questa frattura. E Veniale quando: -la materia E' LEGGERA O ANCHE GRAVE, - NON C'E' PIENA CONSAPEVOLEZZA O TOTALE CONSENSO. QUESTA CONDIZIONE non rompie l'alleanza con Dio ma INDEBOLISCE LA CARITA'E LE VIRTù. Manifesta un affetto disordinato per i beni e le cose create; ostacola il cammino e la crescita dell'anima nell'esercizio delle virtùe nella pratca del bene. ESISTE UNA RESPONSABILITà NEI PECCATI QUANDO VI COOPERIAMO COLPEVOLMENTE. LA RIPETIZIONE DEL PECCATO PURTROPPO GENERA IL VIZIO. Per una sana coversione occorre: il cambiamento del cuore, la presa di coscienza del propri peccati, provarne dolore/riconoscere che è sbagliato, proposito/desiderio di non ricommeterli, impegno/desiderio voluto di cambiare la propria vita e riordinarla. Il perdono di Dio attraverso i Sacramenti è molto più che un semplice condono: è un gesto creativo del Padre con cui ci fa sperimentare quanto ci ama e ci vuol bene: un abbraccio di riconciliazine e di pace, un ritornare a guardarsi negli occhi. Il sacramento della penitenza (confessione) è il cammmino con cui la Chiesa acccompagna la guarigione dei suoi figli. Tale sacramento E' NECESSARIO PER CHI COMPIE PECCCATO MORTALE, mentre NON è NECESSARIO PER CHI COMPIE PECCATI VENIALI PER I QUALI OCCORRE ESSERE SINCERMANETE PENTITI, COMPIERE OPERE DI CARITà E PARTECIPARE ALL'EUCARESTIA. (per capire quali sono è ben sempre cofrontarsi con i sacerdoti e parlarne) Spero caro Federico che queste cose ti possano aiutare nel tuo discernere cio' che è bene e cio' che e male. Se hai bisogno scrivimi e ne parleremo meglio ( byronmp@libero.it ). Sta sereno e vivi i sacramenti come un DONO per te e non come un dovere/precetto. fR Max
- 16 febbraio, 2010
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- Pietro - Caro amico Max – io penso : hai ragione e ti ringrazio perché dici queste cose e scuoti dentro di me i diavoletti selvatici .- Ma se una persona non credente omo e a rapporti omo ed e convinto di amare . Questa persona non sa che ciò che fa e Male (PIENA AVERTENZA) percio non sapendo cio che fa si esclude il (DELIBERATO CONSENSO) e anche (PIENA AVERTENZA ) . Certamente questo non vale per me – perché io so che ciò che compio e peccato mortale . Una persona che non ha la presa di coscienza dei propri peccati – percio non può riconoscere di avere sbagliato dove il Peccato grave ? Naturalmente questo discorso non vale per noi perché Lo Spirito Santo a fatto in modo che noi prendessimo coscienza dei nostri peccati – proviavo dolore – riconosciamo che è peccato ecc.- Ma scusa e peggio per noi che abbiamo avuta la grazia di prendere coscienza del peccato ? Non riesco con le parole giuste ciò che voglio dire ma certo che nonostante ciò tu capisca .-
- 16 febbraio, 2010
- max ha detto...
- Per Pietro. Ciao carissimo Pace a te! La relazione col peccato dipende dall'orientamento valoriale a cui si fa riferimento. Il problema per un non credente non è la consapevolezza o meno del peccato quanto l'orizzonte e il fine con cui si misura. Non è solo un problema di consapevolezza del peccato o meno; dipende anche dal principio e dal fine che si sceglie di seguire e a cui si orienta tutta l'esistenza. Oggi vivamo in un clima di puro relativismo dove non esiste una Verità assoluta per cui tutto va bene; di conseguenza una logica di questo tipo non comporta ne la coscienza e ne la consapevolezza di peccare. Per un Cristiano ovviamente il discorso è diverso; il peccato deriva dall credere in un Dio che ha a cuore il mio bene e mi conduce lungo la via che puo' farmelo gustare (il bene) e da cui io scelgo di allontanarmi per seguire quello che invece io penso essere bene per me (mi metto al posto di Dio); in questo caso però ho una fonte e un riferimento da cui parto e verso cui tendo. Inoltre prendere coscienza del proprio peccato non significa tornare alla purezza originaria; significa che nonostante la tua fragilità sei certo che Dio ti ama più del tuo peccato e sa ciò che è bene per te e insieme alla tua ripsosta cercate di perseguire la via che ti condurrà verso la pienezza. Non so se sono stato chiaro. Fammi sapere. Un abbraccio e buon inizio di quaresima a e te a tutti.Fr MAx
- 17 febbraio, 2010
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- Ieri sono rientrato in chiesa...mi spiego meglio non che non entrassi da tanto...anzi appena posso, ci vado per il silenzio che e'sempre presente in essa, anche se al centro della citta'o in un piccolo paese, per me e'fonte di serenita'.ieri ci sono entrato non per ascoltare il silenzio ma per trovare DIO...da anni ho escluso la chiesa dalla mia vita, giudicata un luogo perbenista, ho abolito la confessione, le messe, l'ostia, ma qualcosa incredibilmente mi ha attratto verso questa istituzione non solo per la pace e la tranquillita'che ho sempre riconosciuto e respirato, ma, per confessarmi, ed informarmi sui gruppi di preghiera...spero che questa riscoperta, questa forma diretta di amore verso il SIGNORE non mi abbandoni mai piu'. CIRO
- 19 febbraio, 2010
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- Sono una ragazza che ha amato un uomo che penso sia omosessuale. Ci siamo conosciuti in parrocchia, e nei primi mesi è stato dolcissimo, premurosissimo e presente. Poi, sono emersi gli sbalzi d'umore, l'essere sfuggente, le ambiguità con le altre ragazze. Il nostro rapporto non era sereno, con alti e bassi, incomprensioni, ma di codipendenza. A distanza di molti mesi mi ha confessato di avere disturbi alimentari. Dopo che ci siamo lasciati e rivisti più volte, mi ha confessato di avere il timore di essere omosessuale, lasciando intuire che almeno nell'adolescenza ci sia stato qualche episodio in merito. Ha iniziato e chiuso varie relazioni perchè, come nel mio caso, si è reso conto disperatamente di non essere riuscito ad innamorarsi (nei primi è convinto di esserlo). E' una persona molto instabile, che ha sofferto molto dell'assenza e l'irresponsabilità del padre, e dell'aggressività della madre. Chiedo a tutti voi se effettivamente è omosessuale, visto che il dubbio ce l'ha ancora oggi che ha superato i 30 anni. Attualmente ha una relazione con un'altra ragazza, nei cui confronti è di nuovo super protettivo e attento. Mi chiedo, inoltre, se, nel caso lo fosse, è possibile che, ricevendo tanto amore da questa ragazza (è più solare e paziente di me), eventualmente sposandola e avendo dei figli, possa colmare il grande vuoto interiore che ha. Mi pongo queste domande perchè gli voglio ancora bene. Datemi delle risposte. Grazie.
- 19 febbraio, 2010
- max ha detto...
- Per Claudia: Ciao carissima. Grazie per aver posto la tua fiducia in noi. Non credo che la strada giusta sia quella di ragionare nei termini se il tuo ex ragazzo, che ami ancora, sia o meno omosessuale. L'omosessualità non è uno stato che necessità della verifica di alcuni indizi che facciano capire se siamo di fronte ad un etero o un omosessuale. Forse è bene chiedersi che cosa tu possa fare per aiutarlo a camminare. Sicuramente starà soffrendo. LA SOLUZIONE PIù CARITATEVOLE E MENO INVASIVA E' LA " PROPOSTA ". Prova ad indicargli di visitare questo Blog o altri siti dove andare a leggere articoli e testimonianze che possano illuminarlo (obiettivo chaire, gruppo Lot, agapo etc...) E soprattutto prega per lui; chiedi per lui la forza di rompere il muro della paura di guardare in faccia al proprio dolore. Claudia cara facci avere tue notizie. Fr MAx
- 19 febbraio, 2010
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- Per CIRO Anche io ho escluso Dio e la Chiesa dalla mia vita per molto tempo, convinto di essere "autosufficiente" in tutto e di non aver bisogno di nessuno. Poi, piano piano, mi sono scoperto fragile, con delle mancanze affettive derivate dall'infanzia. Per me riscoprire Dio e la Chiesa è stato l'inizio del percorso che sto compiendo da quasi un anno (e in modo più concreto da pochi mesi). L'incontro con Dio è stato la riscoperta di non essere solo, di essere amato nonostante i miei limiti e le mie debolezze, nonostante i peccati. Giorno dopo giorno mi sto lasciando sempre più abbracciare da Lui e sento che realmente sto cambiando in meglio, mi sento più sicuro, più sereno, meno angosciato. E' duro come percorso, lungo e difficile. Ma ne vale sempre e comunque la pena perchè adesso capisco molte cose di me e sto crescendo. Ti auguro di trovare anche a te, in Chiesa, quella forza e quella serenità che trovo anche io ogni volta che entro. Per CLAUDIA Ciao e grazie per avere scritto e per esserti aperta a noi: di certo non posso dirti se quel ragazzo è o meno omosessuale, quello lo sa solo lui. Posso dirti, per esperienza personale, che io adesso sto facendo un percorso come ho scritto prima e, mentre per anni ero CONVINTO di essere omosessuale, ora sto capendo sempre di più che non sono omosessuale ma le mie tendenze omosessuali derivano da una mancanza di affetti soprattutto dal mondo maschile subita nell'infanzia. Da quel poco che posso capire da ciò che scrivi penso che quel ragazzo non abbia ancora tentato nemmeno di capire da cosa derivano questi suoi comportamenti e sbalzi d'umore. per quando riguarda il fidanzamento con una ragazza, se ha avuto una madre o comunque figure femminili emotivamente preponderanti, non riuscirà ad avere una relazione sana con una ragazza perchè, non appena quest'ultima assumerà comportamenti che ricordano sua madre, lui automaticamente tenterà di chiudersi e ritirarsi. Ovviamente questo NON è la legge, è semplicemente una mia considerazione basata su quello che provo io, quindi prendila come tale. Fino a quando non metterà ordine nella sua mente e nella sua vita, non penso che una ragazza potrà fare altro se non stargli vicino e consolarlo.
- 19 febbraio, 2010
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- Ringrazio Max e MarcoItaly per aver preso in considerazione quanto scritto qualche giorno fa. Voglio dirvi che io sto pregando per lui. Non posso fare altro che questo, visto che ha un'altra relazione e io gli voglio ancora bene. Posso dirvi che lui aveva già iniziato un percorso per superare il disturbo alimentare che ha da anni, sicuramente derivato dai dubbi sulla sua omosessualità e carenze affettive. Io, da quando mi aveva manifestato i suoi dubbi, non gli avevo più chiesto se avesse fatto chiarezza. Semplicemente mi aveva detto che non sapeva chi fosse, la sua personalità, sessualità non definita. Nel tempo l'ho visto terrorizzato dal fatto che non si fosse innamorato delle ragazze che aveva frequentato. Ha frequentato una dopo l'altra queste ragazze, secondo me, nel tentativo di innamorarsi e provare a se stesso di non essere omosessuale. Vi ho chiesto se secondo voi è omosessuale perchè i dubbi che ha mi fanno pensare che lo sia, poichè non è un adolescente, ma un uomo che supera i 30 anni. Si vede che ha sofferto e soffre tuttora. Posso solo pregare per lui, come per tutti voi. Grazie. Ditemi che ne pensate.
- 22 febbraio, 2010
- max ha detto...
- Per Claudia. Ciao carissima. Continuo a dirti che il problema non è dare la sintomatologia che identifica una persona omosessuale e non. Davvero non fossilizzarti su questo problema. Se hai ancora una buona relazione d'amicizia con lui invitalo con delcatezza a fare Luce nella propria vita....probabilmente in questo momento navighera nella confusione del senso della sua vita!! Se invece non hai voce in capitolo allora continua a stargli vicino nella preghiera e prega il Signore di fargli incontrare i suoi Angeli attraverso i quali possa lasciarsi interrogare (ovviamente di angeli il mondo è pieno; il loro volto è un po' diverso da quello che immaginiamo nella nostra fantasia...tante volte son rivestiti di tanta miseria anche loro...! ma fidati ce ne son tanti!) Non sapere che sei a livello sessuale è solo la punta di un Isberg più profondo che destabilizza tanto. Un abbraccio e un ricordo in Cristo. Fr MAx
- 22 febbraio, 2010
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- Appoggio totalmente quello che ha detto fr MAX sul fatto che non sapere chi sei dal punto di vista sessuale è soltanto la punta di un isberg; anche io all'inizio puntavo tutto solo e soltanto sul concentrarmi sull'idendità puramente dal punto di vista sessuale e nient'altro. E questa prospettiva è sempre stata dannosa perchè non mi permetteva di andare nel profondo e vedere da cosa sono generate le fantasie omosessuali. Purtroppo non è un lavoro facile quest, occorre tempo e molta fatica perchè si scoprono cose parecchio dolorose che hanno condizionato la tua vita e che continuano a condizionarla ancora oggi...e non importa l'età, puoi avere 20, 30, 100 anni ma fino a quando non metti ordine nella tua vita non riuscirai mai a crescere. Io ci sto riuscendo piano piano e questo perchè mi sono affidato a Dio e sto capendo molte cose della mia vita. Tanti auguri Claudia, spero che tu riesca ad aiutare quel ragazzo!
- 22 febbraio, 2010
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- Ciao, è molto interessante quel che avete scritto: non immaginavo che essere confusi dal punto di vista sessuale fosse solo un aspetto della sofferenza che provate. Infatti, pensavo che il tutto si fossilizzasse su questo! Siccome tutto ciò non riesco a comprenderlo, vorrei chiedervi di spiegarmi in dettaglio che cosa avete capito alla luce del percorso di analisi interiore che state facendo. Che cosa ha originato la vostra sofferenza? che cosa vi fa sentire smarriti, confusi e continuamente insoddisfatti?
- 23 febbraio, 2010
- alessia ha detto...
- ggi mi sento triste e sola e così scrivo su questo forum dove tante volte ho trovato conforto. Vedo il mio ragazzo, l'uomo che amo soffrire tanto e io mi sento profondamente impotente. In questo periodo lo vedo rassegnato, come se non credesse più nella possibilità di liberarsi e di stare meglio. Sono molto preoccupata, non lo vedo più così convinto di voler chiudere quella porta per sempre. Queste fasi sono cicliche, ovvero momenti di convinzione si alternano a momenti di grande sconforto e rassegnazione. Rssegnazione a sentirsi diverso da tutti gli altri uomini. Io credo nel cambiamento, ma il problema è che ultimamente non credo che lui ci creda tanto. Non so che fare, come stargli vicino se non con la preghiera. Lui spesso mi dice che le cose che ho letto, riguardo alla terapia riparativa, mi hanno un pò fomentato e che non sono tutte vere. Mi addolora infinitamente che la pensi così, ma capisco che devo rispettare i suoi pensieri. A volte ho l'impressione che questo dolore lo schiacci e che pur di non provarlo cerchi qualsiasi alibi mentale per stare meglio, ma del resto credo che una persona e le proprie idee vadano rispettate. Dice di sentirsi fragile e ci credo. Che posso fare per stargli vicino? Forse voi potete capirlo meglio di me e potreste aiutarmi, lui dice che io non posso capire veramente cosa si prova e forse è vero. Vi prego ho bisogno del vostro aiuto. Con affetto e speranza.
- 23 febbraio, 2010
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- vedo che scrivono anche le mogli/compagne... allora scrivo anch'io. Mio marito tutto quello che fa lo fa cercando di gestire/per gestire l'ansia, parla di un "rumore" interno che passa per poco facendo l'amore, ha tratti di depressione. Non ha nessuna idea di cosa possa essere la verità, e ha una confusione totale sui sentimenti e sulle emozioni. I sentimenti degli altri non hanno diritto di cittadinanza nella sua testa. Trovare le sue emozioni e i suoi sentimenti è arduo. ha un inclinazione a bere troppo, per farcela o per anestetizzare. quando è molto stanco e siamo in giro o cerca un bagno o cerca di andare a parcheggiare da solo e quando torna ha tracce farinose/polverose bianche o in faccia o sui vestiti. ha problemi di masturbazione, pornografia, omosessualità, ma la lista non finisce qui, perché guarda troppo bambini e anziane. lui dice che non sa di niente. e continua a fare la comunione, ma se c'è una possibilità che capisca male la Parola quello succede. conversione non si sa dove sia. All'inizio avevamo un prete che mi diceva di essere paziente, poi molto paziente, poi ci siamo persi di vista, un altro mi diceva di avere pazienza... e così via... col risultato che ora non mi crede nessuno perché dicono che con mio marito ci sono stata troppo perché cio che dico sia vero. Gli psichiatri ci scaricano, i preti più o meno anche, spesso dicono cose diverse a uno e all'altro e il rapporto di fiducia si rompe, oppure si crea un caos inspiegabile e il rapporto salta comunque. Gli esorcisti non ci ricevono o perché siamo troppo lontani, o perché nessuno di noi parla lingue strane. Alla fine ho cominciato a recitare l'esorcismo di papa Leone da sola, e così sono cominciati colpi inspiegabili negli armadi di legno. In casa io sento correnti fredde anche quando è tutto chiuso. qualche idea? voi parlate di prendere in considerazione gli esorcismi, se conoscete qualche esorcista che ci prenda sul serio con questi problemi... per favore ditemi qualcosa x mail. abitiamo in zona Milano. caterina caterina[PUNTO]disperata[CHIOCCIOLA]gmail[PUNTO]com
- 23 febbraio, 2010
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- Per Alessia Ciao e bentornata: mi dispiace per la situazione che devi affrontare, ma da questo punto di vista non c'è niente di nuovo: le fasi cicliche di speranza e poi di rassegnazione sono molto presenti in chi ancora non ha fatto chiarezza nella propria mente. Io stesso ho attraversato queste fasi, ti senti demoralizzato, vorresti tornare indietro e ti senti confuso. In questi momenti occorre avere la forza di andare avanti!! Domandagli cosa c'è che non va, domandagli perchè si sente cosi fragile. E' successo qualcosa in particolare che l'ha demoralizzato? Sul fatto che dici che forse il dolore tende a schiacciarlo e a stimolarlo alla ricerca di alibi ti posso dare ragione, anche se ovviamente siamo tutti diversi. A volte si è tentati a mantenere lo stato attuale delle cose solo per la paura di cosa ci sarà dopo! Sul fatto che ti dice che non puoi comprendere fino in fondo come si sente purtroppo ha ragione, ci si sente come impossibilitati a crescere, a cambiare la nostra vita, è un dolore profondo che nasce da paure vecchie e che sono difficili da superare. Ma ti posso assicurare che una volta iniziato un serio cammino e facendo chiarezza nella testa, molte cose tornano a posto e si vive assolutamente meglio!!!! E per cammino non intendo la psicoterapia, che per altro può comunque aiutare. Io sto facendo un percorso sia spirituale sia umano. Dal punto di vista umano sto facendo chiarezza nella mia storia personale, scoprendo quali sono le motivazioni che stanno alla base delle tendenze omosessuali; capendone i motivi, poi si possono attuare scelte di vita che permettano di cambiare e io me ne sto accorgendo proprio in questo periodo. Ho iniziato ad usciere di più da casa, a sentirmi meno inferiore rispetto agli altri ragazzi, a scegliere di non sentirmi soffocato dalle emozioni che provo ma a gestirle con più coraggio. Non è facile, ma ci sto riuscendo!!! Coraggio, prova a motivare maggiormente il tuo ragazzo, prova a far venire fuori cosa prova nei momenti di tristezza!
- 23 febbraio, 2010
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- Per Claudia Ciao e bentornata anche a te! Sono contento che su questo forum possa trovare un pò di chiarezza ai tuoi dubbi. Per quanto riguarda il fattore sessuale, posso assicurarti (esperienza personale) che è solamente la punta di un iceberg che va molto in profondità. La sofferenza nasce dal fatto di non accettare l'identità omosessuale, che viene sentita come estranea a se stessi e come una falsa identità che, inizialmente può dare sicurezza perchè fornisce delle risposte (poi scopri che sono false) e che solo successivamente scopri che in realtà i tuoi bisogni sono ben altri. Spiegare in dettaglio è un pò difficile perchè sarebbero troppe le cose da scrivere e risulterebbero comunque frutto di un mio percorso che potrà essere differente da quello di un'altra persona. Comunque, io ho appurato che ho avuto un forte deficit affettivo dal mondo maschile, con un padre emotivamente assente e con nessun vero amico; in sostanza, non c'è mai stato nella mia infanzia e adolescenza qualche persona che mi abbia fatto capire che io sono un uomo e questo fatto mi ha sempre creato dei complessi di inferiorità rispetto agli altri ragazzi. Io non vedevo i miei compagni di classe come uguali a me, ma sentivo me stesso diverso da loro, più fragile. Da tutto questo background di mancanza affettiva, quando si raggiunge la pubertà e gli ormoni corrono, ho sessualizzato tutto questo con la conseguente emersione di tendenze omosessuali: ovvero, io mi sentivo diverso dagli altri maschi, sentivo che mi mancava qualcosa che mi permettesse di essere uguale a loro e quindi la ricercavo nelle fantasie sessuali (fortunatamente non ho mai fatto sesso). E quindi passavo le giornate tra masturbazione e video porno. Tutto questo fino a quando non ho inziato questo percorso che mi sta portando a scoprire cosa c'è veramente sotto a questi miei comportamenti: e, solo per la chiarezza che sto facendo nella mia mente e grazie a Dio, mi sento decisamente meglio, le masturbazioni sono calate drasticamente, le fantasie pure. Questo cambiamento è appunto dovuto al fatto che sto scavando in profondità e sto capendo le reali motivazioni. L'aspetto sessuale è puramente la punta dell'iceberg di tutto un mondo sommerso da scoprire, accogliere comunque come parte di se e da li partire per cambiare.
- 23 febbraio, 2010
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- ciao Alessia! io ti posso dire qual'è la cosa che più mi ha fatto bene da parte della mia ragazza, però prendila con le pinze e non è una regola generale che vale con tutti. come gli altri ragazzi hanno giustamente scritto i sentimenti omoerotici e omoaffettivi sono solo il sintomo di un disagio ben più profondo. Ecco quindi che in uno dei periodi di sconforti (iniziali) le ho confidato il mio dolore e che non riuscivo più a sostenere la situazione perchè soffrivo terribilmente, all'epoca non le avevo ancora confidato totalmente la mia situazione, sapeva solamente che ero stato da uno psicologo per dei problemi riguardanti la mia identità. Lei mi ha pazientemente ascoltato quella sera, nonostante stessi per lasciarla,si distaccò dalla situazione per perso per perso si comportò da amica. Con il senno di poi mi dice che quella sera ha rischiato tanto. Comunque il fatto è che ascoltando le mie lamentele, il mio piangermi addosso, la mia autocommiserazione e sopratutto dalle mie precise parole " io non posso perchè sto male" mi diede una potentissima lezione di vita... una strigliata. Mi mise al muro, mi trattò come un suo pari. Mi disse di svegliarmi che non sono l'unico che sta male, ogniuno di noi ha le sue paure da affrontare, le due difficoltà. Mi fece sentire uomo, mi tirò fuori dal vortice di autocommiserazione, mi fece uscire dal pensiero IO IO IO IO. i sentimenti omoerotici non sono niente, sono il sintomo, la vera malattia è dietro. siamo noi che non siamo uomini e donne, siamo ancora dei bambini capricciosi che non accettano il dolore. e a volte abbiamo forse ( per me sicuramente) bisogno di qualche sgridata! una sana e forte strigliata... Io non credo che sia il caso di tutti, ma ti voglio solo consigliare di non dare alito alle sue lagne. Ricordagli che è un uomo e che deve essere coraggioso. Non stare ai suoi ricatti morali, l'amore non è compianto, l'amore è comprensione ma anche fermezza. é saper dire dei no... sopratutto nei casi in cui il "bambino interiore" fa i capricci perchè non vuole soffrire. Tu stai già facendo tanto per lui, ti ammiro, e ammiro il tuo amore come donna... non avere paura! trattalo come una persona "normale", non accettare da lui cose che normalmente non accetteresti da un uomo, il resto dipende da lui soltanto. Marco
- 23 febbraio, 2010
- max ha detto...
- Per Alessia. Ciao carissima. Noi ci conosciamo e abbiamo spesso parlato della questione che ti attanaglia. Perdona la mia ostinazione ma credo che il tuo ragazzo debba scoprire il profondo disagio e dolore della propria situazione. Evdentemente non è convinto di essere schiavo di tutto questo. Continuo credere che il tuo aiuto debbe essere sempre periferico e non diretto. Continuo ancora ad invitarti a fargli leggere cio' che si scrive su questo Blog. Ma cio' che è importante è che lui capisca che tutto questo non lo porta alla libertà alla vita....ma questo non puoi farglielo capire tu. Spingilo a fare dei passi in queste direzioni se ci riesci. Per quanto riguarda te, stai serena per quello che puoi, non lasciarti travolgere in un vortice dal quale rischi di non saperne uscire. Custodisci anche te stessa e la tua vita. Ricorda che più di quello che fai non puoi fare. Prega per lui. Un abbraccio Fr Max
- 23 febbraio, 2010
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- 23 febbraio, 2010
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- grazie ad entrambi i marco!!!!! vorrei un consiglio io ho un passato omo con vari incontri e trasgressione ora mi ritrovo solo e un gran fifone. Per timidezza e paura le donne le evito mentre grazie a Gesu' ho recuperato sane amicizie etero con uomini. Anche alle donne del forum chiedo aiuto. Come faccio a non avere PAURA delle donne???????!!!! ciao Eclipse
- 23 febbraio, 2010
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- Non soffriamo perché in quanto omosessuali non ci sentiamo come gli altri uomini ma soffriamo perché, sentendoci inferiori agli altri uomini, siamo omosessuali. Io penso che questo sia il punto base da cui tutti noi dobbiamo partire. Come avete ben detto la sessualità è solo una punta di un iceberg, dovremmo metterla da parte ed incominciare a vedere i veri problemi che possono chiamarsi complesso di inferiorità, insicurezza, infantilismo, erotizzazione compulsiva e perché no, in alcuni casi, anche nevrosi e disturbi della personalità. La confusione, la depressione, l'abuso di sostanze, i disordini alimentari e la dipendenza da pornografia e masturbazione sono dei sintomi di un terribile malessere e male di vivere: si possono e si devono attenuare ma il problema reale deve essere risolto definitivamente e non curando solo i sintomi. Accanirsi solo su questi porta allo scoraggiamento. Il punto di partenza è quindi il complesso di inferiorità: il non sentirsi come gli altri e soprattutto come gli altri uomini. Per colmarlo bisogna praticamente distruggere tutti i nostri schemi mentali già acquisiti. Il muro più invalicabile, a mio parere, è quello dei circoli viziosi ovvero di tutto quel sistema di persone, amicizie e realtà che ci ruota attorno e che non fa altro che confermare le nostre idee negative e fomentare il nostro scoraggiamento. Faccio alcuni esempi banali: se ho tutte amicizie femminili come posso ritrovare (o meglio costruire da zero) il mio ruolo maschile? Continuerò ad essere per loro una sorta di Frankestein: un uomo sensibile e perfetto che allo stesso tempo non può né competere con un’amica né essere un vero uomo da conquistare. Oppure, se ho timore a discutere o ad aver una certa familiarità con uomo e mi avvicinerò a lui con un senso di insicurezza anche esteriore, come può lui ritenermi alla pari? Anzi vi dirò che spesso la nostra “timidezza” viene presa dagli altri uomini come uno “snobbamento” e si sentono giudicati nonché ritenuti inferiori da noi. A questo punto viene naturale chiedersi se bisogna scrivere una sorta di scaletta che delinei tutti i nostri comportamenti e le nostre azioni con gli altri, no questo non è possibile ma penso che il vincersi in ognuna di queste piccole cose nel lungo periodo porti ad un cambiamento più radicale ovvero ad una migliore percezione del nostro essere. La cosa assolutamente più importante è distinguere bene il vero cambiamento da quello fittizio. Il nostro cambiamento deve riguardare la percezione del nostro sé e non il nostro Io. Ovvero, non dobbiamo cambiare noi stessi per somigliare proprio a quel feticcio che abbiamo idealizzato e sessualizzato ma dobbiamo cambiare quell’idea sbagliata di noi stessi che ci ha portato ad ammirare ed invidiare quel feticcio. E’ durissimo, forse anche impossibile ma dobbiamo provarci! Il primo passo è l’accettazione di noi stessi, così come siamo: alcuni sensibili, altri effeminati, altri bassi, altri grassi, altri estroversi, altri timidi o mingherlini. Accettiamo il nostro carattere, il nostro fisico, tutto. E’ necessaria molta umiltà, molta e noi forse ne abbiamo poca: abbiamo sviluppato molta superbia e molto senso di superiorità proprio per colmare la nostra percezione di inferiorità ma questa è la via sbagliata.
- 23 febbraio, 2010
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- Grazie Adeodato, fai sempre degli interventi straordinari, molto semplici e nello stesso tempo efficaci. Ma mi sento di dire che in questo ultimo hai superato te stesso! Sono d'accordo con te nell'affermare che la nostra timididezza è quello che ci frega, al punto da farci allontanare proprio da quelle persone che potrebbero aiutarci. E' proprio una snobbamento quello che manifestiamo, pur cercando il contrario con tutte le nostre forze, ma la paura ci fega. Spero di sentirti presto. Ciao a tutti, Giovanni.
- 24 febbraio, 2010
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- Cari amici, più mi rispondete, più comprendo più cose. Da quel che lui mi ha raccontato, ha sofferto molto dell'irresponsabilità e assenza del padre, del suo non contare niente nelle decisioni (al contrario della madre, che lo umiliava e si dava da fare per lavorare). Mi ha detto che odiava suo padre, che da ragazzo è andato dallo psicologo, e che ha fatto un ritiro spirituale per capire se dovesse diventare prete. Ha fatto trapelare che qualche esperienza omosessuale ci sia stata. I sintomi del suo malessere li posso individuare nel suo disturbo alimentare, nel suo non sapersi frenare nel giocare, nella dipendenza dalla masturbazione, nell'essere iperattivo. E' una persona che ha sbalzi d'umore, si fa influenzare molto dagli altri ed è ambiguo. A volte è dolcissimo e premuroso, in altre è sleale, bugiardo, calcolatore, e ti del male. Non ha insomma una personalità ben definita. Dal percorso iniziato per superare il suo disturbo alimentare è emerso che la sua ambiguità e promiscuità con altre ragazze è dovuta al suo dimostrare a se stesso e agli altri di non essere omosessuale. Penso che questo, così come il persorso spirituale già iniziato anni fa, possano aiutarlo a comprendere meglio se stesso e a superare la sua confusione. So solo che non si piace del tutto fisicamente ed e non accetta le critiche delle persone. Prego per tutti voi perchè, da quello che risulta da quanto abbiamo scritto, provate un dolore immenso.
- 24 febbraio, 2010
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- La mia domanda e questa se DIO mi ha donato un nuovo modo di vivere piu tranquilo,sereno,sano,semplice perche nn riesco a liberarmi completamente dei ricordi e desideri del pasato ? anche perche ritornare in quei luoghi mi da molta tristeza,dolore,instabilita,confusione nn so piu cosa fare, dove andare ? ho bisogno di aiuto per potere riprendere la strada nuova che mi era estata offerta pero adesso ho paura di nuovo di ricadere in depressione,disperazione senza sapere dove devo andare ? ho bisogno di preghiere perche DIO mi aiuti a riprendermi sono veramente triste,molto triste perche credo e sono convinto che questi siano risultati e consequenze di comportamenti troppo superficiale da parte mia verso colui che veramente mi ama GESUCRISTO,sono estanco di tutto questo nn so cosa acadra nella mia vita ora ma cmq io continuero ad aspetare la grazzia di DIO su la mia vita. ciao a tutti a presto.
- 24 febbraio, 2010
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- Per l'anonimo del 24 febbraio. Coraggio, non lasciarti abbattere e non permettere che questi pensieri del passato si impossessino di te. Purtroppo in questo cammino ci sono alti e bassi, ma io sento che è importante poter parlare con qualcuno. Questo blog è straordinario per l'aiuto che può dare, per la possibilità di scrivere come uno si sente e lanciare una richiesta di aiuto. Quindi il mio consiglio è di scrivere, continua a scrivere e vedrai che i pensieri se ne vanno, così come sono venuti. Un altro aiuto che viene dal blog è quello della preghiera. Per questo ti rinnovo il mio impegno a ricordarti nelle preghiere. Ciao, Giovanni.
- 24 febbraio, 2010
- alessia ha detto...
- Grazie a tutti di cuore! Le vostre parole mi aiutano tantissimo e mi fanno sentire meno sola. Caro Frate Max lui già legge questo forum e condivide alcune cose e altre no. Si sente solo, vorrebbe qualcuno con cui confrontarsi a parte me. C'è qualcuno di Roma che scrive su questo forum? grazie di cuore anche ai due marco, le vostre riflessioni sono utilissime per me. Un abbraccio a tutti con la speranza che Dio ci aiuti nei nostri percorsi individuali.
- 24 febbraio, 2010
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- E' verissimo ciò che dici, caro Giovanni, quello di cui parliamo è forse il peggiore dei nostri "circoli viziosi". Io stesso ho il cuore pieno di rimorsi per tante occasioni mancate, tante amicizie nemmeno cominciate, tanti fraintendimenti. Una delle più grandi verità su me stesso che ho scoperto in questi ultimi tempi è quella del "vittimismo autonutrito". Mi spiego meglio, la cosa funziona così: avendo una forte insicurezza interiore ho dimostrato esteriormente senso di superiorità o ho comunque dato l'idea di freddezza. A tale mio comportamento gli altri (maschi soprattutto) hanno logicamente reagito col disprezzo, con la derisione o semplicemente con l'indifferenza. A questo punto io ho collezionato questi comportamenti come argomentazioni a favore della mia insicurezza e della mia scarsa considerazione di me stesso, senza capire che in fondo li avevo procurati io stesso. Certo nella vita ci sono persone che ci trattano male ingiustificatamente ma in molti casi siamo proprio noi a causare questo ciclo che poi ci fa crogiolare nel vittimismo e nell'autocommiserazione.
- 24 febbraio, 2010
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- Ciao Adeodato, mi sono soffermato ancora sul tuo intervento del 23 febbraio. E' talmente ricco che bisogna metabolizzarlo un po' per volta per poterlo assimilare tutto. Mi riferisco al "feticcio" e all'"accettazione di noi stessi". Io posso dire che grazie al tuo intervento ho iniziato a riflettere proprio su questo fatto ed ho iniziato veramente a pensare che è ora di smettere di idealizzare. Troppe volte ho idealizzato pensando di non essere all'altezza, ma ora guardando a me stesso scopro che non mi manca nulla rispetto agli altri uomini. E' un po' come l'intervento di Federico di qualche tempo fa, quando si domandava: "quest'uomo minaccia la mia virilità?" e scopriva la sensazione di dipendenza dallo sguardo. Giovanni
- 25 febbraio, 2010
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- Ciao Alessia, Io sono di Roma. Se vuoi puoi contattare me all'indirizzo saws89@hotmail.it
- 25 febbraio, 2010
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- CIAO A TUTTI SNO CIRO capisco qnt scrivete e di cosa puo'attanagliare la mente tra dubbi e speranze. per me qst fase e'un po diversa da qnt ho letto negli ultimi commenti. o meglio e'vero pure io spesso con i ragazzi del mio stesso sesso mi irrigidisco, assumendo un atteggiamento un po snob, freddo. pero'non perche'mi senta inferiore anzi...sno consapevole di me e penso fermamente che ognuno abbia le proprie autenticita'. mi blocco perche'temo il giudizio non delle mie capacita'attitudinali, o delle mie peculiarita' ma sulla mia sessualita'. nel senso che ho timore che possano capire da un mio sguardo, da un espressione, da argomenti magari un po diversi che posso trattare dal calcio o dal commentare una donna in modo ''animalesco''. per cui vado con i piedi di piombo. ma non direi che mi sento inferiore e'slo che l'interazione del primo approccio e'ostacolata da qnt detto. rotta la barriera infatti le cose poi fluiscono piu'limpidamente. con le donne invece accade forse lo stesso meccanismo. penso che loro possano pensare che io sia, o sia stato omosex.pero'qua la questione e'piu'lunga perche'in realta'intrattengo conoscenze con ragazze che non mi potrebbero interessare a livelo di sviluppo sentimentale o alle quali io potrei non interessare per un eventuale coinvolgimento. non mi sembra giusto prima che guarisca dalle ferite dell'anima e faccia chiarezza con me stesso coinvolgere una donna che ritengo essere l'emblema della dolcezza DIVINA. l'espressione della vita che continua. PACE E BENE A TUTTI
- 28 febbraio, 2010
- max ha detto...
- PER L'ANONIMO DEL 28 FEBBRAIO. Pace a te carissimo. Hai mai preso in considerazione che il senso di giudizio altrui altro non è che un modo per nascondere un certo senso d'inferiorità verso gli altri che nel tuo caso si volge ai tuoi pari maschi? Vedi carissimo in un cammino di crescita è molto importante imparare a dare un nome alla cose e a cio' che dietro si nasconde, anche se molto spesso fa male. L'aria da snob, da superiore, il ...so tutto mi'... altro non è che la medesima affermazione della difficoltà appena citata: l'altro non è al pari di me...! Sai, credo che sia molto importante un cammino di onestà verso noi stessi e questo spesso è molto difficile. Se c'è una cosa che puo' liberare la vita di un uomo è la trasperenza; lasciarsi guadare e guardare senza paura! Un abbraccio caro anonimo; prego affinchè Dio t'infonda tanto coraggio nella tua vita. UNA NOVITà TI ASPETTA. E' come canta MAlika Ayane in una sua canzone auguro anche a te di avere..... SOLO IL CIELO SOPRA DI TE....e nessun altro peso. Fr MAx
- 28 febbraio, 2010
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- Ciao ragazzi, avevo scritto qualche tempo fa col nick bluekover, ma ora non ricordo più i dati d'accesso. Volevo proporvi un aspetto che finora è stato toccato marginalmente: l'importanza di uno stile di vita piacevole e graficante. Molto spesso ci si concentra sulle pulsioni in sè, si cerca di combatterle, di resistere, ma "il piacere ha le sue ragioni, che la ragione non conosce" diceva qualcuno che non ricordo. Mi sono accorto che impegnandomi a costruire una vita sana, con tanti momenti di condivisione con gli amici, sentendomi appagato e inserito, quelle pulsioni non sono più così allettanti. Loro sorgono nei momenti di noia, di solitudine, di apatia. Negli ultimi mesi ho avuto un ottimo rendimento nello studio senza negarmi le graificazioni, le uscite, l'andare a ballare, i film al cinema, qualche pizza: facendo il paragone fra tutto questo e gli scenari triti e ritriti che la pornografia e le chat erotiche propongono è chiaro cos'è meglio. Ma non lo sai finchè non lo vivi. Ho stretto un'amicizia fortissima con un ragazzo che mi vuole un gran bene, è un amico leale e presente, fra noi c'è una sincera stima: non vi sembra infinitamente meglio dell'abordare il primo che capita in qualche sito, e usarsi a vicenda? Vi dirò di più: tempo fa ho conosciuto una ragazza che mi ha colpito sin da subito, poi purtroppo è andata qualche mese all'estero. Pochi giorni fa l'ho rivista, mi ha salutato lei per prima, e il suo sorriso mi è rimasto dentro tutta la giornata, lasciandomi estasiato. In quel momento ho capito che ogni riflessione era superflua e ridondante, che il cuore ha un linguaggio talmente immediato e dirompente da far sembrare ovvie quelle cose che mi per tanto tempo mi erano sfuggite. Perciò ragazzi, vivete! è il consiglio più sincero che posso darvi. Parlate alla gente, sorridete, siate calorosi. Fidatevi degli altri e di voi stessi in primis, ascoltate il doppio di quello che dite, fate voi il primo passo in ogni cosa, in amicizia come in amore. Impossibile non è un dato di fatto, è un'opinione. Se pensate che qualcosa sia impossibile vi comporterete come se lo fosse davvero, sarete autori di una realtà inventata ma con effetti terribilmente concreti. Come diceva Ford, "il modo migliore per prevedere il futuro è inventarlo" e io aggiungo che sono convinto che le emozioni vengono prima dei pensieri, quindi niente può convinvervi di più di un'esperienza diretta e diversa. Apritevi al mondo degli uomini come se ne foste capaci, e lo sarete. Se poteste immaginare quanta bontà ho trovato in quel mondo che prima mi ispirava tanta diffidenza! La mia testimonianza vi sia di incoraggiamento, ma ricordatevi di agire in prima persona! Vi fa onore esservi posti delle domande e aver dato voce al vostro disagio. Con simpatia, bluekover.
- 28 febbraio, 2010
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- @ Giovanni: come non darti ragione, siamo perfettamente come gli altri ragazzi è la cattiva percezione di noi stessi che ci fa sentire inferiori e ammirare il feticcio. Dobbiamo cercare di cambiarla proprio comportandoci spontaneamente e senza temere il giudizio altrui in ogni momento. @ Ciro: non ti conosco e non posso saperne di te più di te stesso posso solo dirti: ti sei mai domandato se quella paura che gli altri scoprano la tua omosessualità in fondo non sia sempre un profondo senso di inferiorità generalizzato nascosto sotto le mentite spoglie di una giustificazione più facile (ovvero non sono io a temere il giudizio altrui ma sono gli altri che potrebbero giudicarmi male se sapessero o scoprissero…..). @ Bluekover: grazie per aver mandato un messaggio positivo di speranza e finalmente non sessocentrico. Condivo tutto ciò che hai detto. Non bisogna focalizzarsi sulla pulsione anche se poi lei è sempre lì ad aspettarci per ricordarci il nostro stato. La mia speranza è che agendo come tu dici nel lungo periodo, si possa colmare il gap di inferiorità e cambiare definitivamente la nostra emotività e la nostra sessualità.
- 01 marzo, 2010
- max ha detto...
- per Blukover. Grazie carissimo. Che bella testimonianza che hai portato parlando della gioia della comunione....perchè è di questo che si tratta quando parli della tua esperienza; mi sembra di vedere in te una crisalide che dal bozzolo dell'egoismo e della cecità si schiude alla bellezza della vita che è la relazione con l'altro, il gusto delle cose semplici, le gioie condivise...IL BENE RICEVUTO E DONATO. Continua a coltivare amicizie e a gustare la gioia della comunione con i tuoi pari e vedrai che pian piano la tua vità fiorirà. Ti abbraccio forte. fr Max
- 01 marzo, 2010
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- Ho 24 anni.Posso testimoniare che si può, prima non mi rendevo conto. Uscivo e frequentavo discoteche e locali, credevo di divertirmi, ma li non trovavo la Luce, trovavo solo ombre. Sentivo dentro di me crescere l'insoddisfazione, continuavo a fornicare e a condurre una vita da sodomita impenitente sentendomene addirittura fiero! Mi vestivo alla moda e mi cullavo nella superbia della mia bellezza. Oggi che ne sono uscito e mi sono riunito nella Gloria e nella Grazia del Cielo, conduco una vita retta. Mi dedico molto alla lettura, alle opere caritatevoli e misericordiose. Passo molte ore con i miei genitori, con cui prego e al sabato e alla domenica, se il tempo lo permette, facciamo lunghe passeggiate in compagnia del nostro parroco Don Luganegha, che ringrazio sempre tanto nelle mie preghiere. Da circa un anno ho iniziato ad ascoltare le trasmissioni di Radio Maria, soprattutto il Santo Rosario nel mese di maggio. Un tempo le mie vacanze erano dedite alla lussuria e alla perdizione, ma da quando sono un uomo nuovo tutto questo non esiste più. La prossima estate andrò in un campo di preghiera con un gruppo di ragazzi cattolici di Gatteo a Mare, mentre lo scorso anno con mio padre e mia madre abbiamo trascorso il mese di agosto ad aiutare il nostro amato parroco in alcuni lavoretti per la parrocchia. Vorrei consigliare a tutti il mio percorso, fatto di digiuno, penitenza e soprattutto castità ed Eucarestia. Castità anche dagli atti impuri. Mi ha giovato nel primo periodo l'uso ripetuto del cilicio per redimere i miei impulsi peccaminosi. Ho cessato ogni attività sportiva in quando uno psichiatra mia ha confidato che aumenta il desiderio di peccare. Un luminoso abbraccio. Vostro Luciano
- 02 marzo, 2010
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- Forza ragazzi non abbandonate la speranza che è in voi!! Dobbiamo cercare di aprirci di più agli altri e di riguardare con serenità la propria storia passata, anche se piena di sofferenze. Io pian piano ci sto riuscendo ma è incredibile constatare quanto sia dura guardare con serenità la propria storia (è troppo grande ancora il dolore per la mancanza di affetto paterno) e quanto ancora sia influenzato da vecchi schemi mentali quando mi rapporto con gli altri. Eppure so che sto percorrendo la strada giusta, me ne rendo conto per i progressi che ho fatto: la masturbazione è calata drasticamente, ora non sento più il bisogno come una volta di masturbarmi quando ero stressato o mi sentivo inferiore. Ora riesco a chiamare per nome ciò che provo e mi sento realmente più libero e più tranquillo. Forza, non mollate!!!
- 02 marzo, 2010
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- sno Ciro...x Adeodato... e'vero penso che gli altri potrebbero giudicarmi male se sapessero. non mi preoccupa in prima persona perche'non mi fa paura il giudizio quello impari a superarlo dopo tanti malintesi e batoste...ma l'esser giudicato a priori, sminuito, che so mi frena..so che sno slo mie paranoie perche'spesso rotto il tabu'le persona sno piu'generose e oneste di qnt penso pero'il senso di essere esaminato in un certo qual senso nn mi piace....sno certo che DIO presto mi fara'comprendere e superare qst tabu'.
- 02 marzo, 2010
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- Per Ciro: ciò che intendevo dire era se ti sei mai chiesto se la paura che gli altri scoprano... non sia in realtà sempre la stessa paura del giudizio altrui. Il dire che tale scoperta costituirebbe un pregiudizio non è forse affermare la paura di non essere accettato. La differenza potrebbe consistere nel fatto che così la causa sarebbe esogena (l'omosessualità indipendente dalla mia volontà, gli altri mi pregiudicano) e nell'altro caso endogena (io non mi sento al accettato/al pari degli altri e non riesco a contraddire questa affermazione interiore). Io per esempio posso dirti che quando mi sono definito superiore e resistente alle batoste è stato il momento in cui ero più vulnerabile. L'alterità era un modo per sdoganare l'insicurezza. Queste però sono idee ed esperienze mie.
- 03 marzo, 2010
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- Ragazzi volevo porvi una domanda, avete mai avuto prnsieri di natura violenta?? Per eessere esatti, la non accettazione dell'omosessualità può portare ad avere pensieri violenti quasi incontrollabili? Mi accorgo che molto spesso ho questo genere di pensieri, pensiseri violenti dei confronti di persone a me care. Questo mi procura forte disagio, avete mai sentito parlare sel distubo ossessivo compulsivo? Molte volte mi chiedo se sono realmente omosessuale o se tutto dipenda da tale disturbo. Voi siete certi di essere omosessuali?? Io ho cominciato ad avere pensieri omosessuali da quando ho provato eccitazione nel vedere masturbarsi un amico, ma mi sono sempre innamorato delle donne, poi ho periodi in cui sia i pensieri omosessuali che quelli violenti scompaiono del tutto, si ripresentano magari dopo diversi mesi, cosa ne pensate ?? Forse dovrei farmi visitare da uno psichiatra?
- 04 marzo, 2010
- max ha detto...
- Ciao a tutti. L'aggressività e la violenza di certe manifestazioni erotiche o fantasie ( non parliamo delle patologie gravi) sono spesso legate alla rabbia e all'emotività repressa e non elaborata che ha bosogno di prendere forma e venir fuori nella persona. Ovviamente mi riferisco a una forma non patologica che cade in manifestazioni e comportamenti pericolosi (quella è un altra cosa). Spesso, il sentirsi giudicati, derisi, non amati, inferiori, etc genera angosce e rabbia profonda che se non viene epressa prende altre forme che fanno star male. Le compulsione indica una distonia tra due realtà interiori in conflitto che genera ansia e tensione. Nella tendenza omosessuale è molto frequente avere sentimenti dolorosi e pieni di rabbia verso i genitori e le persone significative perchè in fondo è come se un bambino non sentendosi ascoltato e cmpreso da chi è la propria fonte d'amore,si ribella sbraitando, nella speranza di esssere ascoltato. Un abbraccio a tutti. fr Max
- 05 marzo, 2010
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- Prendo spunto da questa frase di Luciano: “ho cessato ogni attività sportiva in quanto uno psichiatra mia ha confidato che aumenta il desiderio di peccare”. A mio parere questo discorso è molto ampio e riguarda molte attività di cui “abbiamo paura” oltre allo sport. Per me il desiderio di peccare non c’entra, non è insito nell’attività sportiva in sé (dico peccare per i credenti che equivale al non cadere nel solito circolo vizioso, in termini più laici). La caduta è insita in noi stessi e non nello sport che anzi potrebbe aiutarci: nell’attività sportiva siamo esposti a due stress: il primo si articola nel sentirsi inferiori agli altri, nel fornire spesso basse performance e aumentare così la convinzione del proprio senso di inferiorità. E’ un circolo radicato nella storia di molti di noi: più abbiamo evitato certe attività, più siamo realmente carenti e più non le affrontiamo e ancor più ci sentiamo inferiori. A questo punto si accentua il desiderio erotizzato di essere come gli altri, l’invidia per i loro corpi ecc. ecc. si arriva così alla caduta. Il secondo stress riguarda l’intenzione con cui facciamo sport: se ci accingiamo con il desiderio erotizzato di modificare il nostro corpo per colmare il senso di inferiorità e sentirci simili agli altri (il tipico gay palestrato) non faremmo altro che assecondare il nostro desiderio sessualizzato se invece ricerchiamo un’attività che ci faccia condividere qualcosa con gli altri impareremmo a sentirci come gli altri e nella percezione della comune esperienza maschile non avremmo niente da invidiare.
- 05 marzo, 2010
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- Caro Adeodato, non posso che condividere il tuo intervento. Ma tu sei uno psicologo? Da dove hai tratto tutte queste conclusioni? Mi piace molto leggere i tuoi interventi, e mi piacerebbe ogni giorno poter scambiare due parole con te. Grazie per tutto ciò che dici e che fai. Giovanni.
- 05 marzo, 2010
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- Fra Max sono l'anonimo del 4 marzo. Cosa devo fare per non avere + questi pensieri??
- 05 marzo, 2010
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- Per Giovanni: no, no, non sono assolutamente uno psicologo anzi nella vita faccio tutt'altro. Le mie conclusioni vengono da me, dall'idea che mi sono fatto del problema (che non è detto dia quella giusta), dai libri che ho letto ma sopratutto dal confronto fra tutte le nostre esperienze. Mi piacerebbe essere psicologo per aiutare me stesso e tutti voi ma purtroppo lotto quotidianamente come ognuno di noi. Se vuoi scrivermi tu come chiunque altro, il mio indirizzo mail è crumiro82@hotmail.it.
- 05 marzo, 2010
- max ha detto...
- Per l'anonimo del 4 marzo. Ciao caro...cosa fare per non avere più questi pensieri violenti? DOMANDONE! Io inizierei a entrarci in relazione e non in conflitto; più li rifiuti (cioè ti opponi) più prendono piede. Accoglili, non come qualcosa di normale ma come frutto di una parte ferida della tua vita. Inizia a guardarli e a guardarti oltre l'evidenza, cioè il fatto ( es la fantasia violenza) nel senso che anche la fantasia come il sogno può essere l'occasione per guardarsi dentro; ad es se fai pensieri violenti su tuo padre prova a chiederti quando sorgono; come stai in quel momento; chiediti com'è stata la tua giornata; se è accaduto qualcosa che ti ha fatto star male o arrabbiare e se sei riuscito a esternare il tuo dolore; cerca di collegare quello che provi con un episodio della tua vita che ti ha fatto ricordare quello che stai vivendo oggi;IN SINTESI VAI OLTRE QUELLO CHE VEDI. Carissimo tutto può essere occasione per crescere e fare dei passi in avanti. Quello che conta è che tu ci sia in questo e che non ti lasci travolgere dalle passioni tantomeno dalle fantasie.... e poi NON DIMENTICARE MAI CHE SONO SEMPRE FANTASIE....LA REALTà E' UN ALTRA ......E' QUELLA CHE SCEGLI!! Poi prendi tutto questo e mettilo nel grandissimo cuore di Dio e affidalo a lui che saprà incoraggiarti e sostenerti nel tuo cammino. Un abbraccio fr Max
- 05 marzo, 2010
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- Giovanni grazzie tante x le parole di incoraggiamento che hai scritto per me 24/02/10. pero io sono triste perche a volte credo che ormai e finita e quando mi ritornano quei pensieri che tormentano la mia mente e turbano il mio cuore e come se tutto quello che stato fatto fosse cancelato, certo che so benissimo che nn e cosi pero umanamente parlando mi viene una debolezza scoraggiamento fortissimo e mi chiedo fino a quando? quanto manca per arrivare a capoline di questa triste tormentata vita, so anche che dipende molto da me dalla mia sincerita e determinazione e perseveranza che a volte nn voglio sforzarmi, percio la mi fustrazione e anche quella che mi piacerebbe essere completamente libero di tutto questo e cosi essere anche pulito nn avere a che fare due stile di vita diversi pero nascosti perche questo mi crea tanto dolore e poi perche purtroppo questo mi condiziona un po tutta la mia vita e le mie decisione e progetti ecco perche nn so come reaggiere ? ma prima o poi con la aiuto della preghiara a GESU certamente usciro completamente di tutta questa mancanza di amore,sicurez in me stesso,afetto che cercano sempre a spingermi verso il sesso sfrenato cercando emozioni senza trovare niente perche nn e cosi che si vince il male ma piu tosto facendo il bene a me stesso un abraccio a tutti voi a presto.
- 06 marzo, 2010
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- nel mio caso e' solo mancanza di atostima senso di inferiorita' e timidezza!!!! Grazie al webmaster per tutti i messaggi e articoli postati con continui aggiornamenti!!!!!
- 06 marzo, 2010
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- Ciao a tutti sono bluekover. Vorrei provare a dare una risposta a "l'anonimo del 4 marzo". Io ho sofferto di ossessioni, ora non ne ho più. Le mie erano di tutt'altro tipo, erano ricordi martellanti, pensieri su pensieri. Posso solo dirti che ne sono venuto fuori grazie all'aiuto di una validissima psicoterapeuta, altrimenti non so se ce l'avrei fatta. Il fatto è che se tu sei immerso in quel tipo di malessere è difficile che da solo riesca a capire dove sbagli e cosa fare per non peggiorare, ma migliorare: immagina una persona seduta che volesse sollevare con le proprie braccia sè stesso e la sedia, è impossibile! Perciò ti consiglio di rivolgerti al Centro di Terapia Strategica, poichè, a mio e altrui parere, sono gli unici capaci di debellare le ossessioni in maniera totale e in tembi brevi. Non ti do consigli ulteriori perchè temo di portarti fuori strada, non essendo un esperto del settore; sappi solo che se ne può uscire tranquillamente a patto di ricevere indicazioni precise ed efficaci. Un caro abbraccio a te e a tutti gli altri.
- 06 marzo, 2010
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- Per l'anonimo del 6 marzo Ciao ho letto delle tue difficoltà a liberarti dei pensieri indesiderati. Purtroppo capita anche a me ogni tanto di ripensare a delle immagini erotiche e ancora a volte mi masturbo anche se so benissimo che dopo mi sentirò peggio e che la masturbazione non serve a nulla. Eppure a volte ancora mi capita di cedere. Ma non bisogna mai mollare, bisogna ripartire e cercare di capire cosa ha portato a pensare a determinate cose e a masturbarsi.
- 06 marzo, 2010
- overmind ha detto...
- per fra max Ciao a tutti, mi hanno molto colpito tutti i vostri commenti, e perciò vi ringrazio. desideravo poter confidarmi con fra max, chiedergli dei consigli. ma nn ho la tua mail...
- 07 marzo, 2010
- max ha detto...
- ciao carissimo. La mai mail è byronmp@libero.it Il Signore ti custodisca e forza fr Max
- 07 marzo, 2010
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- Grazie a tutti sono l'anonimo del 4 marzo ,bluekover, anche tu hai problemi di omosessualità???
- 07 marzo, 2010
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- Ciao a tutti, è da tanto che seguo questo blog ma solo adesso ho trovato il coraggio di raccontare la mia storia nella speranza di ricevere qualche consiglio. Premetto che nessuno sa della mia "condizione", l'ho sempre tenuta nascosta perché me ne vergogno enormemente. Dopo aver letto dei libri sull'argomento (in particolare quello di Nicolosi), ho deciso di intraprendere questo percorso per riuscire a superare il problema una volta per tutte. Tra alti e bassi è passato quasi un anno. Però sono stanco, ho continue ricadute (l'ultima proprio 5 minuti fa) e sono sempre nervoso. Ho provato a rimanere calmo, ad andare avanti sempre e comunque ma non ne posso più. Le domande che mi pongo sono tante: "Si può realmente cambiare? Riuscirò mai a liberarmi da quelle immagini (mi riferisco alle immagini/video erotici) o continueranno a tormentarmi? Sarò mai in grado di innamorarmi e di assere attratto da una donna?". Ci sono cose di una donna che mi attraggono fisicamente, ma le sensazioni che provo quando vedo un bell'uomo sono decisamente più forti e spesso non riesco a gestirle. Purtroppo dove vivo io, giù in Calabria, non c'è nessuno che può aiutarmi, non c'è nessuna associazione o terapeuta...perciò devo fare tutto da solo e non sempre la forza di volontà basta. Ho fede in Dio, l'ho sempre avuta, però non riesco proprio a capire perché mi abbia fatto tutto questo. Perché nella mia vita devo sempre lottare per ottenere qualcosa che magari gli altri hanno in maniera molto semplice? Non penso di meritarmi tutta questa sofferenza, questo dolore, non ho mai fatto del male a nessuno e mi sono sempre comportato bene con tutti. E come sono stato ripagato? Non so cosa farò in futuro, ma una cosa è certa: NON VOGLIO PIU' STARE MALE! Non voglio più essere solo. Scusate lo sfogo ma ho davvero raggiunto il limite. Davide
- 09 marzo, 2010
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- Per Davide Ciao e benvenuto tra noi!! Grazie soprattutto per aver finalmente trovato il coraggio di aprirti con qualcuno (anche se per via "telematica") e aver scritto per condividere i tuoi sentimenti. Innanzitutto un cosiglio: non domandarti il perchè di tanta sofferenza, non pensare che sia Dio a darti tutta questa sofferenza. Semmai Dio ti sta accanto e ti accompagna in questa tua sofferenza, aiutandoti nel cammino. Dio non da sofferenza, lo dice anche Gesù nel Vangelo della terza domenica di Quaresima appena passata "Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo". Dio non da sofferenza agli uomini, Dio aiuta gli uomini a comprendere la sofferenza e ad andare avanti. Ma su queste questioni teologiche meglio lasciare la parola a FR MAX, non vorrei dire qualche cavolata!! Ma, per esperienza personale, da quando ho ritrovato la fede sento veramente un aiuto forte da parte del Signore. Non piangerti addosso quindi pensando continuamente alla tua sofferenza in quanto tale: pensa invece alle emozioni che provi quando pensi alla sofferenza, quando cadi, quando vedi un bel ragazzo, descrivi ciò che provi, inizia a mettere per iscritto le tue emozioni, i tuoi desideri. Prova ad indagare il rapporto con i tuoi genitori e con i tuoi amici alla luce di quello che impari leggendo i libri di Nicolosi e di altri autori. Cosi facendo, scoprirai che, invece di pensare sempre alla sofferenza, potrai indagare la sofferenza stessa e capirne le motivazioni, riuscirai a dare un nome a ciò che provi. Se ti va, prova a scrivere anche qui nel blog un pò di più della tua vita. Coraggio, uscire è possibile, basta volerlo!!! Scrivi quando vuoi, troverai sempre qualcuno che ti ascolta qui!!! MarcoItaly
- 09 marzo, 2010
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- Forza Davide del 9 marzo! Non sei solo!! Il Signore ti ascolta, il Signore era presente quando sono successe certe cose nella tua vita, e proprio perché era presente (e Lui è ancora presente in quelle situazioni, in quanto Lui è fuori dal tempo) dicevo proprio perché presente Lui può darti una mano ORA in quelle situazioni che per te sono passate e hanno, in qualche modo, segnato la tua identità di genere! ChiedieLo! Chiedi a Lui di abbracciarti!! Leggi il salmo 139: per me è stata una delle parole più importanti che il nostro Padre abbia mai rivolto a me!! Quando l'ho letto ho pianto e continuavo a piangere perché capivo quanto mi è sempre stato vicino... in ogni situazione! Leggevo e piangevo, e con le lacrime agli occhi non riuscivo a leggere, le parole mi sembravano le parole più belle che nessuno mi avesse mai rivolto... riconoscevo il vero amore di mio Padre e singhiozzavo: era la prima volta che coglievo la tenerezza di un padre... ancora oggi mi scendono le lacrime a pensarci! Ricorda non sei solo. Il Padre ti vuole così bene che ti ha fatto incontrare degli amici a cui puoi chiedere, raccontare, sfogare tutto il tuo dolore. Siamo qua per abbracciarti un po’ anche noi, non come il nostro Padre, con un abraccio un po’ più traballante, insicuro, pieno di difetti, ma comunque un abbraccio che forse ti potrà dare un po’ di coraggio e farti scoprire un po’ di più quanto vali! Ciao Davide: un traballante abbraccio da Alex.
- 10 marzo, 2010
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- Ciao Davide! Continua così, non mollare, anche tu hai intravisto la vera felicità, continua a perseguirla! tieni fissa dentro di te l'immagine di felicità che Dio ti ha fatto intravedere. Ora stai solo camminando e stai riscontrando la fatica del cammino. L'evoluzione è possibile, è possibile la liberazione da questo circolo vizioso che si chiama attrazione omoerotica. Semplicemente, come già altri hanno scritto, hai erotizzato l'ammirazione e l'invidia che hai per il tuo stesso sesso. Tu non hai niente di diverso, gli altri hanno altre fatiche e altri problemi e altre difficoltà. Questa è la tua croce, come la nostra e quella di tante persone. Sta a noi accettarla in una luce di crescita personale oppure abbandonarci alla strada "larga". Prendila come una possibilità per crescere, vedi posivo. Sei già bravo così, continua! Ti stimo, e se cadi non preoccuparti, non fare della sessualità per il momento la tua principale preoccupazione, anche se giustamente lo è, fai uno sforzo in più. Più avanti comincierai anche a raccogliere dei frutti vedrai, per ora accontentati delle piccole cose e Ama! ama tanto tutte le persone che hai intorno. Sorridi, sii gentile, parla con gli estranei, pedona i tuoi genitori, gioca con gli amici, sii sincero, perdona te stesso... con questa gioia e gusto di vivere potrai sanare anche le ferite del tuo cuore. Forza. Ti sono vicino. Marco
- 10 marzo, 2010
- max ha detto...
- Per Davide. Carissimo fratello, Il Signore ti dia pace. Come vedi gran parte del forum si è attivato di fronte alla tua richiesta di aiuto. Eccoci tutti qui. Da parte mia ti porto la benedizione del Signore e il Sostegno nella preghiera che è il motore vitale delle nostre scelte. Leggendo il tuo intervento non ho potuto non avere compassione per il tuo dolore, la tua solitudine e la schiavitù di certi meccanismi psichici che scattano in te. Come dicono anche gli altri non fermarti a tutto questo. L'attrazione omosessuale è una forma di nevrosi e come tutte le nevrosi (ciascuno di noi se ne porta una dentro) vanno curate nel senso che possono pian piano essere superate. Occorre INIZIARE DA QUALCOSA. Anche se non ci sono associazioni che possono aiutarti nel tuo territorio, ci sono sempre le Braccia spalancate del Signore che arrivano a te attraverso la Chiesa, dalla quale puoi essere accolto, custodito e accompagnato come meriti se solo ti affiderai. Tendi le tue braccia. Rivolgiti a qualcuno di fiducia ( un confessore, un rteligioso, un sacerdote). TROVA UN SOSTEGNO FISICO NON SOLO INTELLETTUALE (letture) CHE TI POSSA FAR SPERIMENTARE L'ABBRACCIO BENEDICENTE DI DIO anche se adesso riesci a sentirlo poco. Io ti consiglierei anche di venir su ad Assisi dove son certo troverai anche dei luoghi che possono aiutarti a scoprire l'oltre il tuo dolore e la tua confusione. Se ti va scrivimi e ne parleremo meglio. DIO CONOSCE IL TUO CUORE E SAI COME SEI E CIO' CHE E' IL BENE PER TE...SCOPRILO ANCHE TU. Ti custodisco Fr MAx
- 10 marzo, 2010
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- Pietro .- Forza Davide - Dio e con te .-
- 10 marzo, 2010
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- Ciao a tutti ho 39 anni e vorrei raccontarvi tante cose di me.A questa età mi sento ancora come un adolescente, a volte confuso,pieno di ansia, di paure, altre volte scoraggiato.Ho sempre vissuto lottando contro le mie pulsioni e l'ardente desiderio di poter cambiare, di poter crescere e maturare come un vero uomo.Ho sempre pregato il Signore affinchè mi desse la forza necessaria per andare avanti. Brevemente dico che ho vissuto in una famiglia dove materialmente non mi è mancato nulla ma riguardo il resto sicuramente mi sono mancate tante cose: l'affetto e la vicinanza di mio papà, le sue approvazioni in quello che dicevo o facevo. In compenso mia madre è stata sempre iperprotettiva, iperpresente (FISICAMENTE O COL TELEFONO).Se mio papà mi chiedeva o tutt'ora mi fa una domanda su qualunque cosa al 99% prima che io risponda gia lei ha iniziato a dare la risposta come se lei fosse stata sempre la mia testa, la mia lingua, la mia parola.Tutto questo suo fondersi con me stesso mi fa sentire oppresso, come se tutto il mio corpo, il mio essere fosse ingessato e chiuso in una gabbia molto stretta.Un'altra cosa che ho notato (grazie alla lettura di questo forum) è che mi ha spesso parlato male di mio papà raccontandomi di nascosto i problemi o le controversie avuti con lui come se io fossi stato il suo confessore o la sua valvola di sfogo. Di conseguenza anch'io ho avuto difficoltà a comunicare con mio padre per cui mi rivolgevo a mia madre perchè facesse da intermediaria nelle mie richieste si trattasse anche di soldi.Ho, di conseguenza, avuto sempre paura a relazionarmi con i miei amici maschi:provo un senso di inferiorità, paura di essere rifiutato, vergogna se per caso non sono all'altezza di fare la qualunque cosa, autocommiserazione, scarsa stima di me stesso, invidia, a volte rabbia. VORREI TANTISSIMO spezzare queste catene, rompere questo gesso o questa gabbia per poter correre e gridare a squarciagola, per poter finalmente liberare tutta la mia energia vitale. Grazie ai vostri commenti e alle letture dei vari articoli del forum ho intrapreso il cammino della mia crescita ma credo di avere bisogno di tanti consigli, di tanto sostegno,di tanta preghiera anche perchè finalmente dopo decenni ho trovato qualcuno a chi poter raccontare. Anche perchè in Sicilia dove vivo, come diceva l'amico della Calabria,non è facile trovare aiuto per affrontare tali problemi.Un saluto particolare a Fr. max.CHE IL SIGNORE BENEDICA TUTTI I NOSTRI SFORZI. AMEN!
- 12 marzo, 2010
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- Ciao a tutti, ho appena letto i vostri commenti e vi ringrazio...davvero! Finalmente mi sento compreso, cercherò di seguire i vostri consigli e di impegnarmi al massimo delle mie possibilità. Dopo lo sfogo dell'altro giorno posso dire di sentirmi più sereno, anche se il problema permane. Credo che forse ancora non riesco a rendermi effettivamente conto di quello che sono e di quello che voglio essere. Per esempio oggi camminavo per strada e vedevo gruppetti di ragazzini che ridevano e scherzavano. L'unica cosa che mi passava per la testa era "Perché non posso essere come loro?". Quando mi fermo a parlare con qualche ragazzo che conosco, non faccio che ripetermi di tagliare il discorso il più presto possibile e di andare via: è come se avessi da sempre un blocco che non riesco a superare, credo si tratti del "complesso di inferiorità" di cui parla spesso Nicolosi nel suo libro. Ma che posso fare? In quegli istanti non riesco ad essere razionale e a comportarmi come dovrei, l'istinto mi dice di scappare perché loro non possono capirmi, se sapessero penserebbero male di me. E dopo la mia mente comincia a viaggiare, nel senso che penso subito che dovrei smetterla, che dovrei accettare questa mia "condizione" e togliermi il peso che porto dentro. Ma non ce la faccio. L'unica cosa che mi fa andare avanti è il fatto che quella vita (intendo la vita da omosessuale) non fa per me, soffrirei comunque perché io credo molto nei valori tradizionali e mi piacerebbe tanto avere una donna al mio fianco con cui metter su una splendida famiglia. Al tempo stesso però non posso fare finta di niente... Vi ringrazio ancora per i vostri commenti, spero di riuscire a commentare sempre più spesso e faccio un "in bocca al lupo" a tutti! Davide
- 12 marzo, 2010
- max ha detto...
- Per l'anonimo del 12 marzo. Carsssimo quasi coetaneo della Sicilia, pace a te. Parlo con un uomo, vista l'età e nonostante tu ti senta un adolescente: ricorda però che non lo sei. Vorrei parlarti più da coetaneo anche se sei un pochino più grande di me. Anche se le situazioni, le fatiche, le sensazioni che si vivono sembrano le stesse leggendo le storie di ciascuno in realtà non è così. A 39 anni avrai un vissuto e una storia tutta tua diversa; dunque per prima cosa io mi riapproprierei di questa iniziando una rilettura di tutta la tua vita; per questo ti cosiglio di trovare qualcuno a cui consegnarti (tra l'altro in sicilia so che i frati sono molto in gamba). A livello pratico ti darei solo un piccolo consiglio. E' sempre il tempo giusto per chiarire le cose a te e ai tuoi. Con tua madre E' NECESSARIO porre dei paletti; uno di questi potrebbe essere quello di rifiutarsi di essere il suo confessore: non sei un sacerdote; se tua madre ne avesse bisogno può rivolgersi appunto a un sacerdote. Non c'è cosa più negativa che ricevere dalla propria madre le critiche,le squalifiche o la disistima del proprio padre. Fai presente a tua madre che i problemi con tuo padre sono roba tra lei e lui e che a te NON INTERESSANO. Se dovesse continuare insisti oppure taglia, quando ti parla male di lui vai via:prima o poi la pianterà. Scusa la mia durezza ma questa è una cosa che fa molto male ai filgi. Ricevere la squalifica del proprio padre dalla bocca della propria madre è distruttivo per un figlio. A 39 anni sei in grado di poter prendere in mano la tua vita e fare delle scelte. Inizia a focalizzare cio' che reputi importante e necessario per crescere e poni in atto delle scelte. Per un uomo della tua età è possibile. Inizia a tagliare un crdone ormai troppo inspessito con la tua mamma. Un abbraccio e conta sul mio sostegno. Dio ti Benedica. Fr Max
- 12 marzo, 2010
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- Salve a tutti, sono Bluekover. Volevo rispondere all'anonimo del 12 marzo. Carissimo, mi ricordo che qualche tempo fa, leggendo un libro di psicologia, avevo trovato un caso molto simile al tuo: un uomo ormai adulto che era letteralmente assillato dalla madre, a cui era costretto addirittura a mentire sulle sue fidanzate. Lo psicologo gli ha proposto una soluzione paradossale, che si è rivelata vincente: tartassare lui stesso la madre di telefonate, chiedendole continuamente come stesse e se avesse bisogno di qualcosa, chiedendole consigli, i più banali possibili, persino il permesso per fare qualsiasi cosa. In questo modo la madre potè rendersi conto del proprio comportamento anormale e poco dopo cominciò lei stessa ad incoraggiare il figlio ad essere autonomo. Io stesso sto usando questo stratagemma, non con mia madre ma con una persona ugualmente assillante, e comincio ad avere i primi frutti. Bisogna essere perseveranti, in questa "finzione terapeutica". Inoltre, se lei ti parla male di tuo padre (cosa che faceva anche mia madre, ora non più) tu astieniti dal dare qualsiasi giudizio, non sentirti in dovere di darle ragione per compiacerla, dì solo "che vuoi che ti dica, non mi riguarda". Con le persone del tuo sesso... beh se hai letto i miei post precedenti avrai visto quanti passi avanti ho fatto, e quindi puoi anche tu. L'unica regola è agire, non cercare di persuaderti razionalmente, le uniche cose che fanno davvero cambiare opinione su noi e gli altri sono i fatti! Comincia dalla cosa più semplice, un saluto, un cenno di apertura. Suppongo che tu lavori, quindi quali persone meglio dei tuoi colleghi? Fai sempre tu la prima mossa, non aspettare che siano gli altri. Un caro abbraccio a tutti.
- 14 marzo, 2010
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- Pietro. Io non ho nulla da rimproverare a mia madre e neanche mio padre. anzi mio padre e stato sempre presente mi di mia madre. L'unica cosa che mi torna sempre in mente e che mia madre all'eta di 10 anni io aiutavo a fare i piatti e quanto alcuni parenti si complimentavano con mia madre per aver un figlio che aiutasse lei rispondeva che l'aveva desiderato femmina - questo sentire mi faceva soffrire . Forse e stata questa la causa? A me piacciano le donne anzi - guardo le donne e le desidero - e se dovrei scegliere tra una donna e un uomo sceglierei una donna. allora non capisco la mia omossesualità. Le pulsioni arrivano e quanto arrivano non posso fare almeno di masturbarmi e pensare a un uomo - che casino - mi facci schifo dopo averlo fatto - e non riesco a pregare - Chi mi libererà da questa situzione? Mi sento piu perverso che omo - Leggo molto volentieri i commenti di tutti voi - per scoprire me stesso .- L'unica cosa che posso dire che l'anzia - lo scoraggiamento quando arrivano sono guai - sarà vero che ho bisogno di attenzione ?
- 14 marzo, 2010
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- qualcuno mi può dire come reperire i testi: -oltre l'omosessualità ascolto terapeutico e trasformazione di joseph nicolosi -verso un'identità sessuale completa di andrew comiskey -una strada per il domani: guida all'(auto)terapia dell'omosessualità di van den aardweg gerard perchè la libreria dove sono andato ne è sprovvista come pure il deposito di milano della mondadori? Non saprei più cosa fare. Vi prego qualcuno mi aiuti. Grazie di cuore in anticipo. Sono l'anonimo del 12 marzo.
- 16 marzo, 2010
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- Per l'anonimo del 16 marzo Per il libro Oltre l'omosessualità di Nicolosi c'è anche l'edizione della San Paolo. Potresti comprarli tramite IBS http://www.ibs.it/
- 16 marzo, 2010
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- ci credete ancora o no visto che da più di una settimana nessuno ha scritto più commenti o testimonianze circa esperienze personali riguardo al proprio cammino? Per quanto mi riguarda quando ,circa due mesi fa, ho iniziato il mio cammino l'unica cosa che sono riuscito a tagliare è stata la dipendenza dalla pornografia e dalla masturbazione quasi quotidiana. Ho cominciato a guardare con occhio diverso i miei amici cercando di mettere in pratica quello che sto cercando di imparare anche se non è facile sia perchè crescere maturare diventare veri uomini richiede tempo sia perchè si deve fare spesso tutto da soli leggendo nel blog , i commenti, o alcuni libri. LA COSA CHE MI Dà PIù FORZA E SPERANZA COMUNQUE è LA PREGHIERA.Spero anche nel vostro aiuto. Grazie e sia sempre benedetto il Signore.
- 21 marzo, 2010
- Vivi ha detto...
- Io non lo so, però qualcuno di voi ha mai pensato che l'omosessualità potrebbe essere un condizione assolutamente normale, di cui non vergognarsi e da cercare di vivere con serenità? Piuttosto che costringersi a percorsi per uscirne, magari io cercherei di mettermi il cuore in pace ed accettarla. E sono sicura che Dio possa accettare i fedeli per la loro natura, non giudicandoli in base alla sessualità ma piuttosto alla loro dedizione e purezza di spirito.
- 21 marzo, 2010
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- Per l'anonimo del 21 marzo. Ciao, anche a me il cammino che ho intrapreso ha portato finalmente a rompere il legame di dipendenza ossessiva che avevo con la masturbazione e con la pornografia. Anche se ancora ogni tanto capita di cadere, la frequenza è assolutamente irrisoria rispetto a prima e, almeno ora, riesco a capire le motivazioni che mi portano di nuovo a masturbarmi. Inoltre, finalmente riesco a vivere con più serenitù i rapporti con gli altri ragazzi (non mi sento più inferiore a loro) e questo soprattutto grazie alla fede ritrovata.
- 21 marzo, 2010
- max ha detto...
- Per VIVI. Ciao Pace a te. Carissima nessuno dice che bisogna fare la "crociata" al cambiamento e la lotta contro il proprio orientamento omosessuale. Innanzitutto un cammino è possibile per che riconosce in se un conflitto e un immaturità affettiva che genera dolore, dipendenza, frustrazione, incompletezza, disagio con sè e con gli altri. Dunque accettare come normale qualcosa che non è percepito come tale, al di la di tutto non credo che sia rasserenante er la persona. Poi in secondo luogo il problema non è solo accogliere o meno la propria omosessualità come qualcosa di radicato e profondo, quanto cio' che si vuol scegliere dopo averla accolta. La Chiesa stessa non esprime alcun giudizio di condanna verso la persona omosessuale ma sulla scelta di viverla, ovvero in merito agli atti omosessuali, considerati moralmente inaccettabili perchè contro il bene della persona per come e pensata e amata da Dio. Dunque una persona può anche scegliere di accogliere come normale un orientamento omosessuale; il problema è poi il necessario bisogno di vivere quello che hai scelto come la normalità della tua vita. Benissimo, puoi farlo senza che nessuno te lo vieti (oggi hai la cultura, i Talk schow , i Realty e l'ideologia gay dalla tua parte). Però pretendere che anche Dio benedica ciò che sperimenti ti rende schiava, forse non è un po troppo? Un abbraccio forte e buon cammino, qualunque cosa sceglierai. FR MAx
- 21 marzo, 2010
- paola ha detto...
- Sono la mamma di un ragazzo di 19 anni che mi ha scritto una lettera dicendomi di essersi accorto di essere bisessuale. Sono disperata, gli ho proposto di farsi seguire da uno psicoterapeuta ma lui mi ha detto che non c'è bisogno, che è una cosa che devo accettare così come ha fatto lui. Vi prego aiutatemi, cosa posso fare per lui oltre che pregare? Vorrei dirvi che vi sostengo nella preghiera, siete tutti ragazzi fantastici, vi voglio bene, ma sarebbe bello potersi parlare guardandoci e avere un aiuto anche psicologico oltre che del Signore. Che Dio vi benedica a tutti, invocate il nome del Signore e lui vi ascolterà. Un bacio
- 22 marzo, 2010
- max ha detto...
- Per Mamma Paola. Carissima Madre, Pace a te. La tua posizione e il tuo fare in questi casi risulta abbastanza delicato, essendo troppo coinvolta in quanto madre. Porre a tuo figlio la questione sotto il profillo della cura non è la strada giusta. Quello che puoi fare è incoraggiare tuo figlio con una definizione chiara del tuo ruolo e di quello di tuo marito, anche se non conosco la vostra situazione familiare. Fare le crociate non serve a nulla. Poi potresti consultare alcuni siti come AGAPO dove genitori di figli omosessuali scrivono e si confrontano sulla questione. Farsi accompagnare da uno psicoterapeuta o una persona preparata sul campo, anche religioso (un sacerdote ) può essere un valido aiuto per come agire. Coinvolgi tuo martito e con lui aiutatevi definendo meglio i vostri ruoli e la vostra presenza nella via di vostro figlio. In ultimo suggerisci a tuo figlio di consultare alcuni siti o dare una sbirciatina a questo Blog...chissà che non ne venga catturato. Mi raccomando non squalificarlo, ne giudicarlo, ne punirlo. Siamo qui. Un abbraccio Fr MAx
- 22 marzo, 2010
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- vorrei dire solo una cosa, rispetto a queste pulsioni che da anni vanno avanti, anzi vorrei gridare: NON CE LA FACCIO PIÙ! scusate lo sfogo. chiedo una preghiera.
- 22 marzo, 2010
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- Per VIVI Ciao, qui non si discute se l'omosessualità sia una condizione normale oppure no; a me, personalmente, non interessa, Ciò che mi interessa è la tristezza e l'infelicità che ho sempre provato da quando ho scoperto di avere tendenze omosessuali. E da li sono partito per ricercare le possibili cause e ho scoperto finalmente le motivazioni profonde che mi portano ad avere tali tendenze. Ripeto, non siamo qui per giudicare normale o ni l'omosessualità, ma per aiutare chi non è soddisfatto della propria vita, chi soffre a causa di tendenze che sente come non proprie. Per PAOLA mi dispiace per la notizia che hai ricevuto, a volte non pensiamo minimamente al dolore che possiamo dare ai genitori quando esprimiamo loro questi aspetti della nostra vita... ricordo ancora come fosse ieri la reazione che ha avuto mia mamma...mi dispiace tanto pensare al dolore che le ho dato, anche se adesso riconosco che in parte anche il suo atteggiamento iperprotettivo è in parte concausa delle mie pulsioni omosessuali. Cara Paola, se posso darti un consiglio, anche rispetto a quanto fatto da mia mamma all'epoca (anzi, non fatto): prova a parlargli, invece di invitarlo subito dallo psicologo, se lui si è aperto con te, prova a dialogare attraverso questa porta aperta (è molto difficile aprirsi con i genitori su questi temi), non chiuderti in te stessa. La cosa peggiore da fare (ripeto, sto parlando rispetto alla mia esperienza, non posso generalizzare) è mantenere un clima di tensione e di chiusura reciproca. La cosa migliore è il dialogo. Ti auguro ogni bene. MarcoItaly
- 22 marzo, 2010
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- Per AND78 Ciao, se ti va scrivici di più di te stesso, scrivi il motivo della tua sofferenza, cosa provi. Scrivi le emozioni che provi, aiuta molto a scaricare la tensione e noi potremo darti qualche consiglio. Coraggio!! Noi siamo qui per aiutarci a vicenda.
- 22 marzo, 2010
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- Ciao And78, ti confermo anch'io che la strada giusta l'hai già intrapresa. Continua così, scrivi, parla qui sul blog o con qualcuno di questa sofferenza. Non tenere tutto dentro che è come una pentola a pressione: aumenta solo. Lo scrivere è una ottima valvova di sfogo. Un ricordo nella preghiera. Giovanni.
- 23 marzo, 2010
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- ...ormai è da un po' di tempo che la mia preghiera si è affievolità...ricado spesso nella pornografia e il grido si sta spegnendo...quasi ho rassegnazione....so che ho fatto poco...un anno di preghiera, rosari, e messa...forse non sono bastati...sono stanco di lottare e vivo in un costante senso di colpa... io ho sempre avuto delle ragazze e tutt'ora ne ho una con la quale ho dei rapporti regolari..certo con un po' di fatica .....ma mi accorgo che il piacere non è lo stesso, il desiderio non è uguale...ho paura e vivo male... scusate lo sfogo...ma ne avevo bisogno... vittorio
- 23 marzo, 2010
- max ha detto...
- Per Vittorio. Carissimo fratello la preghiera, la vita sacramentale (messa, confessione)o l' ascolto e meditazione della Parola di Dio sono la via che tiene aperto il nostro cuore in una relazione viva con Dio. Tuttavia il problema è capire se questa relazione è nata ed è viva in te oppure la vita sacramentale viene ridotta ad un puro esercizio di devozioni o obblighi o nella ricerca di una soluzione a un problema. La relazione con Dio è un INCONTRO che nasce dal riconoscere che tu non sei l'autore delal vita ma che qualcuno da sempre pensa a te in modo grande e meraviglioso e altro non desidera che fartelo comprendere e gustare. Ma per lasciarsi incontrare occorre davero mettere in discussione tutte le proprie certezze e abbandonarsi a Lui. Per conoscere e incontrare il Signore ci vuole un cammino di fede che non si può ridursi ad una serie di pratiche che non daranno i risultai sperati. Dnnque non scoraggiarti. Rivolgiti a un sacerdote o a un religioso che possa indicarti la via per un cammino serio e vedrai che anche se con grandi fatice il Signore ti verrà incontro. Un abbraccio caro VITTORIO E FORZA!! Fr Max
- 23 marzo, 2010
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- Fr Max, la risposta che hai dato a Vittorio mi ha fatto molto riflettere. Sono sempre stata vicina al Signore, ma da quando mio figlio mi ha scritto di essersi accorto di essere bisessuale, il mio rapporto con il Signore si è fatto più intenso. Leggo la Bibbia, prego molto durante il giorno frequento le catechesi, e in televisione guardo solo programmi religiosi. Io sono morta il 22/11/2009 quando mio figlio mi ha fatto quella rivelazione. Ma questo avvicinamento a Dio l'ho fatto per chiederGli di liberare mio figlio da questa situazione, è vero, ma ho creduto fermamente di aver percepito la Sua presenza, una sera nella mia stanza, ho creduto di vedere dei segni che Lui mi dava e non credo e prego solo perchè spero che Lui possa aiutare mio figlio ma anche perchè ciò mi dà pace e spero che Lui mi faccia questo miracolo, anche se la speranza ogni giorno si affievolisce, io mi sento sempre più debole e faccio fatica anche a pregare oltre che a respirare ed a pensare al giorno successivo che dovrò affrontare. Preghiamo gli uni per gli altri e il Signore ci ascolterà e non ci deluderà. Vi voglio bene Mamma Paola
- 24 marzo, 2010
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- Per Marcoitaly. mi consigli di parlare con mio figlio, consigliami su come affrontare l'argomento e fargli capire che una madre intrusiva, come sono stata io, e un padre che gli ha parlato solo per criticarlo e mai elogiarlo, forse può essere stata la causa scatenante di questa sua bisessualità. Consigliami ti prego, dimmi tu come devo affrontare l'argomento. Ieri sono andata ad un incontro di genitori che fanno parte dell'AGEDO a Roma, e loro si battono per affermare l'identità dei loro figli e sono contrarissimi a terapie sostitutive e quant'altro. Ciao ragazzi e forza, prego per voi. mamma Paola
- 24 marzo, 2010
- max ha detto...
- Per mammma Paola. Ciao carissima. Non sei morta il giorno che tuo figlio ti ha rivelato la sua omosessualità. Dire così è non accettare una difficoltà,è dire che la cosa ti ferisce e ti fa troppo male e pertanto non la vuoi guardare. Prendi consapevolezza degli errori e delle possibilità che lo scoppio di questa mina vagante può apportare nelle vostra vita. La preghiera non è il luogo dove si ottiene ma dove si attinge per affrontare e guardare in faccia le cose. Con questo non voglio dire che devi accettare l'omosessualità di tuo figlio ma accettere o accgliere una novità nella tua vita, riconoscere dove puoi aver toppato e chiedere la grazia di guardare te e tuo figlio con gli occhi del Perdono cioè di Gesù Cristo. Rispetto al cammino con le famiglie ti consiglio di valutare bene a quale associazione ti rivolgi: c'è di tutto oggi. L'Agedo io non la conosco. Conosco però l' AGAPO e so come lavora. Dunque vedi po' tu!! Allora forza e non mollare. Un abbraccio fr MAx
- 24 marzo, 2010
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- Per Vivi: non so se accettare la propria condizione possa portare un omosessuale ad una vita più serena. Forse ciò potrà essere vero in alcuni casi. Io parlo della mia esperienza e ti dico che oggi ho la certezza di avere un disagio interiore molto più profondo e ben più ampio dell'essere omosessuale. Come più volte ripetuto da molti su questo blog, l'omosessualità è solo una punta di un iceberg, un sintomo di un disagio intimo, un meccanismo di compensazione nevrotica. Assecondandolo altro non si farebbe che continuare proprio sul quel cammino semplice ideato dal nostro inconscio per non farci affrontare il problema reale. Sono sicuro ci si illuderebbe con una apparente serenità, trascinando per sempre le vecchie ferite. Non so per gli altri, ma per me uscire dall'omosessualità vuole dire principalmente far pace con me stesso, con il mio passato, con la mia identità, con la mia maturità, con il mio rapporto col mondo, con il mio essere uomo fra gli uomini, indipendentemente dall'istinto sessuale che può cambiare o meno. Per And78: la disperazione c'è in ognuno di noi e torna sempre ciclicamente. Bisogna lottare tenacemente prima di tutto per aver la forza di portare questa croce, in secondo luogo per tornare a sperare, in terzo luogo per guarire e ciò semplicemente perché non abbiamo alternative. Per Vittorio: preghiamo come se tutto dipendesse da Dio ma agiamo come se tutto dipendesse da noi. Basandomi sulla mia esperienza personale,posso dirti che è giusto avere fede e pregare ma bisogna fare attenzione a non ridurre la preghiera ad una spasmodica e intensa pratica religiosa (quasi superstiziosa) in attesa del miracolo. Questo può essere un primo passo verso Dio ma poi non sappiamo quali siano i suoi disegni ed i suoi modi d'agire. Un'intensa vita di pietà con questo scopo, prima o poi porta allo scoraggiamento. L'incontro con Dio è l'incontro con un Uomo ed è questa la prima relazione interpersonale che dobbiamo essere in grado di costruire senza pensare a tornaconti e ricompense basandoci sul nostro egocentrismo.
- 24 marzo, 2010
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- Per Paola Ciao! Cosa posso consigliarti? Innanzitutto, come ti ha detto FR MAX, non sentirti morta!! Facendo cosi semplicemente accantoni il problema! Io ti consiglio di parlare con tuo figlio perchè arrivati a questo punto sono feramente convinto (in base alla mia esperienza personale) che il silenzio non serve proprio a nulla. Cosa puoi dire? Dato che è difficile iniziale, prova magari a parlargli iniziando a indagare come si sente tuo figlio. Fai capire che sei disposta ad ascoltarlo, che non lo giudichi per quello che ti ha detto. Fatti dire i suoi sentimenti, le sue paure. Non dire "ma cosa abbiamo sbagliato io e tuo padre?" cosi peggiori solo le cose (sempre per esperienza personale). Questa, secondo me, è la "seconda fase", prima ti consiglio di far parlare lui, poi magari indaghi cosa puoi avere sbagliato tu e/o tuo marito. Io quando l'ho detto a mia mamma, la prima cosa che ha fatto è arrabbiarsi e prendersela con me "ma allora ti piacciono gli uomini? ma abbiamo sbagliato noi qualcosa???" poi per tre giorni non mi ha parlato e il quarto giorno mi dice "sai penso che non è vero quello che hai detto, non pensarci più". Io ero troppo debole per controbattere qualcosa e me ne sono stato zitto. Da quella volta (circa 3-4 anni fa) non ne abbiamo più parlato, io non ho la più pallida idea se lei ci pensa ancora oppure no. Quindi l'unica cosa di certo che ti posso dire è che il silenzio non serve a molto... detto questo, ripeto che i miei consigli si basano sulla mia esperienza personale, quindi possono anche non andare bene per voi (come si dice, "l'autore declina ogni responsabilità per l'utilizzo delle cose precedentemente scritte!! :-) ) Scherzi a parte, se hai bisogno scrivi!!! MarcoItaly
- 24 marzo, 2010
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- ciao la mia situazione è strana ,ne sono ne mi ci senti omosessuale ma ne vengo continuamente attratto distratto,vorrei tanto avere una vita normale,tipo andare al mare con i miei amici che ovviamente non sanno nulla sensa che la mia produca pensieri strani.La cosa strana che mi interroga è che quando sono andato con un uomo dopo averci pensato mille volte dopo e durante era una cosa che odiavo con tutto me stesso invece andando con una donna non sentivo quel sentimento di attrazione-repulsione ma una sensazione piacevole e anche di soddisfazione personale.In questa situazione ho conosciuto Dio che mi aiuta costantemente.La battagli è molto aspra magari un giorno se Dio mi aiuta riuscirò e a tutti quelli che sisentono così a guarire.
- 26 marzo, 2010
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- Vi racconto la mia storia sperando possiate darmi pareri e consigli. Sono un ragazzo di 20 anni e fin da piccolo (4 anni) ero molto effemminato, sensibile e relazionavo solo con le bambine alle quali mi sentivo più simile. Già alle elementari i bambini mi facevano notare la mia femminilità con offese e da quel momento ho cercato di comportarmi come un maschio arrivando pure a mentire a me stesso. Questo fingere diminuiva le offese ma non migliorava il mio rapporto con gli altri: alle superiori mi isolai completamente tanto da cambiare più scuole illudendomi di poter migliorare la situazione. Fortunatamente ho conosciuto un'amica con la quale mi sono aperto raccontandogli tutto di me e abbattendo la maschera con la quale mentivo a me stesso impedendomi di vivere. Da questo momento sono riuscito a riguardarmi dentro capendo che sono un transessuale (mi sento una femmina in un corpo di maschio)e non omosessuale come pensavo fino ad allora. Da subito ho capito che poteva esserci un collegamento con la situazione familiare: mio padre non c'è mai stato o meglio c'era ma non aveva dialogo, emozioni non a causa sua ma della depressione di cui ha sofferto per molti anni, già da piccolo m'irritava perchè capivo che non era sincero mentre mia madre era il mio sole, con lei ero il bambino più felice del mondo, appena tornava da lavoro m'illuminavo e iniziavo a mangiare e parlare, all'asilo ho fatto centinaia di disegni su lei e anche alle elementari in ogni tema la inserivo, praticamente era la mia vita. Oggi il rapporto con mio padre è molto migliorato. In questo periodo sono di fronte al bivio della mia vita: affrontare il percorso per il cambio di sesso per iniziare a vivere o cercare di riconoscere il mio corpo per vivere da uomo anche se non so se sia possibile. Grazie mille.
- 27 marzo, 2010
- max ha detto...
- Per l'anonimo del 27 marzo. Carissimo PAce a te. LA tua storia e la tua situazione si presentano certamente in modo ancora più particolare. PArlare di transessualismo è cosa ben diversa dall'omosessualità. Al di la di tutto caro fratello quello che posso donarti dal mio povero punto di vista è l'invito a leggerti bene dentro, a scandagliare la tua vita e le tue relazioni primarie con i tuoi genitori. Come tu stesso hai accannato ci cson già delle anomalie nel tuo vissito con le figure parentali . Io cercherei di farmi accompagnare da una persona capace di illustrarti e accompagnarti in ciò che sei e cio che sei chiamato a fare. Ti consilgio solo di non prendere decisioni affrettate. Io credo che se te lo concederai, rinascerai. Un abbraccio FR MAx
- 27 marzo, 2010
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- Posto questa poesia di Pasolini che a mio parere ben sintetizza la sua, la nostra condizione: SUPPLICA A MIA MADRE E' difficile dire con parole di figlio ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio. Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore, ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore. Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere: è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia. Sei insostituibile. Per questo è dannata alla solitudine la vita che mi hai data. E non voglio esser solo. Ho un'infinita fame d'amore, dell'amore di corpi senza anima. Perché l'anima è in te, sei tu, ma tu sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù: ho passato l'infanzia schiavo di questo senso alto, irrimediabile, di un impegno immenso. Era l'unico modo per sentire la vita, l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita. Sopravviviamo: ed è la confusione di una vita rinata fuori dalla ragione. Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire. Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile… Apparentemente potrebbe sembrare ua poesia d'amore nei confronti della madre ma in realtà quel "è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia" oppure quel "è dannata alla solitudine la vita che mi hai data" e quel "Ho un'infinita fame dell'amore di corpi senza anima" come ben identificano la condizione omosessuale!
- 28 marzo, 2010
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- Per l’anonimo del 27 marzo (Ho dovuto dividere il commento in due parti perché troppo lungo) I parte Ciao, credo di sapere come ti senti anche se sono una donna e la mia storia è stata, per alcuni aspetti, diversa dalla tua. Io, come te, non mi riconoscevo nel mio genere sessuale, da piccola sembravo un maschietto (o un “maschiaccio” come mi diceva sprezzantemente mia madre), preferivo giocare con i ragazzi e fare giochi “da maschio”; non essendo per niente femminile mi sentivo molto diversa dalle ragazzine. Avevo una predilezione per il calcio, le pistole, le fionde, le figurine dei calciatori; a volte mi azzuffavo con i miei coetanei: ero “una dura”. Naturalmente preferivo portare i capelli corti (e mio padre mi accontentava portandomi regolarmente dal barbiere insieme a mio fratello). Desideravo talmente essere un ragazzo che a volte provavo a fare le pipì stando in piedi e mi passavo il rasoio di mio padre sul viso con la speranza che prima o poi sarebbe affiorato qualche pelo.Tutto questo fino agli 11 anni. Poi è arrivata la pubertà e le cose non sono migliorate… ANZI! Le difficoltà che ho avuto nel periodo dell’adolescenza ed anche in seguito, te le puoi immaginare, quindi non sto qui a raccontartele. Quello che invece tengo a dirti è che è possibile cambiare. A me è successo. E’ stato un processo lentissimo, faticoso, estenuante; non trovo neanche le parole per descrivere la sofferenza sorda che si prova. Ma nella sofferenza ciò che mi ha sorretto e sospinta in avanti nel mio cammino è stata la speranza e la quasi convinzione di farcela. Dico “quasi convinzione” perché il dubbio mi ha scoraggiata tante volte. Ciò che mi ha incoraggiata sono stati soprattutto i segni del cambiamento. Notavo delle differenze nel modo di muovermi, di comportarmi, di interagire con gli altri. Erano piccoli segni ma non potevano che significare una cosa. Stavo diventando più femminile ma, nello stesso tempo, mettendomi così profondamente in discussione, mi sentivo anche più fragile, più esposta, non ero più così coraggiosa, così maschiaccio: avevo paura. Qualcosa si era rotto e non poteva più tornare come prima. Doveva essere ricostruito e diventare piano piano qualcosa di diverso, di autentico, dalle fondamenta sicure, questa volta.
- 28 marzo, 2010
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- II parte Qualcosa si era rotto e non poteva più tornare come prima. Doveva essere ricostruito e diventare piano piano qualcosa di diverso, di autentico, dalle fondamenta sicure, questa volta. Dalla corazza che mi inconsapevolmente mi ero costruita trapelava una fragilità che neanche sapevo esistesse in me; a volte la mia voce si faceva piccola come quella di una bambina ed ho capito che era da lì che dovevo ripartire. Da quella bambina che c’era ancora in me e di cui non conoscevo neanche l’esistenza. Quella bambina era la parte più autentica, la femmina, ma doveva crescere e diventare adulta. Adesso che quella mia parte, il mio Io autentico è cresciuto (ci sono voluti tanti anni) finalmente sono serena. Non sono più spaventata, smarrita, amareggiata. Ho perdonato tante persone che in passato mi hanno ferita , ma soprattutto ho perdonato i miei genitori che, incredibilmente, sono cambiati vedendo cambiare me. Ora nella mia famiglia c’è amore. Mi piace (e lo scrivo con orgoglio) fare “cose da donna”. Le persone che mi hanno conosciuta tanti anni fa stentano a credere ai loro occhi. Il mio abbigliamento e le mie movenze, persino i lineamenti del mio volto sono cambiati, ora sono molto più delicati. Prima avevo lineamenti così duri che quando le mie amiche provavano a truccarmi sembravo un travestito. Adesso mi piace truccarmi (incredibile!!), prima era un qualcosa che non mi apparteneva, che mi faceva sentire ancora più diversa dalle altre donne. Spero tanto che quanto ho scritto ti induca a riflettere. Ti prego, non scegliere di “diventare donna”, non lo sarai mai veramente, diventeresti soltanto una caricatura . Fai la scelta giusta, anche se purtroppo il cammino non sara facile. Comunque non voglio scoraggiarti; ognuno ha la sua storia, siamo talmente complesse come persone che non è assolutamente detto che il tuo cammino dovrà essere per forza duro e lungo come il mio. La scelta di cambiare è la più difficile ma è l’unica che porta alla gioia e alla serenità. Perché non si tratta soltanto di diventare etero ma si tratta di crescere psicologicamente, di diventare una persona adulta, equilibrata, capace di dare e ricevere amore. Il desiderio di diventare etero è stato “IL MOTIVO” che mi ha spinta a cercare il cambiamento. Sinceramente, di “crescere” non mi importava nulla a quel tempo, e non ne comprendevo neanche il significato. Oggi so quanto sia importante. Oggi so che la differenza tra omosessualità e transessualità in realtà non esiste. Alla base vi è una crisi di identità. Nel transessuale il distacco daIla sua parte più autentica, dal suo vero Io, è soltanto più profondo e marcato che nell’omosessuale. Ti sono vicina e ti saluto con affetto Francesca
- 28 marzo, 2010
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- Sono l'anonimo del 27 marzo. Ho letto molte delle storie scritte sul forum e ho rivisto tantissime cose in comune con la mia: mi hanno aperto gli occhi! Mi sono fatto anche un'idea possibile del perchè sono transessuale/omosessuale (ancora non capisco neanche io cosa sono). Ricordo che mentre mio fartello più grande passava molto tempo con mio padre io stavo sempre con mia madre, era come una scelta dei miei genitori. Ho letto in una storia che i propri genitori si erano come divisi i figli e credo che anche nel mio caso sia successo così. Mio fratello non è mai stato omosessuale, ma aveva problemi nervosi agli occhi che penso siano collegati con la figura paterna non stabile e impossibile da capire perchè contraddittoria mentre io ero molto più sereno ma i problemi sarebbero arrivati dopo. La storia di mia madre è molto complicata: ha perso il padre ha 7 anni e credo che in suo marito cercasse inevitabilmente questa figura, ma dopo pochi anni dal matrimonio non la trovava più perchè come ho già detto mio padre iniziò a soffrire di depressione. Un'ipotesi potrebbe essere che cercasse in me una figura maschile anche se ero solo un bambino "castrandomi" in modo tale da non lasciarla mai. Anche ultimamente ho notato atteggiamenti che potrebbe aver usato anche all'epoca per il suo intento: non parlarmi o poco fino a quando non mi comportavo come lei voleva (l'ho notato anche con l'università e per altre cose). Ricordo che non era assolutamente preoccupata che guardassi cartoni per bambine come sailor moon e mi identificassi con le protagoniste anzi mi comprava anche le figurine e neanche che giocassi solo con le bambine come se già lo sapesse. In una storia ho letto che il padre rideva del bambino che veniva "castrato" dalla madre e di questo sono quasi certo: ho ricordi di mio padre che sorrideva rilassato quando un giorno cantavo la sigla di sailor moon e mia madre mi registrava, nel riascoltarla persino io percepii stranito che era una voce di una femmina! Mio fratello mi derideva mentre mio padre guardava come rasserenato e poi ha portato mio fratello a pescare come per convincersi che un figlio maschio lo aveva e intanto il mio rapporto con mia madre gli evitava di essere stressato da lei. Questa è solo una possibile interpretazione, ma credo di aver bisogno di un aiuto di uno psicanalista perchè la mia vita non può continuare così. Aggiungo che ho avuto 3 esperienze omosesuali conosciute su internet, ma ne sono uscito disgustato: nella prima non c'è stato sesso, sentivo che non mi baciava con amore ma come se lottasse con se stesso, il secondo non era proprio omosessuale ed era molto dolce ma quando mi salutava era totalmente distaccato come se cancellasse di aver fatto sesso con me, il terzo era ossessionato dal sesso anche se non l'ho mai voluto fare xè avevo capito che aveva un giro di ragazzi, 3 ore nel letto e poi mi salutava come se un rapporto potesse basarsi su questo e appena ha capito che così non lo avrei mai fatto non si è fatto più sentire. Io sentendomi femmina sono attratto dai rapporti eterosessuali, ma anche se facessi l'operazione sono convinto che la mia vera natura verrebbe fuori perchè è la vera essenza che ho dentro, quella che la mia anima si è scelta. Spero mi possiate dare pareri e consigli a chi potrei rivolgermi in Italia per superare il caos che ho dentro.
- 28 marzo, 2010
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- Sono sempre l'anonimo del 27 marzo. Grazie davvero a tutti quelli che mi hanno risposto soprattutto a Francesca che ha avuto il mio stesso problema ed è per me un'enorme forza sapere che una persona ce la sta facendo! Sono convinto anch'io che cambiare sesso sia sbagliato perchè sarebbe come mettere una pezza, ma non superare il problema e negare la propria vera identità, quella che Dio ha scelto per la nostra anima e solo con quella potremo essere veramente felici e in pace con noi stessi e gli altri. E' però vero che è molto più semplice accettare il meccanismo che il nostro IO ha messo in moto per farci sopravvivere e vivere in questo, costruendosi un'altra identità. Il mio desiderio di "guarire" non è un non volere accettarmi come molti in tv fanno credere, ma la convinzione che non potrei mai essere davvero me stesso e felice seguendo quel meccanismo disperato.
- 28 marzo, 2010
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- Anonimo 27 marzo. Oggi mi sono venuti in mente 2 episodi molto particolari che vorrei raccontarvi per magari chiarire anche a me stesso. - Era l'estate tra le medie e le superiori e io e mio padre andammo al mare dato che non c'ero mai stato e sentendo gli altri compagni raccontare felici desideravo andarci. L'hotel ci diede la camera matrimoniale perchè non ce n'erano altre, così dovemmo dormire insieme anche se per me non era un problema in quanto non avevo pulsioni omosessuali verso mio padre, ma verso altri uomini più maschili e forti. Il secondo o terzo giorno prendendo l'ascensore lui si mise proprio davanti a me con un sorriso inspiegabile e io lo allontanai con la mano tanto mi era vicino. Era come se lui avesse capito la mia omosessualità e volesse dirmi vorresti baciarmi vero? Di sicuro non era un comportamento di un padre vero, ma io l'ho in parte perdonato perchè so il malessere mentale e fisico che aveva soprattutto in quegli anni (andava anche da uno psicologo o qualcosa del genere). - Il secondo fatto è stato quando ho cambiato scuola superiore perchè non relazionando con i compagni stavo finendo per impazzire. Ricordo che i primi giorni nella nuova scuola ero maschile non perchè m'ero messo una maschera ma ero proprio IO ad esserlo felicemente ed ebbi anche una pulsione sessuale per una ragazza della mia classe molto carina e gentile. Potrete capire il mio sobbalzo dopo 17 anni di omosessualità/transessualità come se il cambiare clima ed essere più distaccato dalla mia famiglia mi avesse fatto quell'effetto. Purtroppo però la cosa non durò a lungo e non so per quale motivo ma presto tornai come prima chiudendomi di nuovo nel mio mondo fatto di sofferenza e maschere per non mostare il mio essere. Così cambiai di nuovo scuola e in questa riuscii a trovare un'amica al quale raccontai tutto e da quel momento vivevo abbastanza sereno tanto da diplomarmi con ottimi voti, ma non ero veramente felice. Spero di non annoiarvi ma avevo necessità di "buttare fuori" queste cose che sono dentro di me da tanti anni e mi fanno male. Grazie mille.
- 28 marzo, 2010
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- Grazie Francesca per la tua testimonianza. Sono rimasto folgorato letteralmente dalle tue parole, soprattutto quando dici che bisogna ripartire dall'infanzia, da quello che è l'ultimo momento autentico di noi stessi. Giovanni.
- 29 marzo, 2010
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- Anonimo 27 marzo. E' incredibile come da quando ho "buttato fuori" tutto qui sul forum e capito il motivo delle pulsioni (trovare l'uomo che io non posso essere per i meccanismi familiari) mi senta già meglio e l'attrazione per gli uomini sia diminuita. So che è solo un primo piccolissimo passo, ma non mi sarei mai aspettato che solo condividere il mio problema con altre persone potesse darmi una prima serenità seppur instabile. C'è qualcuno che sa a chi ci si può rivolgere per avere nomi di psicanalisti vicini che curino l'omosessualità? Grazie mille
- 29 marzo, 2010
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- NON METTIAMO LA TESTA SOTTO LA SABBIA!! MI STO RIAVVICINANDO GRADUALMETE ALLA FEDE QUELLA ECCLESIASTICA INTENDO PERCHE'DIO HO SEMPRE SENTITO CHE C'E' HO SEMPRE AVVERTITO LA SUA PRSENZA ANCHE QUANDO HO PECCATO,LA DIMOSTRAZIONE E'CHE LE CONSEGUNZE DEI MIEI ERRORI POTEVANO ESSERE PIU'GRAVI.LA CHIESA NON LA DIGERIVO UNA STRUTTURA SPECIE QUELLA VATICANA FATTA DI LUSSO, SFARZI, RCCHEZZA. COSA CENTRA DIO CON TUTTO QST E'QUELLO CHE MI SNO CHIESTO PER ANNI E'LA RISP E'SEMPRE STATA NULLA DIO NON CENTRA NULLA CON LA SONTUOSITA'... MI SNO VOLUTO RICREDERE, GRAZIE A QST SITO HO INIZIATO A RIAVVICINARMI A DIO ANCHE NEGLI EDIFICI RELIGIOSI...SPESSO TEATRO DI GUERRE SANGUINOSE IN EPOCHE REMOTE, CROCIATE, PERSEGUITI E PERSEGUITATI, INQUISIZIONE ED OGGI SENTIAMO PARLARE DI PRETI PEDOFILI, AVALLATI DA RAPPRESENTANTI DI DIO...SO CHE LE NOTIZIE DEI GIORNALI SONO SOLO UNA TRASFIGURAZIONE DELLA REALTA',MA, SONO RIMASTO DELUSO IN QST MIO PERCORSO DI FIDUCIA, DI LEALTA'DI VERITA'DI RICERCATORE....CHI PROFESSA IL SIGNORE CHI NE SENTE IL PROFUMO, NON PUO'TOLLERARE CHE CRISTIANI/CATTOLICI SI MACCHIANO DEL PIU'VILE DEI PECCATI VERSO L'INNOCENZA. VABBENE IL PERDONO VABBENE LA REDENZIONE MA I BMBINI NO PROPRIO NN CI STO. CAPISCO CHE ALLA FINE ALL'INTERNO DELLA CHISA VI SNO ESSERE UMANI COME IN QUALSIASI ALTRO AMBIENTE CHE L'UOMO ANCHE NEL SUO INTERNO PUO'INCONTRARE LA MALVAGITA'LASCIANDOSI INEBRIARE COME E'SUCCESSO CON NOI PER L'OMOSESSUALITA' PERO'LA PUREZZA VIOLATA DEI BIMBI E'COSA BEN PIU'GRAVOSA..SOPRATTUTTO QND A COMMETTERLA SNO I PIU'ALTI VERTICI FOSSE ANCHE SOLO CON UN ATTEGGIAMENTO, FOSSE ANCHE SOLO CON IL SILENZIO ASSENZO. NON SMETTO DI CERCARE LA VIA DEL SIGNORE, CONTINUO A PERCORRERLA MA COME VEDETE SATANA E'BEN PIU'INFIDO. PRELATI, CONFESSORI CHE PECCANO I CUI PECCATI DIFFICILMENTE POSSANO TROVARE SOLLIEVO DIVINO...LASCIATE IN PACE I BAMBINI...AL DI LA DELLE NOSTRE ESPERIENZE MORTIFICANTI ,DELLA ATTRAZIONE PER IL NOSTRO STESSO SESSO, IMPARIAMO A DIRE NO, A PROTESTARE, A SCRIVERE DI INGIUSTIZIE DI CHI DOVREBBE RAPPRESENTARCI, E'UN PASSO IN PIU'PER UNA GUARIGIONE AUTENTICA SEGNO DI BENEVOLENZA . SIA CHIARO NESSUNO E'GIUDICE SE NON DI NOI STESSI, NON VOGLIO SCREDITARE I TANTI BUONI PRETI E FRATI CHE COMPIONO GESTI DI ALTRUISMO, SOLIDARIETA'PER NOI CHE CERCHIAMO LA GUARIGIONE DA QUESTI SUBDOLI IMPULSI, ANZI, A LORO VA TUTTA LA STIM E AMMIRAZIONE, VOGLIO SOLO DIRE BASTA A QUESTI SCANDALI CHE NON AIUTANO I TANTI OMOSEX CHE NON RIESCONO AD IDENTIFCARSI CON LA SANTA CHIESA. PS: XANONIMO PER I PSICANALISTI MANDA L'EMAIL AL NARTH ;)A ME HANNO RISPOSTO.... CIRO. CIRO
- 30 marzo, 2010
- max ha detto...
- Cari Ragazzi a tutti voi un Santo inizio di questo tempo che da oggi ci fa vivere ancor più da vicino la vera essenza dell'amore: il dare la vita. Vi porterò TUTTI nel mio cuore e nelle mie preghiere chiedendo per ciascuno di voi che questa Pasqua possa portare tanta forza, Speranza e coraggio nel vostro cammino. Non abbiate paura ! Dio vi benedica! Fr Max
- 01 aprile, 2010
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- Ciao a tutti e buona Pasqua!!! Come state??? Io, tra alti e bassi, continuo il mio cammino... in questi giorni sono ancora ricaduto nella masturbazione due volte. Però, rispetto a prima, quando mi masturbavo quotidianamente, adesso mi accade solo saltuariamente. Ho notato però una cosa molto interessante: mi sento sempre meno in soggezione verso gli altri ragazzi, finalmente non mi sento più inferiore agli altri come una volta. E questo si è tradotto nella drastica diminuzione delle masturbazioni ma anche nel fatto che ora quando mi masturbo non ho più quelle fantasie omoerotiche come una volta. In definitiva, anche se a volte cado ancora (è difficile smettere totalmente quado si è passato anni a masturbarsi tutti i giorni) sento di stare percorrendo la strada giusta! Coraggio, non dobbiamo demoralizzarci!! MarcoItaly
- 03 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo Da quando ho perdonato mio padre capendo che non è sua la colpa di essere mancato molto nella mia infanzia e nello stesso tempo vedendo le grandi caratteristiche che ne ho ereditato: sensibilità e profondità, le mie pulsioni omosessuali per gli uomini più grandi si sono praticamente azzerate. Inoltre da quando ho capito che ho un sacco di qualità e che non sono assolutamente inferiore agli altri ragazzi sono scomparse anche le pulsioni per i coetanei. Ora mi trovo in una fase di asessualità (ditemi se è succeso anche a voi?) ossia non provo attrazione nè per i maschi nè per le femmine. Credo che quando "normalizzerò" il rapporto con mia madre (che fino a pochi mesi fa è stato di un amore ossessionante: stavo male se non la vedevo/abbracciavo anche per poco fin dall'asilo) sarò attratto dalle ragazze in quanto è la natura e l'aspirazione ad elevarsi a Dio che fa congiungere le 2 metà (uomo e donna). Ma è possibile che quando stavo con un maschio completassi la mia parte maschile e cercassi una femmina? xè a volte mi è sembrato proprio così. Cmq da quando ho scoperto il vero perdono, quello che viene dall'anima, ho fatto pace con un sacco di persone e con me stesso: una suora particolarmente cattiva che nonostante fossi disperato mi lasciava per ore in castigo con le orecchie d'asino solo per aver sbagliato a colorare una scheda (assurdo come mi ricordi ancora perfettamente l'accaduto) e un maestro che se un bambino sbagliava gli dava un colpo in testa (ho ancora in mente la scena di una bambina che veniva tirata per i capelli perchè non riusciva a fare i 3 passi prima di tirare a canestro e di me che non stando bene non riuscivo a stare attento e lui mi sollevò dal grembiule squotendomi). Li ho perdonati anche entrando nelle loro psicologie e capendo che non lo facevano per cattiveria, ma per problemi profondi delle loro anime. Spero che qualcuno mi possa rispondere, grazie.
- 04 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo Dimenticavo: se qualcuno conosce libri che trattano il tema dell'omosessualità e come uscirne potrebbe lasciare i titoli? Grazie mille :-)
- 04 aprile, 2010
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- caro anonimo del 27 marzo... forse ti converrebbe scegliere uno pseudonomo, così ti possiamo identificare più facilmente, soprattuto quando il 27 marzo sarà passato da un po' di tempo... :) per l'appunto, sono bluekover.. ti rispondo subito per quanto riguarda ciò che tu stesso definisci "asessualità": ci sono passato anch'io, dopo pochi mesi dall'inizio del mio percorso.. è stata al tempo stesso una gioia e una fonte di preoccupazione, nel senso che non sapevo più come andare avanti, dato che avevo scandagliato tutto... beh la risposta sta proprio in questo, che avevo fatto passi solo con la ragione, ma non con l'azione. Non vorrei deluderti, ma questa conquista della scomparsa delle pulsioni omoerotiche può regredire, se non completi il tutto con le esperienze dirette di fratellanza con gli altri maschi. All'inizio del percorso si ha un grande slancio e ci si concentra molto su questo problema, ma l'entusiasmo può svanire quando si rientra nella quotidianità, soprattutto se non ci si aspetta che ci sia ancora molto su cui lavorare, e che ci vuole molta pazienza... il capitolo "donne" è molto complicato, perchè anche in quell'aspetto ci sono tante cose da risanare. Io, attualmente, sto lavorando proprio su questo. Mi rendo conto che mi manca l'aspetto erotico e "peccaminoso" dell'attrazione erotica verso l'altro sesso; prendetemi con le pinze, quando dico peccaminoso, soprattutto poichè lo scrivo in un forum a maggioranza credente, spero di rendere l'idea usando la parola libido, insomma qualcosa di esaltante, che accende il fuoco della passione, non qualcosa di sfrenato e senza amore, al contrario, l'aspetto corporeo dell'amore, che è bene che vada di pari passo con quello spirituale. Mi accorgo che per molto tempo mi illudevo che avendo dei contatti erotici con degli uomini mi sarei impossessato della loro mascolinità, quando invece ne uscivo sminuito: la loro mascolinità (siano gli uomini in questione reali o frutto di fantasia) rimaneva a loro, non l'adsorbivo affatto. Avendo contatti autentici con gli uomini veri, invece, ho potuto capire che in fondo non ero così diversi da loro e, viceversa, loro non erano come me li dipingevo. Ora mi resta un problema, che spero sappiate aiutarmi a risolvere: non riesco ad avere attrazione erotica per le donne, nella quali, troppo spesso, vedo il riflesso di mia madre e mia sorella, come se avere pulsioni sessuali verso di loro fosse un peccato contro il loro candore, quasi mi sentissi in colpa di essere maschio. Mi viene da pensare che, in qualche modo, ho subito un torto nel modo in cui sono stato educato: ho l'impressione che mia madre mi volesse tutto per sè, era gelosissima di tutte le ragazze che telefonavano a casa, non mi ha mai incoraggiato a fare cose da maschio, mentre non si scomponeva nel vedermi fare cose da femmina, come, mi vergogno a dirlo, impastare, cucire bottoni e altro. Ci sono altre cose che potrei dire, ma non mi va di farlo su un forum pubblico. Insomma, io vorrei riparare il mio modo inappropriato di approcciare al mondo femminile. Un caro abbraccio a tutti.
- 05 aprile, 2010
- max ha detto...
- Per l'anonimo del 27 marzo. Carissimo, Buona Pasqua! L'attrazione, le emozioni legate alla sfera sessuale sono parte della integrante della persona, anzi sono il motore che muove le nostre scelte e il nostro agire. Gli esseri asessuati non esistono. Probabilmente questo tempo di coscientizzazione dellle ferite che sono alla base del tuo cammino ti fa vedere le cose così ma ricorda che l'uomo agisce e vive nella sua interezza di persona. Non si cerca la femmina nella'uomo; è solo una questione di fare ordine e giusto spazio nelle rispettive relazioni con la figura maschile e femminile. Mi sembra di colgiere nella tua storia diverse ferite legate a episodi che ti hanno colpito molto nell'infanzia e questo gia indica un dolore che andrebbe ritrovato, riletto e perdonato come gia in parte stai facendo. La srada del PERDONO è la via preferenziale che conduce alla libertà ma ci vuol tempo, pazienza e tanta preghiera. Perdono prima verso te stesso per il giudizio col quale di condanni anche per quello che vivi; poi scoprire che c'è un Perdono che aspetta doi esserti donato da parte di Dio e infine, passare dal Perdono ricevuto al Perdono donato. Carissimo se hai bisogno ci sono. Un abbraccio Fr Max
- 05 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo Sono felice di sapere che l'asessualità sia un passo verso l'uscita dall'omosessualità e mi sono reso conto anch'io che la quotidianità può far regredire molto velocemente. Sono convinto anche che sia fondamentale l'amicizia con altri maschi (sopratt nello sport) per completare il percorso che se no rischia di essere solo un ragionamento mentale e teorico. Questo forum per me è stato vermante una rinascita: mi ha permesso di capire in profondità le cause e iniziare a risolverle, mai e poi mai mi sarei aspettato di notare un cambiamento e una serenità dopo così poco tempo. Sono riuscito a vedere il bello dei miei genitori, che prima non riuscivo per i litigi tra loro: la dolcezza e la forza di mia madre e la sensibilità e profondità di mio padre. Ora vorrei essere un insieme di queste qualità stupende che ognuno di loro ha e che fino ad ora non riuscivo a percepire. Per rispondere all'utente prima di me, credo che già hai capito il perchè del freno verso l'universo femminile e devi cambiare il modo di vedere tua madre e tua sorella (sarà molto difficile, ma non impossibile), ricorda che non per questo gli vorrai meno bene. Io con mia madre fino a poco tempo fa, come già ho scritto, ero legato in modo totale, ma ora ho capito che quello non era un voler bene, ma un bisogno, che non è vero amore, il quale si può raggiungere solo in un rapporto equilibrato. Ora dalle ragazze sono incuriosito, mi rendo conto di guardarle molto, ma non ancora attratto sessualmente. Buona pasquetta a tutti :-)
- 05 aprile, 2010
- max ha detto...
- per bluekover. Carissimo, Buona Pasqua anche a te. Nel tuo ultimo post parli della relazione con tua madre come un qualcosa da sviscerare bene. Confermo quello che dici. Mi sembra di cogliere nelle tue cosiderazioni la costruzione di un legame troppo forte che andrebbe sviscerato e liberato. Fin quanto la figura femminile resterà quello che nella fase edipica rappresenta per il bimbo la mamma (l'unico amore della pripria vita) sarà difficile costruire una relazione libera con le donne. La figura materna gioca un ruolo delicatissimo nella vita del bimbo e poi dell'adulto. La stessa purezza e candore con cui guardi la figura femminile è indicativo di questo retaggio emotivo e affettivo. Capisco anche il tuo bisogno di sviscrare bene altri contenuti. Ti lascio la mia mail alla quale se vuoi puoi scrivermi ( byronmp@libero.it). Ti aspetto a braccia aperte. Forza!! Il Signore Risorto ti doni la sua PAce. Fr Max
- 05 aprile, 2010
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- anonimo 27 marzo. Ho letto sul forum che ci sono 2 tipi di omosessualità: quella che inizia prima dei 3 anni d'età (più difficile da superare) e quella che inizia in età successive. Non riesco a capire la differenza: dipende dal complesso di edipo? Io sono sicuro di aver avuto un complesso di edipo molto forte (volevo "sposare" mia madre e odiavo mio padre) durato molto più del normale e mai risolto definitivamente per via dell'assenza di mio padre e la "superpresenza" di mia madre. C'è qualcuno che sa la differenza tra i 2 tipi di omosessaulità? Grazie tante :-)
- 05 aprile, 2010
- heifez ha detto...
- ciao a tutti lascio un post nella speranza che qualcuno mi contatti direttamente all'email personale, perché per motivi vari non riesco a venire spesso su questo sito. In particolare a me sarebbe piaciuto poter parlare con il "famoso" Luca visto che la mia condizione mi ricorda molto la sua. Sono sieropositivo, ho pulsioni omosessuali che combatto e al momento sono innamorato di una ragazza e non so proprio come comportarmi. So per certo che anche lei lo é di me....e presto dovró affrontare il discorso sieropositivitá che non é facile. Io stesso prima di scoprirlo ne avevo una paura incredibile per poi scoprire che, grazie a Dio, con le nuove terapie é una malattia molto gestibile che non impedisce di condurre una vita normalissima. Al momento non me la sento di scrivere altro spero di poter avere un confronto diretto con qualcuno di voi
- 06 aprile, 2010
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- per heifez Se vuoi io posso darti in numero dove poter contattare il famoso Luca. Scrivimi all'indirizzo di posta elettronica giovanni_419@libero.it. ciao Paola
- 06 aprile, 2010
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- per MARCO ITALY Sono Paola, la mamma di Matteo, ho parlato con lui come tu mi hai consigliato, gli ho chiesto di parlarmi delle sue paure delle sue preoccupazioni, e lui con molta tranquillità mi ha detto che non ne ha, che io avrei dovuto già essermi dimenticata di quello che mi ha scritto sulla lettera, cioè della sua bisessualità, e che lui sta bene. Ha detto che i suoi amici e amiche, quei pochi a cui lo ha detto, non hanno nessun tipo di problema con lui e quindi se io mi fido di lui devo stare tranquilla. Come vedi questa cosa? Io non so quale atteggiamento assumere con lui. Tu cosa ne pensi?
- 06 aprile, 2010
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- Per PAOLA Ciao! mi sembra che tuo figlio abbia assunto un atteggiamento di chiusura forse dovuto alla paura di un confronto. A questo punto credo che tu abbia fatto la cosa giusta, ovvero dimostrare la tua disponibilità al dialogo senza giudicarlo. Ora casomai spetta a lui, se vuole, aprirsi con te; la vedo comunque dura, mi immagino io con mia mamma... però è possibile, mai disperare! Contando poi sul fatto che lui ha deciso da poco di dirti questa cosa, credo sia ancora nella fase "di confusione" dove tutto appare incerto. Prova ad aspettare per il momento, tu il passo in avanti l'hai fatto. Coraggio! MarcoItaly.
- 06 aprile, 2010
- heifez ha detto...
- avevo dimenticato di lasciare il mio contatto email heifez2010@gmail.com
- 06 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo. E' vero che l'omosessualità indesiderata è una condizione bruttissima che non permette di relazionarsi in modo sereno con le persone e in primis di star bene con se stessi, ma non credete anche voi che se se ne esce si diventa uomini migliori rispetto al non aver mai avuto questo problema? Potrebbe essere un modo per non rimpiangere di aver "perso" anni e anni della propria vita, ma io lo penso davvero: fa vedere le persone e le situazioni in modo molto profondo, insegna il vero perdono e fa scoprire la bellezza del mondo che si credeva non esistere... Voi che ne pensate?
- 06 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo. Oggi ho comprato un albun fotografico e l'ho riempito con le 100 foto più belle della mia infanzia fino ad oggi: foto con mia madre, mio padre e mio fratello ed è stato bellissimo. Una foto mi ha particolarmente colpito: mio fratello giocava alle tartarughe ninja e io con una bambola già a 3 anni. Ho letto poi che molti bambini a quell'età si comportano un pò in un sesso e un pò nell'altro e la maggior parte poi si identifica in quello corretto per me evidentemente non è stato così. Mentre sceglievo le foto da mettere nell'albun riaffioravano centinaia di ricordi ed ora li analizzavo con una logica diversa, mi è venuta in mente una frase di mio padre che dopo avergli espresso tutto il mio odio, mi disse: "la cosa più brutta che possa succedermi è che tu non vivrai serenamente per la percezione che hai di me". Mio padre è un uomo di una profondità unica e se da una parte è difficile per un bambino capirlo credo che sia il padre che mi sarei scelto per la sensibilità, che a volte l'ha fatto soffrire molto: per un periodo se n'è andato di casa lasciando il lavoro per la situazione ingestibile che si era creata, a me mancava nonostante credessi di odiarlo e gli scrissi un sms di tornare, lui tornò e mi disse che proprio quel sms gli aveva dato la forza di rialzarsi. Per un periodo avrei desiderato uno di quei padri che portano il figlio a giocare a calcio, che gli insegnano a non farsi mettere i piedi in testa anche con le botte, ma ora guardando indietro avrei scelto proprio lui senza cambiare una virgola del suo essere. Nel mio 1° messaggio su questo forum ero indeciso se iniziare il percorso di cambio sesso ed ora mi trovo a riscoprire poco alla volta la mia vera identità, grazie davvero a chi ha avuto il coraggio di aprire questo blog, che semplicemente leggendo le storie di altri e raccontando la mia mi sta facendo rinascere!
- 07 aprile, 2010
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- Ieri sera ho visto un servizio de "Le Iene" che mi ha lasciato alquanto sconcertato. Un ragazzino aveva scoperto di essere gay ed è andato da un prete per ricevere qualche parola di conforto. Questo "prete" non solo gli ha consigliato di andare nelle saune e nei locali a cercare compagnia, ma addirittura lo ha molestato sessualmente. Lo ha baciato e toccato ripetutamente. E il bello è che quando lo hanno poi intervistato, soprattutto per fargli capire che ha sbagliato e che ha bisogno di aiuto, lui ha risposto che si era confessato e che era tutto apposto. SONO SENZA PAROLE!!!
- 08 aprile, 2010
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- caro davide, l'ho visto anch'io quel servizio ieri sera e sono rimasto basito...ho avuto paura....e ancora ho paura...mi ha scoraggiato.
- 08 aprile, 2010
- max ha detto...
- per Davide. Capisco il tuo sconcerto per l'episodio strumentalizzato delle iene. Tuttavia al di la di tutto prego che il tuo sconcerto lasci spazio ad un cuore misericordioso capace di perdonare chi sbaglia e soprattutto di comprendere che l'uomo ferito è una condizione di molti. Non ci sono parole per episodi del genere ma c'è da chiedere al Signore un cuore capace di non giudicare gli erorri altrui e soprattutto un cuore che abbia tanta carità soprattutto verso chi non ce l'ha. Un abbraccio e forza nello sconcerto! Fr Max
- 08 aprile, 2010
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- Per Davide: purtroppo i sacerdoti come molte persone che noi consideriamo importanti e punti di riferimento sono persone con le loro debolezze. Con ciò non voglio assolutamente sminuire la gravità degli atti con cui essi si sono macchiati ma vorrei precisare che il loro numero è estremamente esiguo rispetto a tutti i sacerdoti presenti nella Chiesa (nonostante i danni creati siano infiniti). Lo so che la delusione e la sfiducia, al sentire di questi casi, aumentano ma dobbiamo tenere presente la stragrande maggioranza di vocazioni sincere e votate a Dio e al prossimo. Per quanto ci riguarda dobbiamo stare attenti ed essere svegli: molti di noi già appaiono esteriormente come persone vulnerabili, tutti poi, sicuramente, siamo più docili nella confidenza di una confessione. Se vediamo che un sacerdote (o in generale una persona più adulta) inizia a fare discorsi chiaramente contrari alla dottrina della Chiesa, contrari al celibato (e alla natura), ammiccamenti vari o, peggio ancora, ad allungare le mani è chiaro che ce ne dobbiamo allontanare immediatamente senza per questo perdere la fiducia negli uomini, nella Chiesa e nei suoi ministri. Per BlueKover: la madre. Mi riallaccio alla poesia di Pasolini che ho postato qualche tempo fa. Parafrasando le sue parole egli dice: è dentro la tua grazia o mamma che nasce la mia angoscia, tu sei insostituibile per questo alla solitudine è dannata la vita mia. Ho fame d’amore ma l’unico amore che mi appaga è quello di corpi senz’anima. E’ chiaro che la madre (o direttamente o indirettamente per l’assenza del padre) crea un senso di angoscia, di castrazione, di frustrazione nel figlio che si è ritrovato a gestire, sin dalla tenera età un rapporto con lei sfasato e che, da adulto si trova in conflitto fra la necessità di autorealizzazione e la necessità di dipendenza dalla madre. Per me, l’affetto che molti omosessuali provano per la madre in realtà non è amore ma dipendenza, attaccamento infantile, specchio narcisistico. La madre è in se stessa un circolo vizioso: causa di frustrazione, rifugio e consolazione, idolo da venerare. A questo punto è facile ritenerla insostituibile perché in fondo sappiamo che con nessuna donna riusciremmo a ricostruire lo stesso rapporto o comunque non siamo capaci di vedere un’altra donna al posto della madre. Inconsciamente anche lo stesso corpo femminile potrebbe apparire “sacro” inviolabile ed avere un rapporto sessuale con esso potrebbe apparire incestuoso. Con ciò non voglio dire che ogni omosessuale abbia un rapporto sbagliato con la propria madre o che non ci siano anche sentimenti d’amore e affetto sinceri ma penso che ognuno di noi dovrebbe perlomeno interrogarsi.
- 08 aprile, 2010
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- So che non bisogna generalizzare, non tutti i preti sono così. Però non ce la faccio a giustificare e a tollerare un episodio del genere. Non si rendeva nemmeno conto di quello che stava facendo, pensava soltanto a soddisfare le sue perversioni senza tenere conto del fatto che stava facendo del male a quel ragazzino. Chissà quanti ne ha molestati. Per quanto una persona possa trovarsi in difficoltà, ci sono comunque dei limiti.
- 08 aprile, 2010
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- Ciao a tutti, ho letto gli ultimi post su quel prete e quindi ho visto il filmato in questione. Vedendolo ho provato una grande amarezza, ma anche tanta compassione per quell'uomo: dalle sue parole, sia in presenza del ragazzino, sia dell'intervistatore, si percepiva un grave problema, che gli toglieva il senno, perchè solo un uomo che ha perso la ragione può comportarsi così. Posso solo immaginare la sofferenza che quell'uomo prova e ha provato dentro di sè, una sofferenza diventata infermità. Molti potranno dedurre che lui è diventato così abietto a causa dello stesso "proibizionismo" della chiesa, che se fosse stato libero di esprimere la sua sessualità non avrebbe preso i voti e ora sarebbe felice, ma io ho un pensiero diverso: quell'uomo sarebbe felice e sano se avesse avuto la possibilità di comprendere la natura della sua sofferenza e si fosse messo in cammino per trovare dentro di sè la sua verità; se ci pensate è vissuto a cavallo di due periodi lesivi opposti: dapprima quello della condanna morale, in cui l'omosessualità era ancora considerata una malattia mentale, poi quello in cui il movimento gay ha cominciato a propagandare la promisquità e a stravolgere il concetto di libertà sessuale. Come ben dice Nicolosi, a chi fa più male tutto questo? ai cosidetti omosessuali non-gay, a quei ragazzi cioè che stanno nel mezzo, che non hanno ancora le idee chiare, che hanno sofferenza e vergogna per la loro condizione e si sentono al centro di un tiro alla fune: da un lato chi li vuole "redimere" proponendo l'abnegazione, la repressione, dall'altro chi vuole portarli nelle saune, a far numero nei gay pride, con la promessa della una felità tanto attesa, che poi è una patetica spirale di sesso, solitudine e disperazione. Questi "estremi" sono entrambi dannosi perchè entrambi vogliono negare una parte della persona: l'uno vuole azzittire e soffocare quegli istinti provocando senso di colpa, l'altro vuole azzittire la coscienza e la ricerca di verità. Un punto molto importante, che non dobbiamo dimenticare mai, è di non identificarci come omosessuali, quasi fossimo di una razza diversa: un conto è dire "ho pulsioni omosessuali" e un conto è dire "sono un omosessuale". Se mi considero una persona come le altre a tutti gli effetti, posso considerare questi impulsi al pari di ogni altro impulso e impegnarmi per fare in modo che vadano via, ma se parto dal presupposto che ho una "natura diversa", che sono fatto di un'altra pasta, come posso pensare di cambiare? Presumo che sia per questo motivo che tanti sostengono che l'omosessualità abbia una base genetica, perchè un qualcosa di immanente come una serie di sequenze di DNA non può essere cambiata, e questo fa comodo a molti. Fa comodo reclutare adepti per legittimare la propria condizione, per perseverare l'autoinganno che non c'è alternativa e che tutto va bene così com'è.
- 08 aprile, 2010
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- continuo in un altro post per questioni di lunghezza. Qualche giorno fa mi trovavo a parlare in privato con un ragazzo che sta intraprendendo il nostro percorso, ed entrambi concordavamo che la nostra consapevolezza è quasi una "condanna": una volta che sai, non puoi far finta di niente. E' un'arma a doppio taglio, perchè se da un lato di dà la forza di cercare sempre l'autenticità delle cose, dall'altro non ti perdona le debolezze e le ricadute che tutti conosciamo bene. A volte mi viene da pensare che oltre al danno delle circostanze di vita che hanno distorto lo sviluppo della nostra identità sessuale ci è toccata pure la beffa del doverci arrangiare, faticare per ottenere quello che per la maggior parte dei ragazzi è scontato. Ma è inutile lamentarsi. Per quanto riguarda l'argomento del legame con la figura materna, beh, mi sento oltremodo confuso: mi rendo conto di avere a volte un attaccamento eccessivo sia con lei che con mia sorella, ma l'idea di distaccarmene mi fa strano, non so spiegare meglio. Mi rendo benissimo conto che la figura materna è totalmente diversa da quella della compagna, fidanzata o moglie, ed è proprio questo che vorrei approfondire: qual è il rapporto normale che un uomo adulto ha con sua madre, e cosa significa amare una donna?
- 08 aprile, 2010
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- Concordo con bluekover che siamo tra l'incudine e il martello e che dobbiamo arrangiarci a trovare la strada giusta. Sulla base della mia esperienza posso assolutamente confermare che l'ideologia che ci vogliono proporre i gay è soltanto una patetica spirale di sesso, solitudine e disperazione senza fine. Ma spesso in questi momenti di solitudine e disperazione sulla bilancia non c'è quasi nulla che si contrapponga. Giovanni.
- 09 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo. Oggi ho rivisto un cugino che non vedevo da molto e che fino all'età di 15 anni era visibilamente omosessuale e sono rimasto sorpreso nel vedere il suo cambiamento: è più maschio di tutti i compagni che lo prendevano in giro fino alle medie, ha una ragazza e fa il matto perchè vuole il motorino. Indagando ho capito che gli equilibri con i genitori sono molto cambiati: al tempo il padre era aggressivo nei suoi confronti e lui si proteggeva con la madre, ora il rapporto col padre è molto cambiato tanto che fanno attività insieme. E' un altro esempio di come omosessuali non si nasca!
- 09 aprile, 2010
- max ha detto...
- Ciao ragazzi , il Signore vi dia Pace. volevo sol sottolineare l'ultimo intervento di Blukover che a mio avviso è molto chiaro e giusto nelle osservazioni fatte. L'immagine dell'omosessuale non gay come colui che vive tra due realtà, una castrante/colpevolizzante e l'altra legalizzante/normalizzante aiuta forse a focalizzare dove spesso ci si trova. Concordo in pieno con questa immagine perchè è quello che raccolgo ogni volta che ascolto e accolgo le consegne di tanti ragazzi che si sentono esclusi, ai margini,al bivio....un po' come le folle sfinite che seguivano Gesù nel suo Pellegrinare e che muovono la sua COMPASSIONE. Anche il mio cuore, vi confesso tante volte vorebbe fare di più per ciascuno di voi e spero di poterlo fare, nella forza che ilBuon Dio mi darà. Non scoraggiatevi di fronte alla fragilità dell'uomo che trova in tutti gli stati di vita (purtroppo) la sua espressione. Questa Chiesa zoppicante e tanta volte malconcia ha a cuore questa "Terra di Mezzo" tanta volte sballottata, contesa, rifiutata e ignorata. Siate Misericordiosi come Misericordioso è il Padre Vostro con voi, quando gli tendete le mani! Un abbraccio fortissimo a tutti. Fr MAx
- 09 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo. Ho scoperto un passo del libro "This way out" di Frank Worthen che riassume perfettamente ciò che è successo a me: "Quando il bambino constata che il proprio padre resta inerte mentre egli combatte le proprie battaglie, considerà ciò come la prova “fisica” del fatto che suo padre non lo ama (padre indifferente che ha rinunciato al proprio ruolo). I padri sono chiamati “le finestre sul mondo” e i ragazzi, durante la crescita, hanno bisogno della conoscenza, abilità e protezione che solo un padre può dare. Senza tutto questo il bambino può estraniarsi dal mondo e iniziare a sprofondare nel proprio mondo fantastico, troppo timoroso per funzionare nel mondo reale. La mancanza di una figura modello dello stesso sesso crea problemi con il proprio gruppo di coetanei. Se un bambino ha soltanto l’influenza di sua madre nella propria vita egli reagirà nei confronti del mondo nello stesso modo in cui pensa che sua madre reagirebbe. Questi bambini si identificano con la madre: psicosomaticamente, hanno assunto a modello la propria madre. Purtroppo, i suoi coetanei lo prenderanno in giro per la sua effeminatezza e lo ridicolizzeranoo, escludendolo dal loro circolo. Il rifiuto da parte dei coetanei può avere un ruolo importante nel confermare la diversità di un bambino. È naturale che il bambino che ha provato il dolore del rifiuto inizi ad invidiare chi viene accettato. Comincia un processo che, se portato alla sua conclusione, condurrà all'“orientamento”. Iniziando con una semplice comparazione tra sé e gli altri, il ragazzo arriverà all'ammissione di non essere in grado di soddisfare gli standards del proprio gruppo di coetanei. Inizia un ritiro dalla competizione ammettendo la propria inadeguatezza. Tutto ciò genera ammirazione per coloro che in un certo senso sono “migliori”. Durante la puberta, con l’emergere del desiderio sessuale, questo desiderio si fissa su ciò che era già stato il centro d’interesse della vita del bambino: l’invidia viene erotizzata." E' esattamente quello che è successo a me: mio padre ha rinunciato al suo ruolo lasciando a mia madre il compito di occuparsi di me. Leggendo questo passo mi è ritornata la rabbia verso mio padre (che con il perdono era scomparsa) tanto da volergli far leggere questo articolo per farlo sentire in colpa (l'ho pure stampato). Ma ora ho capito che è inutile accusarlo anche perchè credo che per un padre sia la cosa più bella poter occuparsi di un figlio e che se non l'ha fatto è perchè non poteva farlo: come già ho scritto soffriva di depressione, che è peggiorata sempre più. Credo proprio che straccierò la stampa perchè non voglio far venire i sensi di colpa a un padre che ha già sofferto molto.
- 09 aprile, 2010
- max ha detto...
- Per l'anonimo del 27 marzo. Carissimo Anonimo, ho riletto il tuo post del 7 aprile e mi son commosso. Non so perchè ma riesco a vederti mentre tra una marea di foto ( il tuo passato) vai alla ricerca di un gesto, un accessorio, un colore, un dettaglio che parli di te e di chi ha veramente contato e segnato la tua vita. Ti guardo mentre hai tra le mani la foto di un padre, tuo padre che oggi giustamente stai riconoscendo come meritevole di amore nonostante i suoi errori: è questa la strada giusta caro anonimo, la strada del perdono. La scena tra te e tuo padre mi porta a pensare al tuo caro papà, colui avrebbe dovuto indicarti la via e chissà che non ci sia riuscito anche se non l'hai colto a suo tempo. Avrà fatto il possibile il tuo papà o non avrà fatto abbastanza per te? Chi può dirlo! Però è così bello sentire le tue parole di incoraggiamento e giustificazione verso si di lui. Anch'io sai amo molto le foto dove come per un piccolo Mistero sono rinchiuse "tracce di noi" e non solo. Ripercorri quelle tracce e son sicuro che troverai più di quello che puoi pensare. Siano quelle cento, mille foto l'inizio del tuo cammino che è il Perdono donato verso chi sicuramente, anche fallendo, c'è l'ha messa tutta per amarti. Non dubitare mai di questo: il tuo papà con tutte le sue storture ha provato ad amarti ma sai il mestiere di padre non si impara ma si sperimenta sul campo, purtroppo sbagliando anche tante volte. Se ti va scrivimi in privato.Sarò felice di ascoltarti (byronmp@libero.it) Dio ti benedica Fr MAx
- 10 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo Grazie max per la risposta, si è proprio così nelle foto cercavo un gesto che testimoniasse che mio padre mi ha amato e mi ama e ne ho trovati tantissimi! Nello stesso tempo quando mio padre ha iniziato a estraniarsi (per via della depressione) mia madre ha cercato di prendere anche il suo posto (con tutto l'amore possibile) ignara di quello che stavo percependo e di quello che stava succedendo alla mia identità. Max sì, mio padre merita tutto l'amore che un figlio può dargli e forse anche di più di un padre "regolare" se così si può dire. Mia madre credo che stia soffrendo perchè vede che mi sono distaccato da lei, ma anche lei merita tutto l'amore possibile solo che voglio sia un amore vero e non un bisogno ossessivo.
- 10 aprile, 2010
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- E'L'1:36 HO APPENA SMESSO DI STUDIARE E STO LEGGENDO IL BLOG COME SPESSO FACCIO PRIMA DI ADDORMENTARMI... MI SONO COMMOSSO NEL LEGGERE IL COMMENTO DI FRA MAX E DELL'ANONIMO SUL PERDONO DEL PADRE. ANCHE IO VORREI PERDONARE IL MIO...QST SENSAZIONE CHE PROVO NELL'AVERLO GIUDICATO VORREI CHE LASCIASSE SPAZIO ALLE LACRIME DI PENTIMENTO CHE VERSO QND SENTO PARLARE, LEGGO DI STORIE PADRE/FIGLIO. HO SCELTO INVECE LA STRADA DELL'INDIFFERENZA PER TUTELARMI...TELEFONARLO QND VOGLIO, COSI'E'STATO FACILE. MA E'SLO UNA SCORCIATOIA VERSO MALINTESI, COSE NN DETTE, RIMORSI. SE NN FOSSE TARDI LO CHIAMEREI PER SENTIRLO. SOLO CHE QND CI VEDIAMO RIPIOMBA IL RISENTIMENTO, L'INTOLLERANZA VERSO LA SUA ARROGANZA, VERSO IL SUO ESSERE SPESSO FUORI LUOGO, I SUOI ATTEGIAMENTI INOPPORTUNI. COME VORREI CHE QST SUOI ASPETTI PASSASSERO IN ULTIMO PIANO E CI FOSSE SPAZIO PER CIO'CHE LE LACRIME MI FANO SENTIRE, AMORE PACE, PERDONO VERSO MIO PADRE....MI PROMETTO DI PROVARCI..CHE DIO ME LA MANDI BUONA :) CIRO
- 11 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo Ho trovato in un racconto una parte di me e lo vorrei riportare: "La prossima volta che incontrerete una persona fredda e in collera, difficile da amare, date una 2^occhiata, e forse vedrete un ragazzino solo e spaventato in una stanza scura, terrificato dall'idea di lasciare che qualcuno lo ami. Se tenderete veramente l'orecchio, lo sentirete chiamare qualcuno che voglia strapparlo dalla sua solitudine e dal suo vuoto." Questo era esattamente lo stato d'animo che ho avuto fino alle scuole superiori, solo che mai nessuno ha capito chi veramente fossi e si sono fermati solo all'impressione che davo. D'altra parte non posso condannare nessuno perchè so che sono poche le persone che hanno lo straordinario dono di vedere oltre le apparenze; credo che col cammino tortuoso che ho intrapreso sto acquisendo questo dono ed è uno stimolo in più a continuare.
- 11 aprile, 2010
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- PER ANONIMO 27 MARZO Mi sono commossa quando ho letto il racconto dove hai collocato una parte di te, perchè ho pensato a quante volte non ho dato a mio figlio una seconda occhiata e non ho capito la sua sofferenza. Ho un dolore lacerante che si è riaperto con quelle parole da te scritte. Vi voglio bene ragazzi.
- 12 aprile, 2010
- max ha detto...
- Per l'anonimo del 27 marzo. Carissimo, Pace ate. Sono veramente fiero di come riesci a guardarti dentro prendendo spunto da quello che ti accade intorno. Lascia venir fuori quello che hai trattenuto in tutto questo tempo , stando a guardare dietro la finestra delle tue paure e delle tue incomprensioni. Nuovi colori dipingeranno la tua vita. Ti abbraccio forte e prego per te. Fr max
- 12 aprile, 2010
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- Ciao a tutti, è da tempo che leggo questo blog e mi ha aiutato tanto, ci sono delle testimonianze bellissime, e in molte un coraggio senza pari! Ho 36 anni e da quando avevo circa 8 anni sono affiorate le primissime attrazioni omosessuali. Sono complessatissimo riguardo la possibilità che gli altri possano accorgersi di queste mie tendenze, tanto che mi sono "ammalato nella psiche", diventando paranoico ed entrando nel giro (tunnel?) della psichiatria (prendo psicofarmaci dal '98). Ho fatto psicanalisi per tre anni e da due sto facendo terapia riparativa. Sto un pò meglio, ma è come se io avessi messo un filtro tra me e il mondo, le medicine inibiscono molto il mio sentire e le emozioni e forse rallentano anche i risultati della t. riparativa... Non riesco a lavorare (salvo un piccolo lavoro che mi prende poche ore la settimana) perchè mi prende subito l'ansia... Quindi, oltre che sentirmi diverso per via delle pulsioni, mi sento "strano" anche per via della mia "testa matta"... continua
- 12 aprile, 2010
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- Per ora ho parlato solo delle mie difficoltà, ma volevo dire anche che verso i 17 anni mi sono avvicinato a Gesù, e pur con avvicinamenti e ricadute, ho fede il lui tuttora (e in Maria sua madre), ed è proprio questo che mi ha spinto ad uscire dallo stile di vita gay e a ricercare sempre più la mia vera identità, con speranza. Un saluto particolare a fra Max che conosco e che credo abbia capito chi sono. Ciao
- 12 aprile, 2010
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- per jacaranda Dici che stai seguendo una terapia riparativa, mi puoi dire a chi ti sei rivolto, mi saresti di grande aiuto e anche se puoi dirlo, in quale città. Ti ringrazio polli
- 13 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo Ho trovato una spiegazione in cui mi sono molto ritrovato: "Parte dell'omosessualità nell'uomo è legata all'incapacità di separare l' identità di genere dalla madre. Nella transessualità è più un problema di non riuscire a separare entrambe l'identità di genere e l'identità sessuale dalla madre. In questo tipo di situazioni, la madre può aver manifestato dei grandi bisogni affettivi e aver esercitato un controllo eccessivo, conseguendo come risultato un attaccamento malsano tra lei e il bambino. Fintantoché questo legame nocivo non è riconosciuto né spezzato, il figlio non può maturare sul piano affettivo per scoprire che la sua identità di genere è differente da quella di sua madre." Dopo aver letto di tutto, ho capito che l'omosessualità non ha una causa specifica, ma è il risultato di situazioni collegate. Nel mio caso: · I miei genitori si odiavano--> · Per le continue liti mio padre inizia a soffrire di depressione e non è più in grado di darmi attenzioni--> · Mia madre cerca di fare per tutti e due e nello stesso tempo cerca da me l'amore che non ha più dal marito--> · Io odio mio padre che vedo indifferente e nello stesso tempo amo mia madre (non supero il complesso di Edipo)--> · Non riesco a rapportarmi con i maschi a scuola in cui rivedo mio padre, ma solo con le femmine in cui rivedo mia madre--> · Voglio essere in tutto come mia madre quindi femmina: ho gli stessi atteggiamenti e caratteristiche fisiche (non ho barba e un corpo molto più femminile che maschile ancora oggi)--> · Vedo nei maschi il mio opposto e nello stesso tempo la possibilità di capire mio padre--> · Inizio ad essere attratto moltissimo dagli uomini grandi e forti per il bisogno di un uomo che mi protegga come un figlio/a ("il bambino si sente protetto dal padre ed esplora senza paura il mondo, ma se crede che il padre non lo ama allora sviluppa la paura di agire e cerca un umo che lo possa proteggere"). Ho riassunto tutte le cose che ho capito leggendo articoli di studiosi e soprattutto guardando nel mio passato.
- 13 aprile, 2010
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- per Polli: io mi sono rivolto a narth.italia@gmail.com comunque se vuoi indicazioni più precise scrivimi al mio indirizzo gioele88853@yahoo.it Riguardo al problema del padre, anch'io ho un padre che è sempre stato (ad eccezione che nei primissimi anni della mia vita) assente e arrogante nei miei confronti; c'è sempre stato un rapporto conflittuale tra me e lui, ma nonostante questo io ho spesso ricercato la sua approvazione. Visto che questa non mi veniva data, piano piano mi sono allontanato io da lui, specialmente nel momento in cui i miei si sono separati: io presi decisamente le parti di mia madre, che sentivo come la parte più debole, sia economicamente che psicologicamente (e poi c'era il fatto che lui le ha sempre messo le corna e addirittura, il giorno che successe la rottura definitiva, fu perche mia madre lo "beccò" con l'ultima amante...). Dopo questo mio spostarmi completamente verso mia madre, in un'età così difficile come i sedici anni, l'omosessualità cominciò a farsi sentire molto forte. Ora, negli ultimi anni, ho ricucito un po' con mio padre, credo di averlo perdonato, ma non totalmente, sennò il mio problema sarebbe già risolto...
- 13 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo In questo periodo sto leggendo molti articoli per andare sempre più a fondo: "Alcuni hanno un’immagine negativa di ciò che significa essere maschio, si alleano con la propria madre contro il padre e così facendo non abbracciano mai pienamente la propria identità mascolina. Con l’inizio della pubertà, il corpo è colmo di energia sessuale ed io desidero fortemente la mascolinità perché ovviamente ho bisogno di averla dentro di me, ma nello stesso tempo non la desidero perché ne ho paura (padre). Il vero detonatore è l'identità gay inventata [offerta dalla società]. La differenza tra l’omosessualità e l’eterosessualità è immensa, ma moltissimi omosessuali non se ne rendano conto perché sono così abituati a questa sessualità creata nella mente che non riconoscono la differenza. L’omosessualità è uno sforzo per riparare una parte integrale della natura cercando al di fuori di sè ciò che manca dentro." La cosa che più mi ha colpito è stato il passaggio del bambino che vedendo l'immagine del gay la adotta per sè così da non essere maschio, ma possedere la mascolinità con un compagno. Come già ho detto, io ho raccontato tutto di me ad un'amica e questa un giorno mi disse che per lei non ero realmente gay, ma che mi ero convinto di esserlo. Io ci sono rimasto perchè non capivo cosa volesse dire, ma sentivo che non erano cose stupide (anche perchè lei è molto profonda avendo una storia complessa). Credo che dopo avergli raccontato la mia storia si sia informata e abbia letto questo ragionamento, che non è il mio caso perchè non ho dovuto adottare una figura che la società proponeva, ma semplicemente volevo essere come mia madre. Quando ho letto questo articolo ho capito che si era interessata molto e ne sono rimasto felicemente sorpreso, però vorrei dire a tutti gli amici di omosessuali di non pensare che tutti abbiano lo stesso passato: ognuno è un mondo di situazioni a sè che hanno portato allo stesso risultato e soprattutto di non trattarli come fenomeni da baraccone tra un negozio e l'altro pensando di fare il loro bene, ma di amarli come persone.
- 15 aprile, 2010
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- Ciao ragazzi, ho 20 anni e capisco bene i problemi che dovete affrontare (perchè anche io lo debbo fare ). Vi racconto la mia storia. Mi ricordo che da piccolo ero molto timido e facevo più fatica degli altri a fare amicizie...Vedevo gli altri compagni di scuola che giocavano insieme, parlavano fra loro, avevano molti amichetti...io invece non ne avevo perchè parlando poco, di certo gli altri non venivano a cercare me. Alle medie le cose sono peggiorate: sono andato in una scuola dove non conoscevo nessuno, e questo ha contribuito in me a sentirmi isolato dagli altri...Inoltre vedevo gli altri che a differenza di me avevano molti amici, si vestivano alla moda, facevano sport, cominciavano le prime uscite...questo ha aumentato il mio senso di inferiorità .Alle superiori le cose sono migliorate (parlavo un po' di più), ma alcuni ragazzi vedevano che io mi comportavo in modo diverso da loro.( non mi vestivo come loro, non mi interessavo di partite di calcio, continuavo a non fare sport....).Alcuni me lo facevano notare anche prendendomi in giro, credendo forse di aiutarmi...In famiglia ho sempre avuto legami molto forti con mia madre e le mie due sorelle più piccole, e invece con mio padre il mio rapporto è stato più burrascoso (soprattutto verso 14-15 anni); non riuscivo a rispecchiarmi con lui, non riuscivo ad accettare molti tratti della sua personalità...adesso ho capito che se voglio cambiare devo iniziare a perdonarlo e a migliorare il mio rapporto con lui. Ho capito anche che io ho bisogno degli altri,della loro amicizia, del loro sostegno...ma anche gli altri hanno bisogno di mee della mia amicizia(nessuno mi ha detto questo, è stata una cosa che solo recentemente Dio mi ha fatto capire). Ho un lungo percorso davanti a me, ma spero di continuarlo e di arrivare alla meta.
- 18 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo Forse perchè ho il bisogno di sapere il perchè di tutte le cose che mi circondano, ma già da molto piccolo ricordo che subito collegai il fatto di essere omosessuale al fatto di avere solo mia madre (o meglio di non aver minimo dialogo con mio padre). Pensai sono femminile perchè voglio essere come mia madre se no sarei come tutti gli altri bambini. Ora dopo milioni di casi in cui si verifica la stessa identica situazione e uno psicologo formula questa teoria leggo su tutto il web che è preso per pazzo e omofobo. Anche in tv quando vengono intervistati personaggi pubblicamente omosessuali emerge subito il fatto di aver avuto un padre indifferente e un grandissimo rapporto con la madre oppure di aver perso la madre da piccoli... Non voglio fare nomi ma ne ho sentiti moltissimi soprattutto ultimamente, dimostrando ogni volta che quella teoria è esatta e allora perchè tanta avversione e cattiveria?
- 19 aprile, 2010
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- ieri ho voluto ricontattare un vecchio amico di infanzia che era quasi un fratello per me...sposato con 2 figl.lui e' piu'grande di me di 4 anni e nn ho mai avuto attrazioni sex per lui.. all'inizio ero contento e'stata una chiacchierata piacevole, ma dopo un po e soprattutto qnd abbiamo riagganciato mi sno pentito di averlo chiamato. infatti le cose che ci siamo detti erano come giusto che sia rivolte al passato, ma mentre io ero protratto al presente al futuro lui sembrava ancorato a vecchie situazioni soprattutto mie d'infanzia e di personaggi che ci circondavano, alla storia della mia famiglia che rispetto alla sua e'sempre stata in discussione. mi chiedeva particolari quasi per curiosare invece che condividere una pseudo amicizia ritrovata. uno scavare su come mi vanno le cose entrando in dettagli inopportuni del tipo che lavoro fai che contratto hai qnt paghi d'affitto ti tieni in forma o no, come mai mia sorella dopo 14 anni di matrimonio nn avesse figli e chi piu'ne ha piu'ne metta; preso alla sprovvista risp. alle sue domande ma dentro di me mi sno sentito aggredito ed io nn ero per nulla interessato a fargli i conti in tasca. quella tel mi ha rimasto un po d'amaro in bocca. mi sno premesso che il mio rapportarmi a persone del mio stesso sesso per costruire eventuali rapporti d'amicizia fine a se stessa non devono basarsi su argomenti insulsi con persone involute... non mi serve procedere su una strada fatta di processi alle intenzioni.dove si indaga per scoprire i punti deboli altrui.....o sbaglio? ciao a tutti e afra max in particolare ps: sno ciro
- 19 aprile, 2010
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- Per ANONIMO del 27 marzo: condivido pienamente le tue analisi e penso che stia facendo dei grandissimi progressi. L’unica cosa che mi permetto di obbiettare è questa: tu dici che hai finito per assomigliare a tua madre infatti hai un corpo femminile e poca barba. Per me sbagli ad avere questa idea nel senso che (anche se magari i tuoi atteggiamenti possono avere questa origine) le tue caratteristiche fisiche e somatiche non possono derivare da problemi psicologici. A mio parere quello che è stato deviato è il tuo, il nostro, giudizio psicologico sulla nostra corporeità. Mi spiego meglio: il tuo sentirti inferiore agli altri uomini e simile a tua madre ti ha portato da una parte a prediligere certi atteggiamenti, comportamenti, gusti (femminili) ma dall’altra a cercare qualsiasi cosa potesse confermare questa tua sensazione di inferiorità. La natura ti ha dato poca peluria o un corpo esile e tu hai usato questa tua condizione per “argomentare” il tuo senso di inferiorità. Su uno degli articoli di questo blog una volta ho letto di questo esperimento: prova a metterti in un angolo sulla strada ed osserva gli uomini che passano, nella maggior parte noterai un senso di sicurezza e di virilità che tu senti di non avere, siano essi alti o bassi, gracili o tozzi. Questo spiega che non è il tuo fisico a farti omosessuale ma la concezione che tu hai di esso e di te stesso. Sul discorso che i gay non vogliano riconoscere il loro problema affettivo con le figure parentali posso dirti che la loro non è cattiveria. Molti di loro sono convinti di quello che dicono; mi rendo conto che c’è molta differenza fra la concezione “sono omosessuale perché sono troppo legato a mia madre” e la concezione “sono troppo attaccato a mia madre perché sono omosessuale”. Il malessere sottostante è lo stesso ma nella prima concezione c’è la consapevolezza della radice del problema, nella seconda non si vede proprio il problema e si confonde l’attaccamento e la dipendenza (nonché la paura del proprio sesso) con una presunta capacità affettiva maggiore. Molti gay affermano di avere un rapporto normale col padre e sicuramente avranno un rapporto buono con questo genitore. Io, però, sono convinto che un rapporto lacunoso ed insoddisfacente con il padre non per forza debba sfociare nel conflitto. Spesso le delusioni sono così arcaiche, le carenze affettive così precoci che solo in un remoto passato ormai dimenticato si possono ritrovare le cause della mancata identificazione. Perciò quello che per me si deve rimproverare al movimento gay è la mancata capacità di ascolto di opinioni diverse, un certo dogmatismo non scientifico e prepotente, il confondere il loro disagio interiore con l’omofobia ma non penso proprio la cattiveria. PER CIRO: per me devi uscire dai circoli viziosi. Se hai appena smesso di fumare non puoi entrare in una sala piena di fumatori. Le compagnie e le amicizie dell’adolescenza, anche se buone (poi erano buone veramente o lo sono nel tuo ricordo e nella tua idealizzazione?) sono comunque legate ad un passato in cui tu hai sofferto. Per me è ancora troppo presto per affrontarle. Ricomincia da zero con relazioni nuove in cui tu ti sforzi di essere diverso dal passato. Non cercare magari quell’amico idealizzato che hai sempre sognato perché non esiste. Tutte le persone nella maggioranza sono fatte di curiosità, voglia di confrontare i propri traguardi con gli altri, di pettegolezzo. Noi forse ancora non lo siamo perché siamo rimasti ad uno stadio più infantile. Il consiglio che mi sento di darti è di affrontare nuove relazioni per non ricadere negli errori del passato con le persone del passato (ancorate ai vecchi giudizi, idee su di noi ecc.) ma tenere ben presente come è fatta la natura umana ed evitare di fare come la volpe, che non riuscendo a prendere l’uva disse “tanto è aspra!”.
- 19 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo Adeodato condivido in pieno quello che hai scritto tranne sul fatto del fisico: la crescita è regolata dal cervello e se ci sentiamo in un certo modo influenzeremo la crescita non in maniera totale, ma significativa. Sicuramente molti tendono a voler credere di essere anche fisicamente "inferiori" (nel senso meno maschili) agli altri uomini, ma spesso ed è il mio caso è proprio così. Ho studiato molto questo argomento perchè mi riguarda da vicino: da quando ho notato che nella mia classe tutti i 10 maschi avevano la barba e peli sul corpo mi sono chiesto come mai io non li avessi (anche se ero molto felice di non averli) e sono arrivato alla conclusione che proprio perchè li temevo già da piccolissimo ne avevo bloccato la crescita. Così come i lineamenti, la corporatura ecc..(lo chiamano "processo psicosomatico"). Ne ho avuto conferma anche sul forum di una ragazza che prima di inizare questo percorso aveva linemaneti maschili poi addolcitisi. Così come molti bambini che hanno grande paura di crescere sviluppano un conflitto che li fa restare più piccoli o crescere successivamente quando superano il trauma. Per metterla sempre sul positivo :-) diciamo che questa condizione seppur dolorosa mi ha fatto conoscere cose che altrimenti non avrei mai potuto sapere: la mente umana è veramente sorprendente anche se a volte spaventa e crea danni, ma sempre per la sopravvivenza. Arrivato ad oggi credo di dover veramente far ordine nella mia vita non solo teoricamente! Il 1° passo di capire le ragioni profonde alla base del mio problema credo di averlo fatto (anche se vorrei leggere il libro di nicolosi per capirne di più), riuscendo anche a vedere con altri occhi mio padre e migliorarne il rapporto e nello stesso tempo normalizzare quello con mia madre. Questo ha portato ad aver ridotto notevolmente le pulsioni sessuali per altri uomini ma non aumentato quelle per le donne. Il 2° passo sarà quello di iniziare a rapportarmi con ragazzi per amicizia, non ho mai avuto un vero amico maschio per cui già so quanto sarà difficile: ho intenzione di invitare un ex compagno di scuola in piscina o comunque di andarci da solo già sarebbe qualcosa.
- 19 aprile, 2010
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- Per Anonimo del 27 marzo: facciamo esattamente lo stesso discorso che, speriamo, è quello giusto. L'unica cosa che volevo consigliarti nell'ultimo post era di non fare troppo affidamento sui cambiamenti somatici non perché non siano possibili ma perché c'è il rischio (vedi omosessuali palestrati o con "esibizioniso" virile) di identificare la mascolinità come qualcosa di idealizzato, stereotipato a cui anelare continuamente nell'amaro destino di un appagamento impossibile. In poche parole quello che volevo sottolineare (forse non è il tuo caso) è che non bisogna concentrarsi sul senso di inferiorità fisico ma sull'errata percezione che si ha di se stessi. Per me, se ti sentissi soddisfatto del tuo essere uomo (a livello interiore) te ne "fregheresti" altamente della poca barba, per il semplice fatto che non la riterresti fondamentale per dimostrare/dimostrarti il tuo essere uomo. A limite proveresti un po' di invidia bonaria per chi ce l'ha, ma niente più. A mio parere anche se le teorie sulla psicosomatica fossero vere è impensabile ritenere che siano riversibili: la forma del bacino, la lunghezza di un osso, le stempiature rimangono. Sono d'accordo con te che ci sono e ci devono essere dei cambiamenti esteriori ma questi sono relativi agli atteggiamenti, alla gestualità, alla postura, all'andatura che sono sempre modificabili. Ma questi cambiamenti sono sempre la conseguenza di un cambiamento interiore e psichico: non bisogna mirare a cambiare questi per colmare il proprio senso di inferiorità ma bisogna colmare il proprio senso di inferiorità per poi cambiare questi. In bocca al lupo!
- 20 aprile, 2010
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- Ciao a tutti. Entro poco nel merito dei cambiamenti somatici: sicuramente col tempo cambiano certi atteggiamenti facciali, movenze ecc.. ma in maniera naturale, senza forzature: ognuno avrà il suo modo di essere maschile, c'è chi è più serio, chi più gioviale, chi più rude, chi più affettuoso, ognuna di queste cose va benissimo; magari andrà via quella sfumatura effeminata, la voce sarà meno flebile, l'andatura più sicura e l'aspetto più visibile sarà nella mimica facciale, nel modo in cui gli occhi riescono a guardare l'inerlocutore con partecipazione e sicurezza. Concordo con l'anonimo del 27 marzo che il primo passo, quello di studiare, capire le cause non può e non deve restare fine a se stesso: bisogna poi agire concretamente per superare le proprie paure! io non sono molto d'accordo con le terapie lunghe, che vivono di discorsi su discorsi, perchè possono finire per dare un alibi alla persona per non mettersi in gioco. Per quanto riguarda l'instaurarsi di nuove amicizie vi ricordo che non c'è modo migliore che fare il primo passo, un invito, anche se si è sicuri di ricevere un "no". Vedrete voi stessi che magari ci saranno dei sì, e che quei no non saranno così terribili... il perchè lo capirete voi, non vi voglio rovinare la sorpresa.
- 20 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo Ormai sento questo spazio come un diario... ero già nel letto quando m'è venuta in mente un'altra situazione molto significativa della mia infanzia. Una sera a casa mia venne una coppia (amici dei miei genitori) che si erano sposati da poco o che si stavano per sposare. Dopo aver cenato mio fratello ed io eravamo sul divano a guardare la tv mentre loro parlavano un pò di tutto tra cui i figli e di come era diverso avere maschi o femmine. Mia madre disse che avrebbe voluto o 2 maschi o 2 femmine (per cui era contenta) mentre mio padre disse che avrebbe tanto voluto una femmina perchè si legano molto di più al padre e che soprattutto con il 2° ci sperava molto (disse proprio così che con il 2°-->IO ci sperava molto, me lo ricordo come se fosse ieri e mi sorprendo in questo momento di come possa ricordarmi che abbia usato proprio queste esatte parole). Io all'epoca avevo circa 6 anni, successivamente mi chiesero qualcosa e io urlai che non ero un maschio e che non mi piacevano le bambine al che mia madre non disse nulla mentre mio padre la prese sul ridere e disse che non erano riusciti a fare una femmina ma almeno un figlio gay (non immaginando quanto le mie parole fossero sentite!). Mio fratello mi disse che avevo detto una cosa orribile e io risposi che avevo inventato tutto tanto per dire. Non credo che il sapere che mio padre avesse voluto una figlia femmina soprattutto quando sono nato io sia la causa scatenante del mio problema anche perchè già sentivo in me una diversità che tra l'altro ho urlato a tutti... poi crescendo ho capito che era meglio tenerla dentro perchè era una "cosa orribile", come già mi aveva detto mio fratello. Penso che è da questo fatto che mia madre ha sempre saputo di me perchè a differenza di mio padre ha capito che le mie erano parole serie. Credevo di aver analizzato veramente tutto e invece mi è tornata alla mente pure questa... Penso proprio che farò un diario con tutti i commenti che ho lasciato sul blog così da averli riuniti in un posto fisico, lontani dalla mia mente o meglio presenti, ma distaccati.
- 21 aprile, 2010
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- i miei ricordi invece affondano le loro radici in un periodo ben più remoto....so di per certo che i miei genitori si aspettavano una femminuccia, non perchè la desiderassero,anzi volevano un maschio, ma erano convinti che sarei stata una donna perchè gli unici due fratelli del mio papà avevano solo donne(all'epoca non esistevano le ecografie)......e mia mamma dice sempre che aveva già acquistato un corredino rosa... premesso questo, ricordo anche che dai 3 anni in poi giocavo solo con bambole, con grande vergogna lo ricordo..mi piacevano le bambole e non le pistole...non solo, ricordo nitidamente anche che mi piacevano e mi eccitavano i capelli lunghi...tant'è che ho cominciato a masturbarmi prestissimo pensando ai capelli, maschili o femminili che fossero....mi eccitava quando li tagliavano o quando vedevo un film in cui ragazzi o ragazze tagliavano i capelli....qualsiasi immagine che ritraeva un paio di forbici nell'atto del tagliare i capelli, mi eccitava...la cosa assurda è che ero piccolissimo...ho cominciato a 9 10...poi con la crescita ho spostato le mie attrazioni sessuali sul sesso maschile... qualcuno sarebbe in grado di poter provare ad interpretare insieme a me questi atteggiamenti? per quanto mi sforzi non riesco a trovare un nesso ...sono solo immagini sbiadite, dei flash che non trovano spiegazioni... grazie. vittorio
- 21 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo Fino ad un mese fa ero iscritto su diversi siti di incontri gay, dove ho conosciuto i 3 ragazzi con cui ho avuto una relazione (se così si può chiamare) e ricordo che appena scoprii questi siti rimasi sorpreso di vedere tanti omosessuali molto più maschili di uomini eterosessuali. Dopo aver letto molto sull'omosessaulità non riesco ancora a darmi una risposta... è come se avesero come obiettivo di essere sempre più maschili e di non voler avere nulla a che fare con il mondo femminile... Forse a differenza degli omosessuali effemminati che hanno avuto problemi col padre (o almeno in parte) questi ne hanno avuti con la madre? C'è qualcuno che sa dare una spiegazione? Grazie :-)
- 21 aprile, 2010
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- Non so l'esatta interpretazione (ammesso che esista) della brama per i capelli, ma so che ogni omosessuale ha un proprio feticcio, che in qualche modo ha un valore simbolico. Per quanto riguarda gli omosessuali "maschioni" posso dare una chiave di lettura: ogni omosessuale vuole appropriarsi della mascolinità e nella fattispecie queste persone assumono, per così dire, una "maschera" illusoria, ritenendo, più o meno consapevolmente, di poter compensare il senso di inferiorità; diversi omosessuali hanno dei tratti misogini, che si basano sul risentimento e la non accettazione della loro situazione: odiano le donne perchè in qualche modo sentono di avere qualcosa di femminile dentro di loro che non vorrebbero avere, o perchè detestano il fatto che gli uomini di cui si invaghiscono preferiscono le donne. Non so cosa possa esserci nella loro storia personale che li abbia portati a questa dinamica, piuttosto che a altre, ma il problema di fondo è sempre lo stesso. Detto questo vorrei condividere alcuni ricordi della mia preadolescenza, che la lettura dei vostri commenti ha fatto risalire a galla: io ricordo che da bambino sognavo più di ogni cosa l'amico speciale o meglio un fratello maggiore che mi guidasse e introducesse nel mondo dei maschi. Ricordo che verso i 10-11 anni ero incuriosito particolarmente nel vedere uomini nudi per vedere come il mio corpo si sarebbe trasformato, soprattutto come il mio pene sarebbe cresciuto. Ricordo che da bambino mi masturbavo spesso e avvertivo come un solletico molto intenso, piacevole e sgradevole al tempo stesso, che io cercavo con una vena di masochismo. Non so come ricollegare la mia situazione presente con questi ricordi, ma in ogni caso credo che il tutto debba servire a indicarmi una strada, non a riflessione fine a se stessa.
- 22 aprile, 2010
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- Per Anonino del 27 marzo. Io penso che la condizione omosessuale non possa ricondursi ad un unico modello. Come tu dici, infatti puoi trovare gay “virili” e gay effeminati e tantissime altre sfumature, condizioni ecc. Il sorgere dell’omosessualità spessissimo non è relazionato con un solo genitore ma con tutti e due. Ci si trova in una sorta di circolo in cui non si sa da dove si sia originato il tutto: può essere che la madre, castrandolo, allontani il figlio dal padre o che il padre assente abbia spinto il figlio verso la madre o che il figlio (senza un riscontro reale), non sentendosi accettato dal padre, si sia attaccato ad una madre che (magari a causa di un divorzio) lo ha trattato come un marito. Queste cause accomunano tutti i gay: virili e non. Tutti gli omosessuali poi sono attratti fisicamente verso gli uomini desiderando quello che non hanno. Mentre però l’effeminato ha colmato il gap di mascolinità ricoprendo un ruolo più femminile e da questo ruolo ammirando gli uomini, il gay virile invece cerca di colmare il gap nell’estenuante sforzo di apparire più uomo nel fisico, nell’aspetto ecc. . Entrambi cercano negli uomini quello che SENTONO di non avere e che di conseguenza FINISCONO per non avere. Resta il fatto che tutti gli omosessuali sviluppano caratteristiche tipicamente femminili che, se non sono esteriori, si riconducono all’intimo nell’ambito della sensibilità, del senso estetico ed della poca aggressività. E’ un po’ il discorso che ti facevo in un post precedente: il desiderare attributi più maschili, desiderare di cambiare il proprio fisico spesso nasconde il vero bisogno che è quello di non sentirsi inferiore, di sentirsi accettato dal gruppo dei maschi e considerato alla pari. L’obbiettivo “virilità esterna” è una meta fittizia ovvero un falso obiettivo raggiungendo il quale pensiamo di colmare il nostro senso di inferiorità. Inoltre tanto più ci sentiamo inferiori tanto più idealizziamo un modello di virilità irreale ed irraggiungibile. Forse il gay effeminato vede questo modello così irraggiungibile da aver rinunciato a raggiungerlo e finisce per rassomigliare anche esternamente a quel mondo a lui più familiare: quello della madre. In tutti i casi “la cura” è sempre quella di 1) accettarsi ora e per quello che si è 2)sviluppare relazioni intime non sessuali con altri uomini (senza essere morbosi, senza idealizzare, avendo pazienza) 3) a questo punto e solo a questo punto, diventare più coscienti della propria mascolinità, non nel senso stereotipato di “muscoli, voce grossa ecc” ma nel senso autentico di “sicurezza in se stessi, audacia e autenticità, proprio confrontandosi con gli altri “alla pari” e scoprire le vere virtù e i veri pregi 4) aumentare vicendevolmente la coscienza di sè e del proprio essere uomo con le relazioni autentiche con altri uomini: l’una alimenterà le altre e viceversa. Uscendo dal seminato, penso che l’omosessualità sia intrinsecamente “feticista”. Per me, mentre il feticismo “classico” porta all’appagamento sessuale con oggetti o parti del corpo, l’omosessualità porta all’appagamento sessuale con oggetti, atteggiamenti e parti del corpo (in generali feticci) che rappresentino la virilità. E’ chiaro che l’attrazione nel gay, invece che essere rivolta all’altro nella sua interezza è rivolta a ciò che egli simbolizza o ai simboli che l’altro porta. Così si spiega una certa pornografia gay o un certo abbigliamento incentrato su divise militari, o da cow boy, l’attrazione di molti gay per determinate parti del corpo maschile e soprattutto una certa "soddisfazione sessuale" che il gay prova ad indossare tutto ciò che incrementi la sua virilità.
- 22 aprile, 2010
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- Il ricordo sulla propria preadolescenza di bluekover mi ha fatto pensare che anche io ho vissuto qualcosa di simile. 1)In primo luogo anche io sognavo (leggi: idealizzavo) l’amico o il fratello coetaneo o di poco più grande che mi guidasse e che fungesse da esempio. Questo era un chiaro bisogno di natura emotiva dovuto alla carenza di quel rapporto affettivo maschile che il mio essere desiderava. Non necessariamente la colpa di questa mancanza è da imputare alle figure maschili che mi circondavano, probabilmente in me sono state presenti delle aspettative che non sono state soddisfatte o quantomeno lo sono state in una maniera per me insufficiente. A questo punto penso si sia scatenata una reazione a catena: l’idealizzazione mi ha portato a non trovare in nessun amico “quello giusto”, il non accettare gli altri ha portato ad un allontanamento di questi, ciò ha aumentato la distanza con i maschi e mi ha portato alla inevitabile conseguenza di non accettare me stesso e non lottare per la costruzione del mio ruolo sessuale. Parallelamente si è innescato il processo d’avvicinamento al mondo femminile e di parziale imitazione di questo (non necessariamente diventando effeminato ma comunque imparando un certo modo di fare e di sentire che ha allungato le distanze dagli altri coetanei); e poi a seguire: egocentrismo, senso di superiorità, mancanza di spirito di cameratismo, intellettualismo, perfezionismo, suscettibilità, spirito di eccessiva obbedienza (qui vedo una sorta di castrazione, in quanto il voler sempre obbedire provoca l’inibizione del proprio spirito creativo) ecc. Nell’adolescenza, tutte queste caratteristiche sono sfogate in azioni corrispondenti a reazioni negative dei coetanei le quali, paradossalmente, le hanno rafforzate. Ho vissuto l’adolescenza con grandi ideali e alti obiettivi che mi hanno fatto progredire nella vita ma mi hanno anche, per alcuni versi, reso “plastico”, assente nell’intimità umana. 2)Tornando alla preadolescenza anche io avevo molta curiosità/attrazione verso quello in cui si sarebbe trasformato il mio corpo e la mia vita nell’età adulta. Guardavo i ragazzi più grandi che iniziavano a radunarsi con i motorini, il loro modo di vestire, la loro disinvoltura e soprattutto i loro corpi che vedevo lontanissimi dal mio. Molti gay pensano che queste sensazioni siano segni precoci di omosessualità. Io sono convinto di no: questo senso di lontananza nella mia psiche non è stato colmato nell’adolescenza e segue anche adesso a non esserlo. Quel guardare con avidità, desiderio, aspirazione così forte si è trasformato in un istinto di natura sessuale con una certa natura “feticistica”. Infatti più che dai ragazzi ero attratto dal loro essere ragazzi, dall’ideale che mi ero fatto di loro davanti al quale ero impotente. E’ qui che, per me, si trova il narcisismo degli omosessuali: si cerca disperatamente, con una fortissima energia sessuale quello che si pensa di non avere e che si ritiene necessario per raggiungere quell’ideale del sé in cui contemplarsi e amarsi. Niente di più sbagliato!
- 22 aprile, 2010
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- Ciao ragazzi, sono felice di questo sito, era ora!! da 4 anni ho intrapreso questo cammino, leggendo per caso di Nicolosi; Fino a 26 anni ho evitato di avere esperienze gay nonostante lo fossi in parte interiormente, continuavo ad avere ragazze ma con poca convinzione e tante paranoie. Dopodichè per ben quattro anni, nel completo anonimato e continuando ad avere ragazze, mi sono dato alla "pazza gioia" Nel sesso vedevo chiaramente il famoso feticcio di cui parlate..all'inizio ero solo attivo e dominatore, chi ha frequentato sa bene cosa intendo, poi una cotta per un ragazzo promiscuo in maniera luciferina mi ha fatto desiderare spingermi oltre e, sempre quasi compl da attivo, ho partecipato e promosso orge per vedere fino a dove il piacere mi spingeva; un secondo dopo mi rendevo conto delle mie illusioni e dello squallore e solitudine che vivevo che contrastava col mondo dei miei affetti, grazie a Dio ricco e variegato. a volte dopo aver fumato erba chattavo tremando senza sapermi fermare e poi uscivo nel cuore della notte a sfogarmi con ragazzi magari belli ma di certo molto bisognosi di aiuto, come me in quel momento..Beh grazie alla Fede e a maestri spirituali (non cattolici ma illuminati) ho capito che ricercare sempre piu' piacere era andare nell'abisso e ho smesso. Ho fatto anche 4 anni di analisi ma all'epoca non parlavo molto di questo, ero piccolo. Per favore EVITATE la pornografia!!! crea ossessione e vera dipendenza (ragazzi c'e' un sito sulla pornodipendenza, nel caso vedetelo,etero o gay è la stessa cosa)e ci da immagini false del sesso. A me il sesso piace tanto ed è una forza creativa, la uso con la mia ragazza per andare piu' a fondo del mio e suo cuore.. Bisogna recuperare la "sacralità " del sesso, ma non fraintendetemi, per divertirsi e gioirne, dobbiamo essere felici!!! A chi è spaventato dico questo: potrei scrivere 4 libri sull'argomento e ho avuto varie fortune nella vita,viaggi, benessere e a 33 anni sono moderatamente felice nonostante questa lotta che non è disperante ma lastricata di scoperte e vita vera. Io ero fissato con il porno e nelle donne e uomini cercavo di riprodurre quelli che credevo fossero le sensazioni (distruttive) dei protagonisti. ora se mi masturbo lo faccio solo quando sento che l'oggetto è una donna, uso questi piccoli accorgimenti.Ho capito che del sesso gay mi piaceva la soddisfazione che vedevo nei miei partner e la loro sottomiss o viceversa. Ho capito che dovevo trovare questi aspetti forti almeno all'inizio anche nelle donne per eccitarmi ed ha funzionato. Ricordate che il sesso è un'energia, sta a voi darle una direzione. Non è facile ma va fatto in libertà perchè quando supererete il problema, anche per qualche tempo, godrete da uomini, ed è bello e maturo.. voglio scrivere ancora sul blog, se volete sapere qcs chiedetelo. Intanto vi abbraccio e vi dico e mi dico: non abbiamo paura!! la vita puo' essere il nostro capolavoro e se siamo caduti, abbiamon fatto errori e per apprezzare la ricchezza del cammino e la luce della meta.. un combattente della luce Valerio
- 25 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo Vorrei farvi una domanda solo per saziare la mia curiosità di sapere il perchè di tutto. Poco tempo fa desideravo un chihuahua di quelli piccolissimi... oggi per caso mi accorgo che moltissimi gay dichiarati e donne estremamente femminili di quelle che dicono di "amare" i gay ne hanno uno. Mi sono risposto che è per il loro "istinto materno" (se così si può chiamare) in quanto li trattano proprio come neonati, o almeno questo credo fosse il motivo che mi spingeva a prenderne uno. Per voi che ci stà dietro?
- 26 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo Su un sito di domande e risposte ho digitato "nicolosi" e sono usciti migliaia di commenti contrari... oltre agli insulti da parte degli omosessuali anche eterosessuali si schieravano contro dicendo che omosessuali o eterosessuali si nasce e che questo medico faceva il lavaggio del cervello alle persone convincendole di essere ciò che non sono. Vorrei rispondere a queste persone che neanche possono immaginare quali sofferenze spingono un bambino (perchè la maggior parte già lo è a 6 anni--> ecco perchè dicono che si nasce!) a diventare omossessuale e non lo auguro a nessuno a questo mondo. Del malessere che avevo già all'asilo a vedere un padre che ti "rifiuta", che non ha le forze per occuparsi di te e cercare disperatamente negli altri uomini una figura paterna senza la quale non riesci ad andare avanti. Ma forse è meglio chiudere gli occhi e far finta che sia tutto ok, così come i gay fanno finta di essere sereni, equilibrati e felici!
- 26 aprile, 2010
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- Anonimo 27 marzo Poichè odio generalizzare modifico l'ultimo mio post dicendo che alcuni gay (e non tutti) soprattutto in tv vogliono far credere che la vita gay sia quasi più bella di quella eterosessuale.
- 26 aprile, 2010